Cassazione: “Dire frocio a un omosessuale è reato”

AAKhGOIGuai a definire un gay un “frocio” perché è un reato. È questo il parere della Suprema Corte che ha confermato la condanna nei confronti di un transessuale che, sul suo profilo social, aveva sostenuto che un politico locale era omosessuale poiché aveva intrattenuto un rapporto sessuale con lui, definendolo un “frocio”  e uno “schifoso”. Il destinatario di quei contenuti ha sporto denuncia e, dopo due condanne per diffamazione in primo e secondo grado, il trans si è difeso davanti alla Cassazione sostenendo che le parole usate “avrebbero ormai perso, per l’evoluzione della coscienza sociale, il carattere dispregiativo”. Ma i giudici della Cassazione non sono stati dello stesso parere e hanno decretato che “le suddette espressioni costituiscono, oltre che chiara lesione dell’identità personale, veicolo di avvilimento dell’altrui personalità e tali sono percepite dalla stragrande maggioranza della popolazione italiana, come dimostrato dalle liti furibonde innescate, in ogni dove, dall’attribuzione delle qualità sottese alle espressioni di cui si discute e dal fatto che, nella prassi, molti ricorrono, per recare offesa alla persona, proprio ai termini utilizzati dall’imputato”. Risultato finale? L’imputato è stato condannato a risarcire il politico offeso con tremila euro. Una notizia curiosa, non tanto per l’esito del processo, ma perché trovo paradossale che un trans offenda un gay definendolo “frocio”. Perché, piaccia o non piaccia, un trans è pur sempre un uomo diventato donna che va a letto con un altro uomo, in un rapporto che resta, volente o nolente, pur sempre un rapporto omosessuale.

Cassazione: “Dire frocio a un omosessuale è reato”ultima modifica: 2021-05-23T11:54:11+02:00da thorn2021

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