parole e favole

A lungo ho annotato parole da assemblare e donare a coloro che portavo nel cuore; erano funzionali a raccontare il mio stato d’animo che altrimenti sarebbe rimasto in ombra, puntualmente avversato dalla timidezza. Poche righe per comunicare gioia riconoscenza delusione amarezza, talvolta solo l’essenzialità dei giorni. I destinatari, fatte salve pochissime eccezioni, assicuravano all’oblìo le mie sillabe che, poverine, sapevano già in partenza di consegnarsi a una resa senza onore. Nondimeno speravo nel loro potere taumaturgico, se non in maniera strumentale almeno come forma di suggestione. A conti fatti mi era di conforto sapere che è così che deve andare: il per sempre è una delle favole più belle che ci siamo raccontati.

horrific

Se per la paralisi del sonno la letteratura scientifica si è pronunciata a sufficienza fornendo risposte rassicuranti e in un certo qual modo banali, lo stesso non può dirsi per i graffi che compaiono su alcune parti del corpo al risveglio. Per dirla meglio, le ipotesi a riguardo sono tante e, proprio in ragione dei numeri, il suggerimento più gettonato è quello di filmarsi notte dopo notte e poi tirare le somme. Per un’appassionata di paranormale la questione non è di poco conto: viene qualcuno a tracciare rotte sulle mie braccia o sono io stessa a trovare un modo per punirmi? È la paura del futuro a lasciare quelle scie rosse o forse il rimorso? Bel rebus. E dire che ho fatto di tutto per costruirmi una vita tranquilla, lontano dai guai. Ma stando ai fatti, pare che perfino rallentare i battiti del cuore serva a poco.

L'Incubo di Johann Heinrich Füssli: analisi