La dolcezza intermittente è necessaria per rendere sopportabile la sofferenza

Era, la mia, la noncuranza di chi crede durevole la propria felicità. Proprio perché la dolcezza è stata necessaria per far nascere il dolore – e tornerà, del resto, a calmarlo, ad intervalli -, gli uomini possono sinceramente vantarsi, con gli altri e persino con se stessi, della bontà di una certa donna nei loro confronti, sebbene, a voler considerare tutto, dentro la loro relazione circoli costantemente e segretamente, inconfessata agli altri o rilevata in modo involontario da domande, da inchieste, un’inquietudine dolorosa. Ma questa non sarebbe potuta nascere senza la preliminare dolcezza; anche dopo, la dolcezza intermittente è necessaria per rendere sopportabile la sofferenza ed evitare le rotture; e dissimulando l’inferno segreto che è la vita in comune con quella donna, sino ad ostentare la pretesa dolcezza dell’intimità con lei, si esprime un punto di vista vero, un rapporto generale dell’effetto con la causa, uno dei modi secondo i quali è resa possibile la nascita del dolore.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori