Guerra d'Etiopia. Fronte Nord. Avanzata Italo-Eritrea.
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FRONTE NORD
- 3 ottobre 1935. 100.000 soldati italiani ed un considerevole numero di Áscari eritrei, sotto il comando del maresciallo Emilio De Bono iniziano ad avanzare dalle loro basi in Eritrea.
- 5 ottobre. Il genero del Negus, Hailè Sellasiè Gugsà, passa dalla parte degli italiani.
- 6 ottobre. Tre corpi d'armata italiani occupano Adua.
- 14 ottobre 1935. De Bono sul territorio abissino conquistato proclama la liberazione degli schiavi e l'abolizione della schiavitù.
- 15 ottobre. Vienne occupata Axum, la capitale religiosa dell'Etiopia
- 3 novembre. Dopo una lunga sosta, il 3 novembre, De Bono riprende la marcia verso Macallè con il 1° Corpo d'Armata del generale Ruggero Santini e il Corpo d'Armata Eritreo del generale Alessandro Pirzio Biroli, raggiungendo l'obiettivo sei giorni dopo.
[A] Prima Battaglia del Tembien
- 28 novembre. De Bono viene dal generale Pietro Badoglio che pone il suo quartier generale a Macallè.
- 14 e il 15 dicembre. Nella notte le avanguardie di ras Immirù attraversano il fiume Tacazzè ed impegnano un gruppo bande, al comando del maggiore Criniti. Il reparto italiano viene costretto alla ritirata incalzato dalle preponderanti forze abissine. Le forze di ras Immirù proseguono nell'offensiva rioccupando lo Scirè.
Contemporaneamente le truppe di Ras Sejum e di Ras Cassa attaccano nel Tembien costringendo gli italiani a ritirarsi sulle posizioni fortificate di Passo Uarieu.
Battaglia di Passo Uarieu
- 20 gennaio. Per togliere l'iniziativa al nemico, Badoglio inizia l'attacco. L'offensiva si conclude con un discreto successo italiano e alcune posizione chiave vengono occupate. Il giorno seguente però gli abissini passano al contrattacco e la colonna di camicie nere guidata dal console Filippo Diamanti si trova isolata in posizione avanzata e, dopo essere stata circondata, viene quasi annientata. Il XII° battaglione ascari eritrei interviene per salvare i pochi sopravvissuti e ripiegare nuovamente su Passo Uarieu difeso dalle forze della 2 Divisione CCNN “28 ottobre” del generale Somma. Gli italiani sono rapidamente stretti d'assedio dagli abissini. Dopo tre giorni di assedio la colonna del generale Vaccarisi raggiunge gli assediati rompendo l'assedio e disperdendo gli assedianti guidati da Ras Cassa.
La battaglia ha termine la mattina del 24 gennaio, e con essa l'intera Prima battaglia del Tembien .
[B] Battaglia dell'Endertà
- 10 febbraio 1936. Badoglio muove le truppe verso il massiccio dell'Amba Aradam che viene accerchiato.
- 12 febbraio. L'armata di ras Mulughietà effettua un attacco per spezzare l'assedio impegnando seriamente la 4 Divisione CCNN “3 gennaio” del generale Traditi. L'imperatore Hailè Selassiè ordina a Ras Cassa di portare le proprie restanti truppe alle spalle dell'armata italiana ma ciò non viene effettuato. Vista l'impossibilità di proseguire lo scontro con le superiori forze italiane il 15 febbraio le truppe abissine si ritirano sotto i bombardamenti dell'aviazione italiana. Gran parte dell'armata abissina, durante la ritirata, viene fatta oggetto di attacchi da parte della popolazione locale degli Azebò Galla, in uno di questi attacchi fu ucciso lo stesso ras Mulughietà.
[C] Seconda battaglia del Tembien
- 27 febbraio 1936. Ha inizio lo scontro con l'armata di Ras Cassa che si trova accampata nel Tembien. Le forze italo-eritree tentano la scalata alla vetta dell'Amba Uork dove Ras Cassa aveva predisposto il proprio quartier generale. La mattina del 27 circa centotrenta uomini tra alpini, camicie nere ed ascari eritrei scalano la montagna cogliendo di sorpresa le sentinelle. Lo stesso Ras Cassa sfugge per poco alla cattura. L'armata di Ras Cassa viene annientata mentre quella di Ras Sejum, che era poco distante, viene decimata dai bombardamenti aerei. Nel corso della Seconda battaglia del Tembien alcuni reparti italiani ed eritrei occupano l'Amba Alagi.
[D] Battaglia dello Scirè
A fine febbraio le truppe italiane attaccano l'armata di Ras Immirù che, forte di 30000 uomini, si era attestata nello Scirè. Inizialmente gli abissini riuscono a contrattaccare validamente infliggendo pesanti perdite ad una colonna della Divisione Fanteria Gavinana, ma poi per sfuggire all'accerchiamento, d'intesa con l'imperatore, si ritirarono verso il fiume Tacazzè. Come già successo all'armata di ras Mulughietà, anche le truppe di Ras Immirù vengono letteralmente decimate durante la ritirata dagli assalti dei guerriglieri Azebò Galla. Inoltre, sorprese dall'aviazione italiana mentre guadano il Tacazzè sono completamente annientate. Ras Immirù con i pochi uomini rimasti fedeli si rifugiano sulle montagne. A questo punto l'esercito italo-eritreo occupa tutti i centri più importanti della regione (Gondar, Socotà).
[E] Battaglia di Maychew
Haile Selassie, dopo la sconfitta di ras Immirù, raduna la propria guardia imperiale e muove verso nord, incontro all'esercito italiano. Le due armate si incontrarono nella conca di Maychew. Gli italiani giunti prima si occupano di predisporre le fortificazioni e di disboscare il terreno. Le truppe di Haile Selassie arrivano a fine marzo. Il 31 marzo 1936, all'alba, gli abissini attaccano gli alpini ma vengono bloccati e infine respinti. La guardia imperiale effettua un nuovo attacco e riesce a conquistare diverse posizioni. Il contrattacco italiano viene portato dagli ascari eritrei del "Battaglione Toselli" a cui si affiancano poi gli alpini italiani. La battaglia ha termine con gravi perdite in entrambi gli schieramenti. Il giorno seguente Haile Selassie ordina la ritirata verso Dessiè. Anche in questo caso le truppe imperiali in ritirata vengono decimate dalla popolazione locale in rivolta. Presso Lalibela le truppe imperiali stesse vengono addirittura attaccate dagli Azebu Galla. Il 15 aprile il generale Alessandro Pirzio Biroli occupa Dessiè.