Creato da alphabethaa il 02/07/2011

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"Z" Zivago

Post n°66 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da alphabethaa

 

Boris Pasternak

Juri Zivago e Lara. Un amore impossibile... Il desiderio di fuga dal mondo destinato a rimanere irrealizzato... La guerra... L'apocalisse... La fatalità... La morte...

[...] Ci sono due tipi di uomini, solo due. Quel giovane è del tipo raro. Egli è nobile, ed è puro. E' il tipo d'uomo che il mondo finge di ammirare ma che in realtà disprezza, è il tipo d'uomo che genera sgomento e infelicità, specialmente nelle donne. Capisci? [...] E c'è l'altro tipo: non è idealista, non è puro ma è vivo.

 [...] "Lara", mormorava, e chiudendo gli occhi rivedeva fra le braccia la testa di lei addormentata, con le ciglia chiuse, ignara, che qualcuno insonne la guardasse da ore ininterrottamente. Il casco dei suoi capelli sparsi in disordine sul cuscino, col fumo della loro bellezza, gli bruciava gli occhi e penetrava nell'anima...

[...] Juri si guardava in giro e vedeva le stesse cose che prima avevano colpito lo squardo di Lara... "Una candella ardeva sul tavolo. Una candella ardeva..." sussurò fra sè. Era il nascere di qualcosa di confuso, di ancora informe. Forse il seguito sarebbe venuto da sè, senza sforzo. Ma non venne...

Sognò [...] Da un capo all'altro dell'appartamento, tutta indaffarata, si muoveva rapida e silenziosa Lara, con addosso la vestaglia da mattina infilata in fretta, e lui la seguiva alle calcagna, importuno, cercando con insistenza di mettere in chiaro qualcosa in modo insulso e a sproposito, mentre lei non aveva nemmeno un minuto da dedicargli, e alle sue spiegazioni rispondeva continuando a muoversi e limitandosi a volgere il capo dalla sua parte, con silenziosi sguardi perplessi e scoppi innocenti della sua incantevole risata argentina, unici tratti di intimità ancora rimasti tra loro. E così lontana, fredda e attraente era colei alla quale egli aveva dato tutto, colei che aveva preferito a tutto e a confronto con la quale tutto era inferiore e privo di valore!

Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità. […] Era questo che amareggiava più di ogni cosa.

"Addio, Lara" [...] mormora piangendo, quando vede la slitta che si allontana e scompare all'orizzonte... "addio amore mio, mia eterna gioia infinita".

"Sarebbe stato bello incontrarci prima... Anche di un giorno... Sì" [...] disse Lara.

[...] Ora, Juri, prima di tornare alla terra, è esposto in una bara alta. Lara, che è tornata, si solleva sulle punte dei piedi. Lui ha la fronte rimpicciolita come un pugno chiuso; lei non se ne accorge. Sta immobile, senza pensare, senza piangere, "solo coprendo parte del cadavere e dei fiori con tutta se stessa, con la testa, col petto e con le sue braccia, grandi come l'anima" [...]

"Bisogna essere di un'irrimediabile nullità per sostenere un solo ruolo nella vita, per occupare un solo e medesimo posto nella società, per significare sempre la stessa cosa"

"Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, che non hanno mai inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita" 

 
 
 
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