Il Vangelo di oggi ci invita a pensare Gesù presente e vivo nella nostra vita. Egli si manifesta da risorto a chi prima aveva già incontrato per vari motivi. È così anche per noi: la nostra vita è attraversata dalla sua presenza in modi differenti, poiché sempre Egli ha cura di noi.
Il rischio è: ma ci crediamo? Crediamo ad un Dio presente davvero nella nostra vita, oppure viviamo questa relazione come un Dio che invoco ogni tanto?
Credere non è un punto di arrivo, è il primo passo: Maria di Màgdala ha fatto quell’esperienza iniziale con Gesù che è stata un mezzo che l’ha portata a credere in Lui risorto, così i suoi discepoli, c’è sempre un momento che prepara a quel nuovo incontro con Gesù risorto.
Dobbiamo chiedere al Signore l’aiuto di sentirlo vivo e accanto a noi, di liberare il nostro cuore da tutto ciò che frena o può frenare la nostra relazione con Lui, così da poter scorgere segni di Risurrezione, segni di Dio nella nostra vita, che non esclude la fatica quotidiana, ma essi saranno la forza da cui attingere. Diventeremo anche noi dei risorti, ovvero persone capaci di Dio, in grado di mettere luce, di far brillare la nostra vita persino in quelle parti più buie, poiché Lui le ha già perdonate e per il quale ha amato e ha dato tutto, tutto se stesso.
Il Vangelo di oggi ci parla di un incontro il cui luogo è particolare: dai sepolcri, è curioso come la barca di Gesù si fermi proprio là, ma non è un caso, perché Dio viene a visitarci persino nei nostri luoghi che sanno di morte.
Gesù parla con quest’uomo che viveva nel sepolcro ed era tormentato, dicendo: «Qual è il tuo nome?» quasi a farlo rinascere di nuovo, per restituirgli la sua dignità di uomo vivo. Si, o figlio perché il tuo dolore è già il Suo, ogni luogo più buio è già stato amato da Colui che è venuto per ridare la vita proprio a te.
Quell’uomo guarirà, e alla richiesta di stare con Gesù, Egli lo invia ad annunciare, perché? Affinché non si perda e viva non da uomo malato, ma guarito nella dignità, da “seduto, vestito e sano di mente”, dopo tanto tempo e dopo tanta sofferenza, così che chiunque possa vedere come Gesù sa trarre vita dalla morte, forza dalla paura, e speranza per tutti.
“Signore,
guarisci il mio cuore.
Fa che nonostante il dolore possa toccare il Tuo amore.
Non te lo chiedo solo per me, ma per tutti,
affinché ognuno trovi in Te
quel Qualcuno capace di dire qualcosa
di buono, di vero, di bello alla vita.
Vivere la vita è un viaggio che richiede tanta forza