L’imbarazzante monologo di Palombelli sulle donne

 Barbara Palombelli al Festival di Sanremo è riuscita nel raro intento di fare un disastroso monologo nel silenzio tombale dei media, che non si sono nemmeno chiesti cosa le sia passata per la testa in quei momenti di imbarazzanti confessioni. Ha cominciato con la solita lagna trita e ritrita: questo è un Festival di maschi, impreziosito con presenze femminili che però vengono pagate meno degli uomini. Come se un conduttore che fa, appunto, il conduttore da 30 anni debba essere pagato meno di una che si esibisce per cinque minuti con il vestito da sera e il sorriso accattivante. Il suo monologo parte subito male: “Questa è una serata dedicata alle donne, alle mamme, alle nonne perché hanno un compito delicato, quello di tenere il paese, perché tengono la scuole aperte attraverso i tablet, tengono le famiglie tranquille, accudiscono”. Le donne devono tenere il paese? Perché gli uomini finora cosa hanno tenuto in piedi, il David di Michelangelo? Ma poi che vuol dire che tengono le scuole aperte attraverso i tablet? Gli uomini non usano i tablet? Tengono le famiglie tranquille? Perché gli uomini che vanno a lavorare, sfidando pure il Coronavirus, non tengono le famiglie tranquille? A quel punto, mentre sorgono i primi interrogativi sul livello di consumo di alcool a Sanremo, la Palombelli fa una sintesi della sua vita: “E quindi alle donne italiane voglio raccontare chi sono. Ero una ragazzina. Amavo i Beatles e i Rolling Stone. Ero ribelle, guidavo moto e macchina senza patente, mi sono sfracellata , noi ragazzi cercavamo emozioni. Ho lavorato tanto. Ho fatto la commessa, la standista, la segretaria”. E quando cominci a pensare che il consumo di alcool a Sanremo abbia effettivamente superando i limiti consentiti dalla legge, la Palomba spicca il volo e si supera: Ragazze, noi dovevamo lottare per i nostri diritti, voi donne i diritti già li avete trovati fatti, adesso sta a voi difenderli ma con il sorriso, tanto non andremo mai bene ai mariti, ai padri, ai fratelli”. Amen. Che tradotto vuol dire: “Non c’è più niente da chiedere perché la parità a voi ragazze è stata servita su un piatto d’argento grazie a me che ero ribelle, ascoltavo i Beatles, facevo la commessa e mi sfracellavo con la macchina contro il muro. Ora difendetela ma con il sorriso senza diventare femministe incazzate quando vi pagano la metà degli uomini”. Già, perché la Palombelli ha confessato che da ragazza fu assunta dal quotidiano La Repubblica che la pagava 7 euro a pezzo. Ma guarda te. Come se una giornalista di oggi, con tutta la parità garantita dalle fatiche della Barbarella, non fossero precarie e non percepissero lo stesso 10 euro ad articolo. E dunque il finale: Le donne forti in questa Europa devono contribuire alla nostra rinascita non vi arrendete ragazze, correte, fate rumore!”. Un modo per dire: nonostante le mie fatiche non siamo riuscite a rinascere, adesso pensateci voi. Ma come: le ragazze di oggi non erano quelle che aveva trovato la pappa pronta, la parità già servita? E adesso devo lottare per far rinascere le donne senza arrendersi? La mia impressione e che, davanti al discorso di Palombelli, le donne si siano già arrese. Purché lei la smettesse di parlare.

 

L’imbarazzante monologo di Palombelli sulle donneultima modifica: 2021-03-06T17:01:37+01:00da thorn2021

3 thoughts on “L’imbarazzante monologo di Palombelli sulle donne

  1. Cristina Soffientini

    Beh, dai, qualcosa di intelligente l’hanno fatta gli uomini. L’han piazzata tardi così chi ha avuto il culo di addormentarsi prima si è evitato il monologo più imbarazzante della storia della plastica facciale…

    1. thorn2021 Post author

      Nessuna partecipazione al festival è improvvisata. Tutto è già deciso secondo copione. Avranno letto il discorso e avranno deciso di piazzarlo per ultimo perché a Sanremo si canta, non si piagnucola.

  2. Paola

    Del resto una che afferma che al Nord si ammalano di più perché sono tutti ligi e vanno a lavorare mentre al Sud pettiniamo le bambole dalla mattina alla sera difficilmente avrebbe potuto fare un monologo intelligente e degno di nota

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