Andrea Scalzi, per me, può anche vaccinarsi saltando le liste d’attesa ed entrando in liste segrete accessibili solo a conoscenti e amici. Ma su due cose non transigo: non ti puoi definire caregiver, cioè uno che si prende cura dei genitori affetti da disabilità, per sostenere di aver il diritto a vaccinarsi. Perchè i caregiver non sono figli premurosi: sono persone costrette ad abbandonare il lavoro per convivere con la persona fragile, mentre Scalzi è un giornalista sempre lontano da casa. La differenza è importante, e non si deve fare confusione. La seconda cosa sbagliata è che non ti puoi promuovere a testimonial di Astrazeneca, dicendo a tutti: “Ho fatto da cavia”, “Mi sono preso il rischio”, “Dovete ringraziarmi perché gli italiani sono terrorizzati e non volevano vaccinarsi, io l’ho fatto”, “L’ho fatto per i miei genitori”. Se c’è un modo sbagliato di rassicurare le persone è proprio quello di dire che chi si vaccina fa da cavia, che rischia. Il vaccino è sicuro e non c’è alcun atto di eroismo nel farselo. Gli eroi, piuttosto, sono quelle persone che attendono educatamente di vaccinarsi, rischiando di prendersi il virus ogni giorno senza saltare le liste d’attesa. Scalzi, invece, ha solo voluto fare il furbo.