Sanremo, con un pandemia in corso, quest’anno andava semplicemente abolito, come sono stati aboliti gli Europei di calcio che dovevano andare in onda nell’estate del 2020. Perché il clima spensierato nell’edizione passata, quando il Covid non stava ancora massacrato il mondo, non poteva essere lo stesso clima spensierato di quest’anno. Sanremo non andava celebrato poiché non puoi risolvere questo momento storico con la battuta sui palloncini in platea a forma di cazzo o giocare sulle mascherine o sulla stupidità dei protocolli. Non puoi celebrare un festa in mezzo a 100mila funerali celebrati in Italia. Un momento di silenzio canoro su questa immensa sciagura era d’obbligo. Anche l’assenza del pubblico in sala ha mostrato tutta la drammaticità del momento. La platea è vuota. Fiorello non può contare sull’atmosfera da villaggio turistico che riesce e creare con la gente seduta in sala e Amadeus non ha lo stesso carisma di un Fabio Fazio che meglio di lui avrebbe potuto raccontare la realtà che stiamo vivendo. Non è normale cantare, ballare, ridere e fare battute mentre là fuori la gente si ammala e muore. E’ stato un atto di forza che però, leggendo lo share, non è riuscito per nulla. E c’era da aspettarselo. Perché non puoi trasformare il Festival di Sanremo in una festa nazionale mentre la gente cerca di sopravvivere alla più grande pandemia del dopoguerra. Ma forse chi ha organizzato questa kermesse ha sperato che la gente si distraesse dai problemi e percepisse un segnale di ritorno alla normalità. Una risposta che non c’è stata e il paradosso è che per giustificare questo disastro di ascolti lo stesso Amadeus ha balbettato: “La gente è arrabbiata, chi vive questo stato d’animo di certo non va a una festa di compleanno”. Giusto. Ma allora perché non avete rinunciato a Sanremo, quest’anno?