È così facile non pensare a se stessi, ma agli altri, alle identità degli altri.
Si accende la tv e si cerca qualcuno che dichiara qualcosa, che si identifica in un modo piuttosto che in un’altro.
Pensiamo: questo politico mi piace, dice cose giuste, mi identifico in lui. Lo voto.
A questo punto potremmo pensare che la nostra identità potrebbe crescere grazie alle nostre “simpatie”, a ciò che ci piace.
Tutto qua?
In pratica noi siamo ciò che ci piace essere o ciò che ci piace che gli altri siano?
Non posso parlare in modo più semplice, questa domanda è d’obbligo.
Allora dopo questa domanda, devo pensare che ciò che mi piace, non è ciò che sono. È ciò che vedo negli altri.
Quindi sono a punto da capo. La mia personalità, identità, non cresce “assieme agli altri” semplicemente simpatizzando con altre persone.