Immensa è la mia solare evidenza,
sono quel deserto taciturno, e solitario,
il tempo ha volato, secoli sono passati,
nell’introverso infinito.
Il mio silenzio è leggenda, ma oggi, ho deciso,
per la prima volta,
mi esprimo diversamente
dal tacere o dal piangere in silenzio.
Si, perché se taccio,
e l’indifferente faccio scrivendo
una cascata di lacrime,
finalmente, oggi, ho deciso,
rubo, ai miei “simili”
il loro selvaggio linguaggio.
La mia dimora non cercatela,
è nascosta in quel Sud
dove la pioggia è benevolenza
ed il sole completezza.
La mia anima, inimmaginabile per la vostra mente,
racchiude ricchezze e bellezze ancora vergini,
da voi sconosciute, e mai esplorate.
Il mio cuore, un immacolato deserto,
dal valore inestimabile,
dall’esistenza nemmeno sospettata
e da non calpestare.
La mia pelle, sognatevela,
è sabbia, di una rosa il petalo,
che piange rugiada,
morbida lava di un vulcano addormentato,
è sacra-vietata, destinata all’eletta da me scelta.
Mormorate di me, e mi inventate,
senza mai indovinarmi.
Ieri, scoglio di ghiaccio che non si scioglie,
oggi mostro d’indifferenza,
che non risponde all’appello dei sensi,
domani circondato da eterna barriera
di fuoco senza breccia,
e di Ulisse la disgrazia e l’odissea.
Sensibile-discreto, vi sento, vi ascolto,
vi osservo e nella vostra anima in silenzio entro,
vi esploro, ed esco in punta dei piedi,
la vostra vogliosa sostanza rifiuto.
La mia umana essenza, di stoica desertica,
incompreso e frainteso,
genera in voi, mistero e fascino.
Vi sembro poco banale,
strano estraneo tra tanti cliché,
e mille domande vi fate.
Voi, nel vostro disagio di fronte
alla mia eterna nostalgia
di delicato romanticismo,
e “l’impenetrabile”mio essere,
in senso proprio e figurato.©