Quando la donna scopre che noi siamo gelosi

Per tornare alle giovani passanti, mai Albertine avrebbe guardato una donna matura o un vecchio con altrettanta fissità o, al contrario, con altrettanto riserbo, e come se neanche vedesse. I mariti ingannati che non sanno nulla sanno purtuttavia tutto. Ma occorre una documentazione materialmente più nutrita per fondare una scena di gelosia. D’altronde, se la gelosia ci aiuta a scoprire una certa inclinazione alla menzogna nella donna che amiamo, essa centuplica tale inclinazione quando la donna scopre che noi siamo gelosi. Si mette a dir bugie (in proporzioni mai raggiunte in precedenza) vuoi per pietà o timore, vuoi per sottrarsi istintivamente, con una fuga simmetrica, alle nostre investigazioni. Ci sono, è vero, degli amori in cui una donna leggera si pone sin dall’inizio, agli occhi dell’uomo che l’ama, come un’autentica virtù. Ma quanti altri comprendono due periodi del tutto opposti! Durante il primo, la donna parla quasi senza difficoltà, con semplici attenuazioni, della sua inclinazione al piacere, della vita galante ch’essa le ha fatto condurre, tutte cose che in seguito negherà con la massima energia di fronte allo stesso uomo di cui, intanto, ha però scoperto che è geloso di lei e la spia. Lui arriva a rimpiangere il tempo di quelle prime confidenze il cui ricordo, per altro, lo tortura. Se la donna gliene facesse ancora di simili, gli fornirebbe lei stessa, si può dire, il segreto dei torti ch’egli persegue vanamente giorno dopo giorno. E poi, di quale abbandono era la prova, di quale confidenza, di quale amicizia! Se non può vivere senza tradirlo, almeno lo tradirebbe da amica, raccontandogli i propri piaceri, associandolo ad essi! Ed eccolo rimpiangere quella vita che gli inizi del loro amore sembravano far presagire e che il seguito ha reso impossibile, riducendo l’amore stesso a qualcosa d’atrocemente doloroso che renderà una separazione, a seconda dei casi, inevitabile o impossibile.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

In amore bisogna temere anche il passato

Non occorre essere in due, basta essere soli nella propria camera, a pensare, perché nuovi tradimenti della nostra amante, foss’anche ella morta, si producano. Così, in amore, bisogna temere non soltanto il futuro, come nella vita d’ogni giorno, ma anche il passato, che molte volte non si realizza per noi se non dopo il futuro; e non parliamo solo del passato che apprendiamo a cose fatte, ma di quello che da gran tempo serbiamo dentro di noi e che di colpo impariamo a leggere.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Una gelosia “di poi”

Quante persone, strade, città la gelosia ci rende avidi di conoscere! È una sete di sapere grazie alla quale, su punti isolati gli uni dagli altri, noi finiamo con l’avere, successivamente, tutte le nozioni possibili, tranne quella alla quale aspiriamo. Non si può mai escludere che un sospetto possa nascere, giacché, tutt’a un tratto, viene in mente una frase che non era chiara, un alibi ch’era stato fornito non senza intenzione. Eppure, non abbiamo rivisto la persona; ma esiste una gelosia a posteriori, che nasce solo dopo che l’abbiamo lasciata, una gelosia “di poi”.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori