Da quando ha pubblicato il libro “Stai zitta”, Michela Murgia si sente in diritto di pontificare su ogni questione. E’ recente la sua uscita sul generale dell’esercito Francesco Paolo Figliuolo, nominato capo della Commissione per la lotta al Covid. Alla Murgia questo non è andato giù perché per lei le divise starebbero bene solo ai dittatori. Ma forse la Murgia non ha ancora compreso la gravità della pandemia in corso. Non ha capito che siamo in guerra e che un generale chiamato a combattere contro questo nemico era proprio quello che ci voleva. Forse la paladina delle donne non ha sentito le parole del presidente americano Joe Biden che ha paragonato il Covid a una guerra da vincere a tutti i costi. Forse non ha sentito nemmeno le parole del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che ha tuonato chiaro: “Lo vogliamo capire che siamo in guerra? Stiamo lottando per salvare l’Italia, punto. Non si tratta di un colore politico, si tratta di sicurezza nazionale”. Sarebbe interessante chiedere a Michela Murgia se abbia ben chiaro in testa il termine di “guerra” e cosa possa significare questo per un popolo. Ma lei pensa solo a sparare giudizi, incurante dei drammi che il coronavirus sta creando nel mondo. Anzi, sembra quasi esserne contenta se, in pieno lockdown, si augurò che la pandemia durasse quanto più a lungo è possibile solo perché, stando alle sue parole, c’era meno traffico in giro. Sarebbe interessante chiedere alla Murgia se le fa più paura un uomo con le stellette oppure un nemico pericoloso e invisibile che ha già provocato oltre 3 milioni di morti nel mondo e oltre 130 milioni di contagiati, molti dei quali non sanno se sopravvivranno alla malattia. Ma a lei tutto questo non interessa. A lei interessa solo mettere bocca dappertutto, emettendo giudizi senza che nessuno abbia chiesto la sua opinione. Una presunzione in stile Torquemada e davanti alla quale un sonoro “ma stai zitta” sarebbe più che giustificato.