La merenda

Disteso sulla scogliera, davanti a me non vedevo che prati e, più in alto, non i sette cieli della fisica cristiana, ma due soltanto, sovrapposti, uno più scuro – il mare – e, sopra, uno più pallido. Facevamo merenda, e se avevo portato anche qualche ricordino che potesse piacere all’una o all’altra delle mie amiche, la gioia invadeva con tale repentina violenza il loro volto traslucido, fattosi di brace in un istante, che la bocca non aveva la forza di trattenerla e, per lasciarla passare, prorompeva in una risata. Erano radunate intorno a me; e fra i loro visi, poco discosti l’uno dall’altro, l’aria che li separava tracciava sentieri d’azzurro che sembravano aperti da un giardiniere deciso a fare un po’ di spazio per potersi districare in mezzo a un boschetto di rose.

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

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