Le forme ultime della sopravvivenza

A lungo, dopo che i poveri morti sono usciti dai nostri cuori, la loro polvere indifferente continua infatti a mischiarsi, a servire da collante alle circostanze del passato. E succede che evocando una camera, un viale, un sentiero in cui si trovarono in un determinato momento, noi, perché il posto che occupavano non rimanga vuoto, non possiamo fare a meno, anche senza più amarli, di alludere ad essi, magari senza rimpiangerli, magari senza nominarli, magari senza permettere che vengano identificati. […] Tali sono le forme ultime e poco invidiabili della sopravvivenza.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori