Siamo il popolo dei furbi e dei fessi. I furbi sono quelli che predicano bene e poi razzolano male. I fessi sono quelli che a questa gente crede pure. Ricordate Laura Boldrini? La  paladina delle donne, quella che si batte per declinare i tutti i nomi a femminile, quella che ha fatto dei diritti delle donne il suo cavallo di battaglia? Ebbene, si è scoperto che lei era la prima a trattare male le sue collaboratrici dal punto di vista economico e umano. A scoprirlo, tanto per non cambiare, è stata Selvaggia Lucarelli, che ha dato il via a un’inchiesta partita con la segnalazione a un patronato da parte di Lilia, collaboratrice domestica moldava della deputata, e alla quale hanno fatto seguito rivelazioni “scottanti” di altre ex collaboratrici. Si parla di stipendi da fame, di liquidazioni mai date, di pretese sugli orari di lavoro ai limiti dello sfinimento. Selvaggia Lucarelli, nell’inchiesta, parla di collaboratrici che si sono rivolte agli avvocati per ricevere quanto le spettava in termini monetari. Una lista che si sta allungando e che è finita anche sul tavolo dell’Ispettorato del lavoro. Una di queste collaboratrici, assistente parlamentare della Boldrini, racconta di mansioni che andavano oltre il suo compito di assistente personale, come ritirare le giacche dal sarto, prenotare il parrucchiere, comprare trucchi, acquistare pantaloni. Il tutto, ovviamente, sempre con lo stesso stipendio. Confessioni imbarazzanti che si stanno moltiplicano ora dopo ora e che portano alla storia di un’altra collaboratrice della deputata dem, che parla di “capricci assurdi” della Boldrini in ufficio e di richieste esasperanti anche in privato. Rivelazioni che gettano un’ombra su una delle politiche che si è sempre battuta per i diritti delle donne e che poi, quei diritti, era la prima a calpestarli.