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« Il "protagonista" FiniFIAT OK! »

NO TERMINI IMERESE ? ... NO INCENTIVI !

Post n°77 pubblicato il 23 Gennaio 2010 da fesavia
 

Credo sia giunto il momento che gli imprenditori italiani comprendano UNA VOLTA E PER SEMPRE che lo Stato non è al loro servizio.
E' necessario che una Nazione, attraverso l'azione di Governo, "venga incontro" ai lavoratori e alle imprese in modo da "sanare" certe situazioni economiche che possano compromettere la stabilità economica, se non la sopravvivenza, del sistema Paese; ciò di cui però gli imprenditori italiani si devono rendere conto è che E' FINITO il periodo delle vacche grasse in cui tutte le imprese, attraverso diversi "trucchetti", in nome di una fantomatica "occupazione", si appropriavano di ingenti quantità di danaro pubblico continuando a fare il loro porco comodo. Basta con l'impresa assistita !; gli imprenditori devono cominciare a prendersi le perdite, così come sono sempre pronti a prendersi i guadagni.

Quanti soldi dei contribuenti sono confluite in aziende quali la Fiat, l'Olivetti, la Pirelli ... ottenendo come unico risultato l'ulteriore arricchimento di pseudo imprenditori quali gli Agnelli, De Benedetti, Colaninno e così via.
Da qualche tempo si parla di leggi ad personam come se fossero qualcosa di nuovo; e le leggi e/o riforme fiscali come quella che imponeva ai commercianti, di ogni genere e specie, l'uso del registratore fiscale non furono forse fatte per venire incontro alla barcollante azienda di Ivrea dell'ing.De Benedetti????
Quando il famoso ingegnere ha visto che non poteva più mungere a suo piacimento l'Olivetti non ha fatto altro che buttare in mezzo ad una strada migliaia di lavoratori e STRAFOTTENDOSENE del danaro ricevuto negli anni precedenti, portare il suo business altrove (v.scambi con Colaninno ed affare Telecom). Ciò non deve ripetersi.

Se la Fiat CHIUDE la fabbrica di Termini Imerese, si può scordare gli incentivi alla rottamazione. Nel caso di chiusura del sito produttivo siciliano i soldi dei contribuenti piuttosto che confluire nelle casse della Fiat e nelle tasche dei suoi spocchiosi dirigenti DOVRANNO SEVIRE a venire incontro, in qualche modo, a quanti, per colpa di una scellerata scelta industriale, hanno perso il lavoro e quindi necessitano di aiuto da parte dello Stato.

 
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