Malattie naturali e malattie artificiali

La natura sembra perlopiù incapace di provocare malattie di lungo decorso. Ma la medicina si è arrogata l’arte di protrarle. I farmaci, il sollievo che procurano, il malessere che la loro sospensione fa rinascere, compongono un simulacro di malattia che l’abitudine del paziente finisce per stabilizzare, per stilizzare, allo stesso modo che i bambini, molto tempo dopo esser guariti dalla tosse asinina, hanno ancora regolari accessi di tosse. Poi i farmaci perdono efficacia, se ne aumentano le dosi, non fanno più per niente bene, ma – per il perpetuarsi dell’indisposizione – hanno cominciato a far male. La natura non avrebbe concesso loro di resistere così a lungo. È gran meraviglia che uguagliando, quasi, la natura, la medicina possa costringere a rimanere a letto, a continuare sotto minaccia di morte l’uso di un medicamento. Da quel momento, la malattia inoculata artificialmente ha messo radici, è diventata una malattia secondaria ma vera, con questa sola differenza: che dalle malattie naturali si guarisce, ma da quelle create dalla medicina mai, perché la medicina ignora il segreto della guarigione.

Marcel Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori