Gilberte Swann/Mademoiselle de Forcheville

Solo quando se ne fu andata seppi perché si chiamava Mademoiselle de Forcheville. Dopo la morte di Swann, Odette, che stupì tutti con un dolore profondo, prolungato e sincero, era diventata una ricchissima vedova. Forcheville la sposò, dopo aver intrapreso un lungo giro per castelli ed essersi assicurato che la sua famiglia avrebbe ricevuto sua moglie (…) Poco dopo uno zio di Swann, sulla cui testa la scomparsa successiva di numerosi parenti aveva accumulato un’enorme eredità, morì lasciando tutta questa fortuna a Gilberte, che diventava così una delle più ricche ereditiere di Francia (…) Forcheville, che nella sua minima nobiltà aveva tratto da conversazioni di famiglia la certezza d’avere un nome più antico di quello di La Rochefoucault, riteneva d’aver compiuto, sposando la vedova di un ebreo, lo stesso atto di carità di un milionario che raccoglie per la strada una prostituta e la toglie dalla miseria e dal fango. Era pronto a estendere la sua bontà sino alla persona di Gilberte, il cui matrimonio sarebbe stato favorito dalla quantità dei milioni, ma intralciato da quell’assurdo nome di Swann. Dichiarò che l’avrebbe adottata.

Marcel Proust, Albertine scomparsa II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori