Non si è che grazie a ciò che si possiede

Non si è che grazie a ciò che si possiede, non si possiede che quel che ci è realmente presente, e quanti dei nostri ricordi, dei nostri umori, dei nostri pensieri se ne vanno in viaggio lontano da noi, dove li perdiamo di vista! Non riusciamo più, allora, a metterli in conto a quel totale che è il nostro essere. Ma essi hanno, per rientrare in noi, sentieri segreti. E certe sere che mi ero addormentato senza rimpiangere, quasi, Albertine – non si può rimpiangere ciò che non si ricorda -, trovavo al risveglio come una flotta di ricordi venuti ad incrociare dentro di me, nella piena chiarezza della coscienza, dove li distinguevo a meraviglia. Piangevo allora quel che vedevo così bene e che il giorno prima, per me, non era che il niente. Il nome di Albertine, la sua morte avevano cambiato senso; i suoi tradimenti avevano ripreso di colpo tutta la loro importanza.

Marcel Proust, Albertine scomparsa I

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori