8. Piccoli stronzi crescono

Attenzione! Il seguente articolo fa parte di un romanzo erotico/comico/fantascientifico a puntate e, come tale, è riservato a un pubblico maggiorenne: se hai meno di 18 anni sei pregato di chiudere immediatamente questa pagina!

8. Piccoli stronzi crescono

Finalmente la dottoressa Saltenberger Raden von Krausslofter riuscì a ricomporsi e a servire con doverosa umiltà il caffè senza provocare imbarazzo a tutto il genere femminile. Anche il direttore si accorse degli sforzi della donna e volle elogiarla congratulandosi ad alta voce con lei «Ma brava la nostra dottoressa: ha visto che alla fine, cerca cerca, abbiamo trovato qualcosa che sa fare bene? Ha capito che non ho niente contro di lei vero? Noi uomini siamo fatti così: fra colleghi si scherza, solo le donne iper isteriche si offendono per simili sciocchezze…»

Rassicurata la dottoressa Raden gli dispose «Sì, lo so: è che talvolta gli uomini non riescono a esprimere le loro emozioni e allora…»

«Ed ecco che esce la femmina tossica…» – scappò detto al colonnello Kack il quale però, accorgendosi che la dottoressa l’aveva sentito e si era interrotta guardandolo con gli occhi nuovamente colmi di lacrime, si riprese facendole un complimento «Comunque il suo caffè era buonissimo: aveva un aroma particolare, un retrogusto amaro che…»

«Sarà perché l’ha allungato con le sue lacrime! Ah! Ah!» – si intromise gridando dall’altro lato della tavola il giovane tenentino Parakulovsky che cercava sempre di attrarre le simpatie del suo superiore. Ci fu qualche risata isolata ma subito tutti si zittirono vedendo il cipiglio del colonnello che con voce bassa, tremante per la rabbia, gli rispose «Agente Spiffer Battler Jones Parakulovsky come osa, non dico pronunciare ad alta voce, ma anche solo pensare un commento così inopportunamente sessista verso una sua collega? Crede che solo le donne piangano? Ebbene: lo ammetto senza vergogna, anch’io, il vostro virile e cazzuto direttore con i controcoglioni, l’omone che tutte le donne in fondo in fondo sognano, dieci anni fa ha pianto per qualche minuto quando ha dovuto sparare alla sua fedele husky, la mia dolce Arianna. Dopo una vita di cameratesca compagnia era ormai sofferente e malata incurabile: si era rotta una zampa. In certi casi non c’è niente di male a versare qualche virilissima lacrima.»

«Una zampa rotta si può curare facilmente…» – si lasciò sfuggire il capitano Scott Jr. Mac Burgerein.

Ma il colonnello Tualet aveva un buon udito e sbottò irato «Così lei capitano Carl Patt Scott Jr Mac Burgerein è anche un veterinario? È questo che dice?»

«No, ma…»

«Silenzio! Non ha studiato? All’università non ha mai visto un western? Quando un cane si azzoppa gli sparano sempre. Sempre. Sempre perché è come se fosse già morto.»

«Ma veramente… per i cavalli forse ma…»

«Ora basta capitano! Non si permetta illazioni di cui la farei pentire: per me la mia husky, Arianna, non era solo una cagna: era come una figlia, anzi, una moglie: un’amante sempre disponibile, comprensiva e dalla lingua lunghissima… Avrei fatto tutto per lei: non si azzardi a metterlo in dubbio!»

A quelle parole sincere nessuno pianse ma molti si commossero emettendo sbadigli mascolini: il capitano si morse la lingua e non aggiunse altro mentre tutti guardarono duramente il tenente Spiffer Jones Parakulovsky, divenuto piccino piccino per la vergogna, a causa della sua mancanza di sensibilità per la morte dell’adorata cagna, amata come una figlia, dal direttore.

A rompere l’imbarazzato silenzio ci pensò la dottoressa von Krausslofter «È bello che lei non si vergogni di piangere: anche gli uomini dovrebbero sempre cercare di piangere quando ne sentono il bisogno…»

«Questa è proprio una femmina tossica…» – borbottò fra sé il colonnello Snurf scuotendo la testa disgustato prima di tornare a rivolgersi all’insensibile tenente Battler Jones.

«Il suo comportamento agente Spiffer è stato sconsiderato e ingiustificabile. Sono costretto a punirla con la massima severità che mi è consentita per gli ignobili comportamenti di questo genere. Prenda la sua roba e vada a sedersi nell’angolo della punizione per cinque minuti: poi ritorni in silenzio al suo posto e non disturbi ulteriormente.» – decretò il severo ma giusto direttore, il colonnello John Gordon Pot Sr. Snurf Kack Tualet.

«E ora dottoressa von Krausslofter, a lei la parola.»

La dottoressa Lily Ruth Saltenberger Raden cominciò esitante il discorso, preparato il giorno prima e provato più e più volte, aspettandosi e temendo qualche nuova interruzione. Ma, con sua sorpresa, tutti rimasero in silenzio ad ascoltarla. Lentamente le parole, che chissà perché le roteavano nella testa come ballerine di pole dance intorno al palo, si disposero infine in buon ordine, una dietro l’altra, e lei acquistò sicurezza e scioltezza nella propria esposizione.

«Per prima cosa un breve aggiornamento sui precedenti casi: le sorelle Ricottella, Peretta e Patatonda Lloyed McMundsen Packman stanno bene così come i loro “bambini” che continuano a crescere a grande velocità: non solo vengono allattati continuamente ma non espellono feci: probabilmente tale materia di scarto viene assorbita dalla loro carne fungosa consentendogli un’ulteriore crescita. Da un punto di vista psicologico le ragazze sembrano stare bene ma continuano a essere reticenti sulla creatura che le ha aggredite, come se volessero proteggerla. A parte questo il dottore che le segue ha notato un inconsueto attaccamento alle proprie creature…»

Qui il colonnello non riuscì a trattenersi dal commentare «Come solevano dire gli indiani meridionali del New Mexico “ogni scarrafone è bello a mamma sua” che tradotto in inglese significa “che ogni madre ama i propri figli”… anche quando sono dei pezzi di merda! Ah! Ah!» – e tutta la squadra, compresi la dottoressa e il capitano, si unirono alla risata del direttore apprezzando la sua arguta battuta.

«È poi confermato che la quarta vittima, la signorina Cavolina Fushan, è anch’essa incinta nella stessa strana e anomala maniera che aveva caratterizzato le sorelle Lloyed McMundsen Packman…»

«…ovvero un mostriciattolo di merda sta crescendo nel suo grembo…» – commentò fra sé il colonnello.

«…in parole semplici e scientifiche le cose stanno proprio così…» – confermò in tono di gravità la dottoressa «…anche lei sembra intenzionata a voler proteggere in ogni maniera la vile creatura ma fortunatamente l’agente che abbiamo mandato sul posto a investigare ha trovato un insospettabile e attendibile testimone che ha visto tutto.»

Da un’estremità del tavolo l’agente Peter August North West, proveniente dalla DEA, alzò una mano per farsi riconoscere ma tutti l’ignorarono così, imbarazzato, la riabbassò rapidamente senza dire niente.

«Forse il fratello della vittima? Tale Pisellino mi pare, giusto?» – volle azzardare il colonnello Kack Tualet.

«Sì e no» – replicò la von Krausslofter «Il fratello di Cavolina si chiama effettivamente Pisellino ma il giorno dell’attacco alla sorella è rimasto vittima di uno strano incidente d’auto. Il testimone non è lui ma una blogger e giornalista, anche di una certa fama, una tale Selvaggia che, in realtà, è un’oca. Essa, seppur con uno stile pieno di luoghi comuni e di vieta quanto infantile retorica, ci ha fornito molte informazioni utili. La creatura ha un nome: “Strabuccinator T-799+”…»

«Dovrebbe essere un aspirapolvere suppongo e, visto i numerosi malfunzionamenti, deve essere una sottomarca cinese di basso costo. Sergente Vermont Chicken, lei che è il nostro informatico: controlli su Analzon e se costa meno di 100$ ne acquisti uno così potremo studiarlo in vitro. Se costa di più lasci perdere perché siamo a corto di fondi: cercheremo altre soluzioni. E mi raccomando: non compri le sue porcherie con la carta di credito dello SHITS!» – ordinò subito il direttore «Prosegua dottoressa…»

«Questo Strabuccinator sembra essere una fabbrica chimica vivente in grado di secernere varie droghe con cui riesce a piegare ai suoi viziosi desideri le povere ragazze che cadono così nelle sue grinfie, pronte a cedere a qualsiasi sua lurida voglia non importa quanto perversa. La creatura poi è francese o, comunque, a detta dell’oca Selvaggia, lo parla fluentemente. Poi, qui la testimonianza di Selvaggia si fa meno chiara, sembra che si sia scatenata un’orgia a cui ha partecipato almeno un tossicodipendente e un branco di opossum…»

«Non mi convince molto questa storia…» – commentò il colonnello.

«In effetti degli aspetti di questa ricostruzione suonano un po’ strani: tenga presente che Selvaggia, essendo un’oca, ovviamente non parla: ha comunicato col nostro agente scrivendo su un vecchio palmare ma, con le zampe palmate e l’autocorrezione, non può essere stata precisa più di tanto…»

«Capisco… comunque che questo Strabuccinator sia francese pare credibile: i francesi sono viziosi quasi quanto gli italiani…» – replicò il colonnello John Gordon Pot Sr. Snurf Kack Tualet «A proposito di italiani: avete continuato a tener d’occhio quell’italiano, come si chiamava… capitano Scott Jr. Mac Burgerein mi aiuti lei che ha scritto un’enciclopedia di appunti!»

«Dr. Salvatore Beppe Gennaro Jr detto Pippo Corleprotti» – replicò quasi annoiato il capitano.

«Giusto, il dottore pedofilo… che novità ha dottoressa su di lui?»

«Ma, colonnello, gli italiani non sono tutti viziosi e nulla fa pensare che il dottor Corleprtotti sia un pedofilo: la sua fedina penale è praticamente immacolata se non per qualche multa e delle vecchie denunce per atti osceni di fronte a minori! Comunque lo abbiamo fatto pedinare e, come mi aspettavo, il dottore conduce una vita estremamente regolare: torna a casa dal lavoro, mangia, fa una doccia, indossa un anello intorno al pene e va al parco a vedere i bambini giocare, in genere si nasconde fra i cespugli dove si masturba fino a quando non fa buio. Tornato a casa si collega al Dark Web da dove scarica quotidianamente svariati Gb di materiale criptato: senza l’autorizzazione del giudice non possiamo verificare di cosa si tratti ma, considerata la sua attività di medico pediatra, probabilmente si tratta di noiosi opuscoli di nuovi farmaci o altro inutile materiale informativo. Come se non bastasse ogni estate va in vacanza in Thailandia e ne frequenta i bassifondi dove è più diffusa la prostituzione anche minorile probabilmente, supponiamo, a fare attività di volontariato»

«Capisco… beh, devo ammettere che probabilmente aveva ragione lei dottoressa con la sua intuizione femminile. Questo Corleprotti sembra proprio essere una brava persona: buon per lui ma male per noi: è un vicolo cieco, lasciamolo in pace.» – stabilì il direttore Tualet «Dottoressa continui…»

«La novità di oggi è che pochi giorni fa la creatura, che ora possiamo chiamare col suo nome, Strabuccinator, ha colpito ancora. Stavolta è prima penetrato nella residenza di campagna nel Maine del principe Buzzurro, amico intimo del Presidente, per poi penetrare nella moglie di questi: Baccabriciola Buzzurro. Fortunatamente il principe Buzzurro, che al momento dei fatti era ad Acapulco per motivi di lavoro insieme alle sue collaboratrici, tiene molto alla sicurezza e ha riempito la casa, e soprattutto la camera da letto, di telecamere nascoste ad alta risoluzione e munite di audio. Anticipo che si tratta di scene forti non adatte ai minorenni: se ce ne fossero di presenti, per favore, vi chiedo di chiudere gli occhi e tapparvi le orecchie…»

La von Krausslofter aspetto qualche secondo per da tempo ai minorenni di eseguire gli ordini: in teoria solo il piccolo Timmy Pipper Randy Madison Jefferson della scuola elementare Shauna Grant, l’adescatore di preti pedofili della squadra, era un minorenne: ma questi era assente con la giustificazione per malattia della mamma. Però la dottoressa era molto coscienziosa e scrutò quindi con sospetto colui che, in teoria, doveva essere il nano assassino della squadra, Brunett Jack Harden Talldown.

Potrebbe essere un bambino con la testa grossa di seconda o terza elementare… ma niente, fa finta di nulla… – pensò, preferendo comunque non sollevare la questione fino a quando non avesse eventualmente trovato delle prove certe sulla sua reale età.

«Proietterò il video sul grande schermo su questa parete qui, quindi dovrete spostarvi tutti su quel lato del tavolo e stringervi un po’…» – spiegò la dottoressa.

«Ma Lily Ruth Saltenberger Raden von Krausslofter, non capisco, non poteva semplicemente mandare i video sui singoli schermi personali della scrivania? Perché questa complicazione? E perché “proiettarlo” se era già un video digitale? Così siamo costretti anche a spegnere le luci e chi, come il capitano, volesse prendere appunti non potrà farlo…» – brontolò il colonnello.

«Come sono sciocchina: la mia solita impulsività femminile e l’ansia vaginale mi hanno fatto agire senza pensarci. Non ricordavo assolutissimamente che dovendo spegnere le luci ci ritroveremo al buio più completo…» – si scusò prontamente la Saltenberger Raden von Krausslofter. Apprezzando la sincera autocritica il colonnello si limitò a grugnire e a far cenno di procedere.

«Luci…» – disse così la dottoressa mordendosi il labbro e osservando con cupidigia il corpo del muscoloso capitano Mac Burgerein che, al contrario, stava ancora freneticamente dando un’ultima controllata ai propri appunti fin quando non fu inghiottito dall’oscurità.

Senza la luce, la sala riunioni sotterranea, piombò nel buio totale rischiarato appena dalle fioche lucine LED delle diverse strumentazioni sul grande tavolo.

«Ecco, fatemi venire dalla vostra parte, mi sistemo un attimo e possiamo cominciare…» – disse la dottoressa che, col telecomando in mano, stava dirigendosi, facendosi strada e incespicando sulle sedie rimaste vuote, verso il capitano dall’altro lato del tavolo. Arrivata alle spalle del capitano gli strinse con le mani le ossute spalle possenti e gli sussurrò all’orecchio sfiorandoglielo gentilmente con la sua boccuccia «Le dispiace capitano Carl Patt Scott Jr. se mi siedo qui con lei?»

Poi, senza aspettare la sua risposta si tolse le mutandine gettandole lontano, si tirò su la gonna e si sedette a cavalcioni sulle gambe del capitano dandogli la schiena e spiegandogli a voci bassissima «Ecco, sistemiamoci bene: questa mano la può mettere qui sulla mia coscia, sopra o sotto l’elastico, come preferisce…. così, bene… quest’altra la può fare passare dietro la mia schiena così può scrivere… ovvio che se la vuole mettere altrove, dovunque cioè, per me non ci sono problemi…»

«Cosa borbotta dottoressa, non la sento! Si decide a far partire la proiezione?» – arrivò improvvisa la voce del colonnello a pochi metri di distanza.

«Subito signore!» – rispose lei premendo il tasto “play” del telecomando «Quando volete commentare o farmi domande ditemelo che metterò in pausa…» – aggiunse senza rivolgersi a nessuno in particolare.

ProxPuntata

8. Piccoli stronzi cresconoultima modifica: 2024-03-30T13:28:50+01:00da IpostasiRiflessa

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.