Burattini che esteriorizzavano il Tempo

Burattini, ma che, per identificarli come le persone conosciute un tempo, era necessario leggere contemporaneamente su più piani, posti dietro di loro e tali da dar loro profondità e da costringere, in presenza di quei vecchi fantocci, a un lavoro mentale, giacché bisognava guardarli, oltre che con gli occhi, con la memoria, burattini immersi nei colori immateriali degli anni, burattini che esteriorizzavano il Tempo – il Tempo che di solito non è visibile, e per diventarlo cerca dei corpi e, ovunque li trovi, se ne impadronisce per proiettare su di essi la sua lanterna magica.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori