Si ama soltanto ciò che non si possiede per intero

Il tempo di Albertine non mi apparteneva allora in così grande quantità come oggi. Eppure allora mi sembrava molto più mio, perché tenevo conto soltanto – il mio amore compiacendosene come d’un privilegio – delle ore che lei passava con me; adesso – la mia gelosia cercandovi inquieta la possibilità d’un tradimento – soltanto delle ore che passava senza di me. L’indomani, Albertine ne avrebbe volute, di queste ore. Avrei dovuto scegliere se smettere di soffrire o smettere d’amare. L’amore infatti, come all’inizio è formato dal desiderio, così più tardi è mantenuto vivo soltanto dall’ansia dolorosa. Sentivo che una parte della vita di Albertine mi stava sfuggendo. L’amore, nell’ansia dolorosa come nel desiderio felice, è esigenza d’un tutto. Non nasce, non sussiste se non resta almeno una parte da conquistare. Si ama soltanto ciò che non si possiede per intero.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Sull’amore (che non è una passione disinteressata)

D’altra parte, di fronte a tutti gli avvenimenti che nella vita e nelle sue contrastate situazioni si riferiscono all’amore, la cosa migliore è non cercare di capire, dal momento che – in ciò che hanno di inesorabile come di insperato – sembrano governati da leggi più magiche che razionali. Quando un multimilionario, un uomo malgrado ciò affascinante, viene liquidato da una donna povera e priva di fascino con la quale convive, e fa appello, nella sua disperazione, a tutte le potenze dell’oro, mette in gioco tutte le influenze della terra, senza riuscire a farsi riprendere, conviene, davanti all’invincibile ostinazione della sua amante, supporre che il Destino voglia abbatterlo e farlo morire di crepacuore, piuttosto che cercare una spiegazione logica. Gli ostacoli contro i quali l’amante deve lottare, e che la sua immaginazione eccitata dalla sofferenza tenta invano d’indovinare, risiedono a volte in qualche singolarità del carattere della donna ch’egli non riesce a riconquistare, nella sua stupidità, nell’influsso che esercitano su di lei e nei timori che le suggeriscono persone a lui sconosciute, nel genere di piaceri che lei chiede momentaneamente alla vita e che né l’amante, né il suo denaro possono offrirle. In ogni caso, l’amante è nella posizione peggiore per conoscere la natura degli ostacoli che l’astuzia della donna gli nasconde e che il suo stesso buonsenso, ingannato dall’amore, gli impedisce di valutare esattamente. Essi somigliano a tumori che il medico finisce col ridurre senza averne identificato l’origine. Come quei tumori, anche questi ostacoli rimangono misteriosi e, tuttavia, sono temporanei. Solo che, in genere, durano più a lungo dell’amore. E poiché l’amore non è una passione disinteressata, l’innamorato che ha smesso di amare non cerca più di sapere perché la donna povera e frivola ch’egli amava si è ostinatamente rifiutata, per anni, di continuare a farsi mantenere da lui.

Ora, lo stesso mistero che spesso sottrae alla vista la causa delle catastrofi, nel campo dell’amore avvolge con minore frequenza la repentinità di certe soluzioni felici (come quella offertami dalla lettera di Gilberte). Soluzioni felici o che, almeno, sembrano esserlo, giacché quasi mai ve ne sono di realmente felici quando si tratti d’un sentimento di tale sorta che ogni soddisfazione che gli si dia non fa, in genere, che spostare il dolore. A volte, tuttavia, si ottiene una tregua, e si ha per qualche tempo l’illusione d’essere guariti.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Il male sacro

Di tutti i modi di produzione dell’amore, di tutti gli agenti di disseminazione del male sacro, uno dei più efficaci è certo questo gran soffio d’ansia che passa a volte su di noi. La sorte è segnata, allora: sarà lui, l’essere della cui compagnia godiamo in quell’istante, sarà lui che ameremo. Non c’è nemmeno bisogno che, prima, ci piacesse più di altri, e nemmeno altrettanto. Occorreva solo che la nostra inclinazione per lui divenisse esclusiva. E tale condizione si realizza quando – nel momento in cui non ne disponiamo – alla ricerca dei piaceri prodigatici dalla sua grazia si sostituisce bruscamente dentro di noi un bisogno ansioso che ha per oggetto quell’essere medesimo, un bisogno assurdo, che le leggi di questo mondo rendono impossibile soddisfare e difficile guarire – il bisogno insensato e doloroso di possederlo.

M. Proust, Un amore di Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Jeremy Irons e Ornella Muti nel film Un amore di Swann