Madame de Villeparisis

Si ripresentava, per noi, l’occasione di ascoltare Madame de Villeparisis.

– Stiamo abusando di voi, le diceva la nonna.

– Ma che dite, mi fa tanto piacere, ne sono felice, assicurava l’amica con un sorriso carezzevole, filando i suoni su un tono melodioso che contrastava con la sua abituale semplicità.

Di fatto, in quei momenti non era naturale: si ricordava della sua educazione, dei modi aristocratici con i quali una gran dama deve mostrare a dei borghesi che si trova bene con loro, che non si dà arie. E la sola carenza di autentica cortesia che ci fosse in lei stava nell’eccesso delle sue cortesie; perché ne traspariva il piglio professionale della dama del faubourg Saint-Germain la quale, vedendo in ogni borghese qualcuno che, un giorno o l’altro, sarà costretta a scontentare, approfitta avidamente di tutte le possibili occasioni per iscrivere in anticipo, nel libro mastro dell’amabilità, un saldo creditore, grazie al quale in un secondo momento le sarà consentito di registrare a suo debito il pranzo o il ricevimento cui non lo inviterà. Così, avendo agito su di lei a suo tempo e una volta per tutte, senza tener conto del fatto che, adesso, altre erano le circostanze, diverse le persone, e che a Parigi sarebbe stata ben lieta di vederci spesso a casa sua, il genio della casta spingeva Madame de Villeparisis – con ardore febbrile, come se il tempo concessole per esercitare la sua gentilezza fosse drasticamente limitato – a moltiplicare con noi, fin tanto che eravamo a Balbec, gli invii di rose e di meloni, i prestiti di libri, le passeggiate in carrozza e le effusioni verbali. Ed è per questo che le quotidiane cortesie di Madame de Villeparisis, così come la facilità transitoria, estiva, con cui la nonna le accettava, sono rimaste impresse nella mia memoria – non diversamente dallo splendore accecante della spiaggia, dallo sfavillio multicolore e dai chiarori sottomarini delle camere, dalle stesse lezioni d’equitazione, grazie alle quali certi figli di commercianti erano deificati alla stregua di Alessandro il Macedone – come caratteristiche della vita balneare.

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

(PROUST, LO SNOBISMO E LA POSTERITÀ)