Scale di marmo

E’ lì.
Sul gradino più alto. Stivali neri con tacco.
La vedo da sotto.
Vedo gli scalini.
Sei sul gradino più alto.
La base dove poggia il piede destro è un blocco di marmo perfetto, angoli sagomati, bordi precisi.
La forza del marmo: brillante, compatto.
Sei di spalle, con il tacco degli stivali neri al limite del bordo esterno dello scalino di marmo.
Se fai un movimento sbagliato con il tacco scalfisci la perfezione di quello scalino, intacchi la perfezione creata sino ad ora.

Lucentezza,
compattezza,
perfezione.

Basta poco per scendere dal gradino più alto e finire giù giù.
L’opera d’arte unica che diventa prodotto industriale di serie.
Intaccare un’opera perfetta, scalfire e rovinare l’opera immaginata creata e plasmata.

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Nome, luogo, persona

Dopo un tempo quasi sembrato indefinito, ora le emozioni hanno un “nome” (diario); hanno un “luogo” (stanza, si una stanza di colori, come il nome del diario); hanno una “persona” che vive questi luoghi (la Donna).

L’emozione (qualcosa di non tangibile) che diventa viva, vitale e dà vitalità !

Direttamente da archivio

Direttamente dall’archivio: eleganze, posa, sentimento.
Immagini un tempo perse.
Ora sono qui presenti. Se ne saranno perse nel lungo cammino, ora per ri-vivere emozioni sono qui e non si perderanno, non andranno smarrite.
Immagine storica questa.
Ora c’è lei, presto arriverà LEI, capace di far sentire nuove emozioni.

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