la luce del buio
non ricordo il mio passato non avrò un futuro vivo la mia via giorno per giorno fin quando dispieighero le mie ali per l' infinito
Oh tu lettore,
che leggi questi versi,
non giudicarmi troppo in fretta,
sappi che questi sono solo frammenti,
frammenti di una vita
che, come tutte le cose,
ha il lato chiaro
e il lato scuro.
Spesso in me è prevalso
quello oscuro,
e comunque ricorda,
è il mio cuore,
sono i miei sentimenti,
e tu, leggendo questi versi,
entri nel mio mondo;
se vi entri,
vuol dire che l'hai meritato
per qualche (misterioso magari) motivo...
Ti prego non rivelarmi negativamente
a chi non lo merita...
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« l'amore e l'elemento | desolazione » |
Post n°165 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da zaccarjas
mi sento talmente fortunato che mi faccio schifo; mi faccio schifo e forse è solo quella sensazione che passa dopo un po' di stupida elemosina, ma non ho voglia di lasciare alcuna elemosina; quello che mi tiene in vita, temo di sperarlo, sono i piccoli dolori di ogni giorno, i dolori; ogni volta al mattino quel ronzio alieno mi coglie contorto, riverso al contriario, asciugo i frammenti di sogni già dimenticati a forza, freddo contatto al pavimento, gelido orrido buio appena aperta la finestra, i suoni vibranti di un mondo morto mi assalgono, è giorno, triste eufemismo; non faccio che odiare le vostre piccole ingenue gioie, le vostre foglie al vento, foglie di una morte incolore il cui unico scopo sarà l'essere calpestate in tutta fretta, odio le vostre gonne svolazzanti e le vostre barbe sempre ben fatte, o così ben lasciate incolte; odio mettermi in macchina per raggiungere la stazione del treno con il quale raggiungerò solamente la stazione di un altro treno, odio della macchina il volante gelido, in quanti sarete con me in questo momento, vi penserò ogni mattina, vi raggrumerò nel mio odio; un treno in cui si sta in piedi, perchè all'inferno mancano di certo le poltroncine, un treno che mi attenderà al ritorno, in ritardo, certo, ma almeno stavolta sarò seduto, per contemplare meglio, sarcastico, il paesaggio di luci notturne, ceri immolati all'ennesimo sacrificio di un giorno della mia vita; quella vita in cui sentirsi vivo è desiderare, ogni tanto, di baciare un'altra; quella vita in cui sentirsi vivo è avere un'altra storia da raccontare, che sia vera o inventata; quella vita in cui, in definitiva, sentirsi vivo è sentirsi altrove. |
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