Mostraci il Volto

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27 APRILE 2024

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

In fondo non ci stupisce la domanda di Filippo, perché l’uomo da sempre è alla ricerca del Volto del Dio vivente. Lo sono i credenti, che cercano di crescere nella fede e nella conoscenza del mistero Divino, e quanti pur non credendo, cercano risposte a interrogativi su questioni sempre aperte.

La nostra esperienza quotidiana, è spesso presa nella fatica di credere che davanti a tante situazioni Dio potrebbe agire diversamente, ma questo non è il vero Volto di Dio, quello che è venuto a mostrarci Gesù, assumendo la natura umana.

Il Volto di Gesù è tutto l’amore del Padre per noi, e tutti i gesti compiuti da Gesù, dicono questo mistero di comunione e di misericordia che si riversa su ogni uomo per puro dono.

Cercare il Volto del Signore è imparare la grandezza di un amore che ci lascia stupiti; scrive Clemente alessandrino commentando il mistero dell’Incarnazione: “Si è piegato il Signore ma si è rialzato l’uomo” (Esortazione ai Greci). Con lo “spogliamento” della sua vita, “assumendo la condizione di servo”, Cristo ci ha consacrati nell’amore del Padre. Gesù è in tutto rivelazione del Padre! Guardiamo al Figlio e vediamo il Padre.

“Signore,

dove sei?”.

Mi rispondi:

“sono qui,

in questo sole appena sorto,

ed in ogni tuo giorno”

Dammi la forza di vederti,

di scorgere il Tuo volto,

così che i miei occhi incontrino i Tuoi

e non debba più chiederti:

“dove sei?”

Perché quel riflesso di luce,

quel sole appena sorto,

è la luce che nei Tuoi occhi

illumina i miei.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Beati i poveri

Beati i poveri

 

Beati voi, poveri, sono parole sconvolgenti quelle che pronuncia Gesù. Parole che cambiano la logica ci obbligano a guardare la storia con occhi diversi.

Beati voi, poveri! Non beata la povertà.

I poveri hanno il cuore al di là delle cose. Povero sono io quando comprendo che non basto a me stesso, che ho bisogno degli altri per vivere, che la mia vita è legata a quella dei fratelli, allora mi affido, chiedo perdono e vi­vo la comunione.

Beati voi, poveri, vo­stro è il Regno, già adesso, perché Dio regala gioia a chi produce amore: quando uno si fa carico della felicità d’altro, il Padre si fa ca­rico della sua felicità.

Con i poveri Dio cambierà la storia, quei poveri liberi dalla smania di possedere, con la pace nel cuore per tutto cio che potrebbe dargli potere, perché la vera ricchezza sta nella beatitudine che ti cambia il cuo­re a misura di quello di Dio.

Chi meglio di Maria può essere proclamata beata da tutte le generazioni, perché ha creduto a quella Parola che il Signore le ha annunciato. Lasciamoci guidare da Lei nel cammino per essere liberati dall’illusione dell’autosufficienza, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, della sua misericordia, ed entrare così nel suo Regno di giustizia, di amore e di pace, ed essere anche noi chiamati beati.

“Signore,

mi sento povero, ma non beato,

mi sento solo e non gaio.

Aiutami, guarisci il mio cuore,

perché i poveri sono coloro

che saranno con Te per sempre.

Allora, non sono povero

ho in me una povertà

che mi tiene lontano da tanti,

ma non da Te.

Allora sono ricco di un amore che fiorisce,

sono ricco, perché il tuo amore

mi ha rivestito di una veste di gioia,

ed il mio peccato

non ti ha tenuto lontano.

Sia il mio cuore lieto

perché il tuo è la mia ricchezza più bella.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Natività di Maria

Natività di Maria

VENERDÌ 08 SETTEMBRE 2023

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura:Mic 5,1-4a Oppure:Rm 8,28-30

Salmo: Sal 12 (13)

Vangelo: Mt 1,1-16.18-23

Oggi leggiamo la genealogia di Gesù, una lunga storia che mediante Maria è diventata storia di salvezza per tutta l’umanità.

Maria è il pensiero di Dio per noi fin dall’eternità e per l’eternità. Con la sua nascita prende forma il grembo materno offerto da Dio all’umanità, perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini.

Scrive nei «Discorsi» sant’Andrea di Creta: “Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all’odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell’universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.”

Maria colmata di Grazia sarà il tempio di Dio, casa che nutre e fa crescere il Figlio di Dio e in lui tutti i figli: sarà Madre per sempre per tutti. Chi non ricorre a Lei, anche solo per un momento nella vita?

Ringraziamo il Signore per averci donato sua Madre, per aver pensato a noi prima che noi fossimo, per avercela messa accanto come Madre umile e preziosa, perché ogni figlio ha sempre bisogno di una madre. Lei Madre di Misericordia e di speranza ci sorregge nel cammino.

“Oggi Maria festeggio con te,

perché la tua nascita mi commuove.

La tua vita cambierà la storia di tutti i noi,

su di te, il Padre ha messo il suo sigillo.

Sigillo di amore e verità,

che tu ci doni presso tuo Figlio.

Dolce madre, oggi ti si venera piccina, di quella tenerezza che ogni cuore di smuove.

Orsù dormi riposa, non temere nulla,

Dio sarà sempre con te

e nel tuo dolce viso,

sembri tu saperlo già.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Il Signore del sabato

Il Signore del sabato

 

21 LUGLIO 2023

VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Es 11,10-12,14

Salmo: Dal Sal 115 (116)

Vangelo: Mt 12,1-8

Gesù sta passando tra i campi di grano seminati, tra quelle messi che diventeranno nutrimento, pane, cibo per gli uomini, Eucaristia.

I discepoli che seguono Gesù hanno fame. Cosi tutti quelli che lo seguono, perché quella fame rappresenta il desiderio di saziare la propria vita di un senso nuovo. Non saranno quelle poche spighe sfregate tra le mani a dare sazietà, ma il pane vero che è Gesù stesso, la sua Parola e il suo corpo.

Questi fatti però, avvengono in giorno di sabato dove non era permesso dalla legge compiere azioni.

Gesù sul significato del sabato e di questa legge così minuziosa e dettagliata, dà un senso nuovo. Dicendo di essere “il Signore del sabato”, si identifica col sabato stesso; il vero sabato è Gesù.

Il cuore del messaggio per gli ebrei era il riposo di Dio, il riposo dell’uomo, quindi il riposo dello schiavo, dello straniero e degli animali, il riposo significava entrare nella vita stessa, il riposo era per la vita.

Gesù non trasgredisce la legge, ma la porta a compimento, ovvero la completa nella sua carne, dando la sua vita per una nuova vita di tutta l’umanità.

Gesù si presenta come il tempo e lo spazio, dove Dio si comunica a noi per quello che è, ovvero: come misericordia, come amore, come partecipazione di vita. .

“Signore,

nello spazio e nel tempo,

quello che davvero conta è il pane.

Tu sei il pane della vita,

quella spiga che tra le mani,

nutre il cuore

e lo rende libero dai “signori” della vita,

affinché si comprenda che Tu sei l’unico Signore

a cui, davvero, stiamo a cuore.

Donami la forza per cercarti sempre,

così che tenendoti tra le mie mani, io mi scopra nelle Tue”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La porta stretta

la porta stretta

 

27 GIUGNO 2023

MARTEDÌ DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 13,2.5-18

Salmo: Sal 14 (15)

Vangelo: Mt 7, 6.12-14

Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!

Per avere vita, il Signore ci indica una porta stretta. Non vi sono molte alternative, per passarla bisogna essere piccoli, è necessario uno sguardo attento per trovarla ed avere il coraggio di percorrerla.

É bello che non vi siano indicazioni su come attraversala, poiché è per tutti. Ciascuno di noi troverà il modo per passarvi, certo è che bisogna lasciarsi indietro tante zavorre, poiché quando ci si muove nel piccolo bisogna essere leggeri; è come quando si cammina in montagna, non sono necessari carichi pesanti.

Allora come trovare quella porta? É necessario lasciare nel corso del tragitto quei pesi a Dio, lasciare che sia Lui a liberarci con il suo amore, anche se è difficile ammettere i nostri errori, le nostre fatiche, ma Egli è qui per ascoltarle. Pochi trovano quella strada perché in fondo i nostri pesi li conosciamo, li teniamo stretti per paura di averne di nuovi, di difficile gestione, questi ormai li sappiamo e quindi si tende ad andare avanti così; nel tenerli si perde di energia, l’energia necessaria per trovare quella porta che conduce alla vita.

Non teniamo di camminare, poiché è la strada della vita.

Andiamo avanti, camminiamo certi che non siamo soli, i passi dell’amore sono da Dio accompagnati e tanti santi prima di noi hanno camminato per le nostre strade, proviamo a conoscerli, li troveremo accanto come compagni di viaggio. Vi saranno poi altri santi della porta accanto, che come noi ci accompagnano e camminano accanto, fedeli alla ricerca di quella porta, stretta, promessa ma che conduce alla vita.

“Signore,

ai Tuoi piedi ti lascio ogni mio errore,

dinanzi a Te ripongo il mio cuore.

Tu sai quanto grande è il mio dolore

ed il peso che ha dovuto sopportare,

eppure io quella porta stretta desidero varcarla,

come un viandante la cerco,

e ad ogni passo, lascio indietro un pezzo di me,

così da lasciare spazio al Tuo amore venirmi incontro,

per trovare la porta e da essa la vita.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Amarci gli uni e gli altri

Amarci gli uni e altri

 

12 MAGGIO 2023

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 15,22-31

Salmo: Sal 56 (57

Vangelo: Gv 15,12-17

Amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi, non è solo un comandamento, è il desiderio profondo di Dio di entrare in comunione con tutti e che tutti vivano questo amore.

É l’esperienza dell’incontro con Dio che fonda il nostro stesso essere, il nostro relazionarci come persone, la nostra stessa percezione del mondo e di tutto ciò che lo compone.

Non si ama l’umanità in generale, si amano le persone una ad una, e il dono di noi stessi si gioca sulla gratuità, sulla qualità della relazione, dove l’amore autentico passa sempre attraverso un esodo da sé, una fatica, un’uscita dai propri schemi, per andare verso la realtà dell’altro, la sua vita e le sue necessità.

Amarci non è un dovere, bensì un dono che ci facciamo; amarci con lo stesso amore di Dio per ritrovare in ciascuno un piccolo pezzetto di Dio, amarci come ci ama Dio, per diventare il meglio di ciò che possiamo diventare, per pensare in grande e volare alto.

L’amore è la spiegazione di tutto, il principio di tutte le cose. Scrive Tagore: “L’amore è il significato ultimo di tutto quello che ci circonda. Non è solo una sensazione, è la verità, è la gioia che è la fonte di tutta la creazione”. L’amore è la possibilità di esistere che il Signore ci dona e che ha effuso in tutta la creazione, perché l’essere umano possa ritrovarsi amato, salvato e custodito, donato e donante di amore eterno.

“Signore,

rendi il mio cuore capace di amare

poiché solo così sarà vivo;

esso non è solo carne,

è il luogo dove poter custodire coloro che mi fai incontrare.

Aiutami a donare loro un po’

dell’amore che hai donato a me,

cosi che in questo mondo

tanti cuori battano la sinfonia di Dio,

la sinfonia di un amore donato sino alla fine.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Profumo

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03 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 42,1-7

Salmo: Sal 26 (27)

Vangelo: Gv 12,1-11

Gesù si trova a Betania a casa dei suoi amici Lazzaro, Maria e Marta. Qui accade un fatto particolare: Maria si abbandona all’effusione dell’amore, presentandosi al suo Signore con tutta se stessa, mettendosi in gioco e rompendo con gli stereotipi femminili del tempo.

Ella cosparge i piedi di Gesù con abbondantissimo e prezioso profumo, e li asciuga con i suoi capelli. Maria non teme i giudizi degli altri, cosa possano pensare di un simile gesto ed anticipa quello che farà tre giorni dopo Gesù ai suoi discepoli. Maria anticipa la fragranza dell’amore del Signore che si diffonderà per tutta la terra, dove lo spreco di tanto profumo, dice l’abbondanza quale misura dell’amore.

Come Maria mettiamoci ai piedi di Gesù, versiamogli tutto il profumo, ovvero, tutto l’amore di cui siamo capaci che ritornerà a noi moltiplicato, profuso nei capelli, poiché l’amore effonde nel cuore il suo ritorno, è più forte di un profumo, non andrà mai via, resterà per abitarvi. Cosi è l’incontro di quella donna con Gesù, avvenuto una volta, ma che vale per tutta la vita, in quanto è l’amore a fare di sé il sigillo. Il Suo amore non conosce il risparmio, la sua logica, è quella di dare tutto.

“Signore,

qui, ora siamo solo io e Te.

Uno di fronte all’altra,

non c’è bisogno di parlare,

Tu sai di me, mi conosci

ed io povera creatura, ti dono

tutto quello che posso,

tutto quello che sono:

una boccetta di profumo spaccata.

Un cuore infranto, ma con tutta la voglia di non perdersi.

Il Tuo amore mi ha preso così come sono,

non ha badato alla frattura,

si è limitato ad accogliere quello che io potevo fare,

ed io per sempre, lo ricorderò e ci sarò per te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Gettiamo via le pietre che appesantiscono il nostro cuore

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31 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

Prima lettura: Ger 20,10-13

Salmo: Sal 17 (18)

Vangelo: Gv 10,31-42

“Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?”.

I Giudei non sopportano più Gesù, sono pronti a lapidarlo. Ha bestemmiato, perché Lui che è uomo si è fatto Dio.

Un Dio dal volto umano non può essere un Dio, è troppo povero! Non si accorgono di avere un immagine sbagliata di Dio, lo vedono come uno al quale importa più la sua legge, che non la gioia dei suoi figli; un Dio dallo sguardo giudicante, che toglie anziché dare possibilità. Non comprendono, che solo quel Volto può trasformare il nostro cuore che getta pietre, in un cuore umano che dona amore.

Dio dona misericordia e possibilità di vita nuova. Il fine di tutta la storia sarà positivo, perché vi ha messo mano e non si tirerà indietro; andra fino alla fine, salirà sulla croce per salvare tutta la creazione e redimere l’uomo creato ad immagine della sua immagine.

Alla soglia della settimana santa, gettiamo via tutte quelle pietre che appesantiscono il nostro cuore e occupano le nostre mani, per riconoscere quanto amore viene versato in quest’ora della storia e per tutti i tempi. Li è l’inizio della nostra fede, dove credere in Lui è lasciarsi commuovere da tanto amore.

“Signore,

sostieni la mia vita,

donami la forza di cambiare quello che non va,

tutto cio che mi allontana da Te.

Aiutami sempre a credere in Te,

nelle tue opere, nella tua parola.

Fa della mie scelte

il luogo dove si possa scorgere il nostro incontro.

E quando inciamperò

mostrami sempre il tuo amore

per rialzarmi e ripartire.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“la verità vi farà liberi”

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29 MARZO 2023

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 3,14–20.46.50.91–92.95

Salmo: Dn 3,52–56

Vangelo: Gv 8,31-42

Forse pensiano troppo poco al potere delle parole. Nella parola c’è la possibilità di dare vita, fiducia, chiarificare, di creare relazione, comunicazione, ma anche di gettare nel caos, nello smarrimento seminando sfiducia, di distruggere la comunione e minare la relazione.

Rimanere nella parola di Gesù, ci fa diventare suoi discepoli alla scuola della verità che libera, di quella verità che è Lui stesso. La verità di Gesù ci fa liberi.

Il segreto della libertà, è in quel pezzetto di Dio che è in noi. Dio che parla, crea l’uomo come libertà dialogante con Lui, ma non lo costringe a mettersi in dialogo, lo lascia libero. La libertà diventa allora per l’uomo, un cammino di continua ricerca e scoperta di essere già stato liberato da Gesù Cristo che è via e verità.

Quando l’uomo tenta di darsi la libertà da solo, fallisce miseramente, perché la libertà è propria solo di un cuore che è stato liberato da un amore più grande, altrimenti si rimane schiavi delle cose e presi dalla paura dei giudizi altrui. Cosi non si è liberi, si vive solo un’illusione di libertà.

“La verità vi farà liberi”, perché è l’amore che libera, ci insegna ad essere noi stessi, veri, autentici, a sentirci amati e ad amare gli altri stabilendo un corretto rapporto con Dio, coi fratelli e con le cose, dove tutto è posto a servizio della vita.

Restiamo nella parola di Gesù e chiediamogli di custodire il nostro cuore, perché la verità del suo amore che libera, ci insegni a fare verità dentro di noi, per vivere da veri figli liberati e liberanti.

“Signore,

libera il mio cuore da tutto ciò che non sei Tu.

Donami la forza di ricominciare, di essere vero

per vivere con Te come un figlio,

così che guardandomi dentro

ritrovi uno spiraglio di Luce,

un principio di libertà

nato non da me,

ma dall’amore che tu, o Dio mi hai promesso,

e che mi ha visitato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Amerai

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17 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Os 14,2-10

Salmo: Sal 80 (81)

Vangelo: Mc 12,28b-34

Nel Vangelo di oggi ci colpisce subito una parola: “amerai”. Sì, “amerai Il Signore Dio tuo”. Ma questo è un verbo al futuro, eppure, il Signore molti di noi lo stanno già amando da tanto tempo. L’amore non è statico, è un programma vivo per il futuro della nostra vita.

Dio chiede di essere ascoltato ed amato con tutto il cuore, con tutta la tua forza, le tue energie, con anche tutto quello che puoi fare e non fare, con i tuoi dubbi e le tue fatiche, ma non dimenticarti mai, che Egli è follemente innamorato di te e per un tuo piccolo gesto di amore, rifarebbe il mondo. Santa Teresa d’Avila in una visione riceve questa confidenza dal Signore: “Per un tuo ti amo rifarei di nuovo l’universo”.

Il nostro Dio è un Dio al futuro, per questo si getta alle spalle tutti i nostri peccati, i nostri errori, perché Lui guarda sempre alla possibilità di amare di nuovo.

Il passaggio della Pasqua, ci porta a guardare proprio alla novità di vita: Cristo risplenderà vivo, tutta la natura si risveglia, fiorisce e germoglia, la bellezza dell’amore di Dio ci avvolge e si comunica.

Il cammino di fede parte sempre dalla scoperta di sentirsi amati e prosegue amando. Nelle nostre giornate gettiamo un pensiero di amore al Signore, semplicemente così: “Signore, ti amo”. Parole che possono diventare roccia della nostra vita, come lo sono state per il grande Benedetto XVI, che al momento di lasciare questa terra ha pregato cosi il Dio della vita, il Dio eterno che ama già il nostro futuro.

“Signore,

aiutami ad amare

nella maniera piu tenera che il cuore possa fare.

Aiutami ad amare nella concretezza

così che ogni mio gesto,

risplenda di quell’amore che Tu mi hai donato.

Insegnami ad amare come hai fatto Tu,

cosi che in quell’ “amerai il Signore Dio tuo”,

ci sia tutto il mio passato,

il mio presente, il mio futuro,

che grazie al Tuo amore,

ora mi ha condotto qui”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)