Quelle bacheche vuote per la festa del papà

download (81)Ieri ho dato un’occhiata alla homepage di Libero per vedere quanti post fossero dedicati alla festa del papà. Qualche augurio e qualche frase impregnata di amore c’era. Ma c’erano tante bacheche vuote. Erano quelle di chi il padre non l’ha visto mai e ha riempito il vuoto di rancore o di malinconia. Quelle di chi il padre l’ha visto troppo poco per averne un vivido ricordo. Quelle di chi il padre ce l’ha ancora, ma ha foto troppo sfocate per poterle pubblicare su una bacheca senza spiegare cosa racconti quell’istantanea. Sono le bacheche mute di chi vive nell’irrisolto. Quelle di chi dai padri ha imparato il sacrificio e la rinuncia. Quelle di chi non si è sentito all’altezza. Quelle di chi ha provato a rompere una corteccia senza però riuscirci. Quelle di chi ha vissuto nel mito, di suo padre, per poi averne un ricordo amaro in età adulta. Quelle di chi prova rammarico per non essere stato troppo vicino al padre. Quelle di chi non capisce perché è venuto al mondo, visto il disinteresse paterno in cui è cresciuto. Quelle di chi ha avuto un padre sbagliato, ma si è raddrizzato in corsa. O non si è raddrizzato mai. Quelle di chi ha provato a sbrogliare la matassa, ormai adulto, e non ci è riuscito, perché in certe famiglie i genitori restano il grande mistero che la vita non risolve, ma che ci lasciano nella mente tanti perché.
Quelle bacheche vuote per la festa del papàultima modifica: 2021-03-20T08:54:41+01:00da thorn2021

5 thoughts on “Quelle bacheche vuote per la festa del papà

  1. Carla

    Hai dimenticato di citare i figli che vorrebbero essere figli e invece diventano genitori dei genitori rimasti figli. Mio padre, per esempio, è andato via (non è morto) quando avevo un anno. Quando provi per anni a costruire un legame, a capire determinate cose incontri solo muri. A 18 anni dopo tanti ed innumerevoli tentativi ho chiuso definitivamente. Ci ho dovuto lavorare tanto con un supporto, talvolta ci lavoro ancora perché vecchie ferite si ripercuotono nel mio presente. Mi sono sposata 5 anni fa con l’uomo che amo, che ha vissuto il mio dolore perché ci siamo fidanzati molto giovani, abbiamo una figlia, sono la mia vita, ed io quando li guardo giocare o parlare mi sento rincuorata che la vita mi ha dato un opportunità diversa. E va bene così.

    1. thorn2021 Post author

      Ottima osservazione, la tua. In effetti ci sono figli che sono costretti a fare i genitori dei loro stessi genitori rimasti figli. Ma, sai com’è, leggendo la tua esperienza ho l’impressione che certi figli vengano al mondo solo per un…incidente di percorso.

  2. surfinia60

    Io sono tra coloro che non fanno mai menzione di questa ricorrenza. Quella del padre è una nota molto dolente per me. Ho vissuto in famiglia fino all’età di 25 anni, poi la convivenza è diventata insopportabile proprio a causa del genitore e me ne sono andata, senza niente in mano, solo con i vestiti che indossavo o poco più. Negli anni successivi ci sono stati, solo da parte mia, dei tentativi di riallacciare i rapporti. Ho fatto molta autocritica ed ero giunta alla conclusione che non poteva essere tutta colpa sua. Purtroppo col passare degli anni mi sono dovuta ricredere. Ho avuto un padre assente, incapace di provare empatia, narcisista ed egocentrico, capace solo di usare le persone a suo piacimento, sacrificandone la vita come ha fatto con mia madre, morta prematuramente. Se n’è andato 5 anni fa, con accanto la sua nuova moglie la quale ha ereditato tutti i suoi averi e quella che doveva essere l’azienda di famiglia, dalla quale a me non è arrivato neppure un centesimo. Scusa se mi sono dilungata, ma come ho detto in premessa, è un tasto dolente.

  3. anonimo

    “Di chi avrebbe voluto sentirsi figlio invece è nato padre”. Dice tutto.
    Ringrazio il maschio che mi ha dato la vita, ma devo tutto a mia madre. Ho sempre pensato che se mai diventerò padre… Non sarà così difficile, basterà fare tutto il contrario o almeno la metà del mio, sarebbe già una vittoria.

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