“La Vacca e l’Ua”
Ma non era la Volpe e l’Uva?!? Ma no, questa è n’altra storia.
In quel de Barcajò (*1) Pippo e Tabacchì razzolavano per l’aia.
No, non erano galline, erano cagnetti da formaggio. Due simpaticissimi miscugli di non si sa quali razze, pieni di ingegno ed energia. E te credo! A loro il calcio non mancava… oddio, forse ogni tanto prendevano anche qualche zampata (*2), ma intendevo quello contenuto nel formaggio.
Pippo e Tabacchì erano le ombre di Paulì (magari anche solo le ombre delle sue ciavatte (*3) ), ce ne erano due ad ogni generazione canina.
Sempre Pippo e Tabacchì, molti più Pippo in realtà, i Tabacchì solo all’occorrenza.
Pippo e Tabacchì andavano a pane e formaggio, come Paulì.
Questo se c’era pane a sufficienza, perché coi nipoti che merendavano a “pa’ cu l’ojo” (*4) o “pa’ e zucchero (e vi’ (*5), anche se allungato con l’acqua)”, magari a loro rimaneva solo la caciotta.
Le scorze della caciotta, s’intende.
Quando Paulì tornava dal campo, Pippo e Tabacchì si materializzavano. Pur con le loro zampette corte, erano due schegge saltellanti. Pura gioia, o fame, vedete voi!
Diciamo che erano un po’ viziati… le caciotte (e le scorze) non mancavano.
Il menù di mio nonno era molto vario:
Mattina presto, prima di andare nei campi
pane (a fette fine), caciotta poco poco stagionata (a fette nerte (*6) ), un bicchiere da cantina de vi’ de casa;
Metà mattina, pausa dal lavoro nei campi
pane (a fette fine), caciotta poco poco stagionata (a fette nerte), un bicchiere da cantina de vi’ de casa;
Pausa pranzo
pasta al pomodoro annacquato, la Domenica ragu marchigiano con le zampette dei polli, grigili (*7) e affini, ics bicchieri de vi’ de casa;
Metà pomeriggio, pausa dal lavoro nei campi
pane (a fette fine), caciotta poco poco stagionata (a fette nerte), un bicchiere da cantina de vi’ de casa;
Cena, non tanto tardi (che me svejo presto e so’ stracco (*8) ) – minestrina cotta in acqua co n’filo de sale, battuto de insalata fina fina sa un bel goccio d’ojo e …
se proprio volemo fa festa, una fettarellina fina de pa’ co n’bel pezzetto de cagio (*9).
Direte voi, pane e formaggio a colazione la mattina presto?
In effetti ce lo siamo spesso chiesti anche noi…
Nipoti:
“Nonno, ma te non fai colazione col latte e caffè?”
Paulì, alzando la mano col panì al formaggio, la bocca ancora un po’ impastata e smorfia brencia (*10):
“Io berrò il latte
quanno le vacche magnerà l’ua!” (*11)
E questo è quanto.
Che poi tanto era lui a far cibare le mucche
e l’uva…
secondo me
…non gliel’ha mai neanche fatta assaggiare!