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San Pietro, le zucche, la pazienza...

Post n°368 pubblicato il 06 Ottobre 2015 da caterina.x

Si racconta, o meglio mio nonno mi narrava, quand’ero bambina, periodo molto remoto in cui ancora profondamente affascinata dagli uomini che “raccontano storie”, pendevo dalle sue labbra; che un giorno mentre nostro Signore si aggirava per la Palestina insieme ai suoi discepoli, uno di loro, Pietro, che dai racconti di mio nonno, non era di certo tra i più scaltri, lo apostrofò, dicendogli: - Maestro, tu che sostieni di aver fatto ogni cosa giusta, come mai, hai disposto che un’umile pianta, quale la zucca che vediamo in quell’orto, che a pena sostiene il peso delle sue stesse foglie, produca frutti, così belli e grandi? Nel bosco che abbiamo attraversato stamattina, non ho potuto fare a meno di notare, come un albero maestoso e secolare quale la quercia, produca delle piccolissime ghiande!

 

Nostro Signore, lo guardò con aria benevola e proseguì il cammino. E’ risaputo che Egli, pur nella sua infinita misericordia, non risponde mai repentinamente, anche ai più frettolosi, al contrario ci intima di aspettare.

 

A sera, ormai stanchi dopo una giornata di cammino, si sedettero all’ombra di fronzuti alberi, a riposare e consumare una frugale cena.

Pietro, chissà come mai, si sedette sotto una quercia. L’aria era serena, soffiava una lieve brezza, che solleticando i rami fece cader qualche foglia e una ghianda. Chissà come mai andò a finire in capo a Pietro? Dal canto suo, nostro Signore non disse nulla, si limitò a sorridere e guardare dritto negli occhi il discepolo, che stavolta non replicò com’era abituato a fare, ma sorrise a sua volta, un po’ stizzito a dire il vero, però con l’aria sorniona di chi aveva compreso il messaggio.

Ora, voi che siete gente da bene, e sicuramente lo siete se mi state ancora leggendo, non farete mai e poi mai parola a Pietro, che nel mio orto un gelso s’è messo a fare zucche! Non gli direte nemmeno, che la “zucca d’acqua” in mia assenza e soprattutto per penuria d’acqua, s’è presa la licenza d’arrampicarsi sul gelso, ma soprattutto eviterete di sedervi sotto!

 

 

 

 
 
 
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