Date voi stessi da mangiare

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05 AGOSTO 2024

LUNEDÌ DELLA XVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

In quel: “date loro voi stessi da mangiare”, sembra essere racchiuso tutto un programma per i discepoli di allora e per noi oggi. In memoria di Gesù ogni giorno ci troviamo ancora a perpetuare il miracolo del pane, che dona sazietà a quella fame che solo il Signore può colmare. Viene subito da domandarci: come possiamo fare questo, se anche noi siamo povere creature, affamate di cibo, di affetto, di valori, di felicità, affamati di Dio?

Gesù insegna sempre, comprende ancora prima che noi esponiamo le nostre miserie, perché il suo cuore vive la compassione per tutta l’umanità, che lo spinge a guarire i malati, a dare nutrimento alla folla affamata.

Gesù ci chiama a “dare loro da mangiare”, ossia a condividere quanto abbiamo e siamo, perché per Lui, non conta la quantità di cui disponiamo, bensì la disponibilità del cuore. Egli vuole aver bisogno di noi per moltiplicare il suo amore. Cinque pani e due pesci, per un totale di sette, che è il simbolo della pienezza, della totalità. Tutto quello che si ha e si è  viene benedetto da Dio e condiviso con tutti, cosi che alcuno rimanga senza, anzi ci sia addirittura un sovrapiù, perché l’amore condiviso compie il miracolo di abbondare sempre.

Benedire, spezzare e dare, sono gesti che ha compiuto Gesù allora, che compie il Dio con noi oggi e che anche il più povero della terra può condivide quel poco che ha, perché come asseriva già Epicuro: “Non ciò che abbiamo ma ciò di cui godiamo, costituisce la nostra abbondanza”.

“Signore,

ti dono ciò che sono,

perché assieme a Te,

quel pane che mi dai

mi renda dono.

Ho poco da darti

ma è tutto ciò che ho,

è la mia storia, è la mia vita,

che unita alla tua è unica.

Unica, perché come sei Tu

è la mia relazione con Te:

un pane spezzato che unisce.”

(Shekinaheart eremo del cuore)