Creato da zaccarjas il 03/06/2009

la luce del buio

non ricordo il mio passato non avrò un futuro vivo la mia via giorno per giorno fin quando dispieighero le mie ali per l' infinito

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TI VEDO COSI...PRIGIONIERA DI TE STESSA

 

 

 

 

 

 

ninnato

Post n°174 pubblicato il 21 Novembre 2009 da zaccarjas

Naufragato.
Assorbito.
Magnetizzato.
L’abisso
ti ha spruzzato
di piacere.
Asprigna viene
a riconquistarti
l’apparenza.
Continue
emanazioni
sublimate
si avvitano
alla scala
misteriosa
di Giacobbe.
In una filigrana
biondo oro.
L'assenza
recingerebbe
l'infinito.
Un delirio
a svuotarti
e a ninnarti
nel roveto
della luce.

 


 
 
 

tentare il cammino

Post n°173 pubblicato il 17 Novembre 2009 da zaccarjas

Mi trascino nel viottolo della vita,
serpeggio barcollante,
gronda la mia fronte, è china la mia testa.
Le mosse inconsulte d'un bastone sono queste ferite e riportarle al nascere non feci conto.
In silenzio chiassose sono
riesco a fatica ad azzittirle tutte.
E' ora che mi rimetta in posizione eretta magari stando su di un sasso per guardare in alto , dove non c'è riflesso delle curve e degli anfratti e degli strabiombi raggelanti.
Lì tutto è chiaro, netto, nitido.
Ad un promontorio anela la mia muta inquietudine, la cromia dei suoi sgargianti colori, la sua forma invitante richiede con sollecita grazia la mia attenzione, parea di constatare che tutto fosse disposto e disponibile, ho creduto appartenesse a qualche fortunato padrone.
Come un ébete strofino le mie mani in quest'illusione, racchiudo il cuore di uno sconcerto amore, rendo palese le ragadi sospese, ho il fiato corto mentre mi aggrappo.
La rauca voce  dipinge l'unica sola lacrima che aspetta di essere asciugata da un sole
inatteso.
Oh !  riuscissi  ad arrivare su quel piccolo promontorio!
Si ! Lì ci  abiterei, desinerei, vivrei, così anche se prigioniera di un'infame realtà, io sto già più in alto a guardare oltre le curve, gli anfratti e gli strapiombi raggelanti.


 
 
 

tu sei la mia poesia

Post n°172 pubblicato il 17 Novembre 2009 da zaccarjas

Se non scrivo di te
devo poetare del sole.
L'unica luce che mi può scaldare.
Tu prendi il mio pensiero
umile e vero,
e lo porti a sorvolare
infiniti cieli sopra il mare.

Se non volo con te
devo osservare
di un gabbiano bianco
l'andare,
in cerca di terra in cerca di vita.

Tu sei la mia poesia.

L'unica musica che sento suonare
melodia che sà di gioia o di dolore,
strumento che vibra dentro il mio cuore.


 
 
 

il mio angelo oscuro

Post n°171 pubblicato il 13 Novembre 2009 da zaccarjas

Venne da me, una notte,
Alla luce della luna nuova.
Coi suoi lunghi capelli,
Velluto nero al vento.
Nei suoi occhi di brace,
Vidi il mio dannato amore.
Il mio Oscuro Angelo,
Dalle crudeli ali di tenebra.
Rubò il mio cuore di sangue,
In una danza maledetta.
Poi mi lasciò solo,
Con me restò la Morte.
Non lo vidi pìù nel buio,
Ma udii il suo mortale canto.
Ancora lo aspetto nella notte,
Aspetto il suo bacio tenebroso.
E lui verrà, poichè come lui,
Ora sono un Angelo Caduto.

 


 
 
 

sogni

Post n°170 pubblicato il 13 Novembre 2009 da zaccarjas

L'onda procede verso riva
ingoiando le proprie creste,
cadendo su se stessa e rialzandosi,
eppure avanza
spinta dalla prospettiva
di raggiungere la spiaggia
per distendersi sulla sabbia
ma nel suo percorso
incontra gli scogli
ed essa si frange sulle rocce.

Se respiri profondamente
riesci ad avvertire
il suo odore salmastro.

Ora aspetto...

 



 
 
 

2 novebre

Post n°169 pubblicato il 02 Novembre 2009 da zaccarjas

 


                            in commemorazioni dei nostri defunti

Protendersi
verso il cielo
e ricadere
a terra.
È questo il mio destino.
Oggi accovacciato
lecco le mie ferite
e mi chiedo
quando finirà mai.


 

 

 

 

 

 

 
 
 

esilio

Post n°168 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da zaccarjas


Momenti nostalgici
contemplo ricordi quasi sfumati
e mi autocommisero...

rifletto...

rifletto...

ed ancora a lungo rifletto...

perché questo?

Perché questa vita?

Cresce il rancore che nutre la rabbia
non posso sfogarmi...
se non insorgendo, con note danzanti!

 


 
 
 

peccato del sè stesso

Post n°167 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da zaccarjas

Pensiero deviato, contorto.
Visioni terribili,
accattivanti.
Figure amorfe,
tremolanti...lì,
sulle pareti fragili.

-Non guardare,
potresti allontanarti-
Il "non si fa" virtuoso.

Il dolore è negarlo,
il diletto è viverlo.
Il Masochismo...

Io.


 
 
 

desolazione

Post n°166 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da zaccarjas

Ti giri intorno e trovi solo affettazione, dentro di te il vuoto. Provi appagamento da pochi semplici rituali quotidiani. Ogni comportamento non essenziale lo percepisci come una farsa. Avverti l'inconsistenza, l'immaterialità di ciò che ti sta intorno. Provi a fare qualcosa e ti accorgi che stai fingendo; ti ostini a decorare il vuoto con fatui orpelli. Allora lasci perdere e riposizioni la tua mente nel punto di partenza, lasciandola fluttuare nell'immobilità. La depressione è mancanza di sentimenti, deprivazione sensoriale, incapacità o impossibilità di trovare motivazioni, sussiego. Tutto ciò che è intorno a te lo vivi come un baluginare immotivato di immagini, un rincorrersi pazzo di avvenimenti, senza che ne capisci la causa, il motivo. Trascini il piede in avanti perché sei stato abituato a farlo ma guardi il tuo corpo e trovi l'inutile incomprensibile decoro del nulla. I tuoi passi non lasciano neppure le orme. Non hai a che pensare e niente sembra degno di essere pensato. Vivi la tua intelligenza come un'ulteriore inutilità, come potente strumento di analisi posto in un contesto non significativo. A volte pensi al vuoto, alla tua depressione, ma anch'essa ti sembra indegna della tua attenzione, della tua analisi.
Ti affanni a cercare tutto ciò che prima ti interessava. Riprendi a fare le cose che ti piacevano, a dedicarti ai tuoi hobbies di una volta, ma ti senti fuori da tutto, lontano da queste fuggevoli occupazioni. Il tempo si dilata e la cadenza regolare del suo lento scorrere diventa un martellamento, un interminabile refrain che ti sussurra all'orecchio: "Vivi! Poi sarà troppo tardi. Vivi!" e questa strofa affiora nella tua mente accentuando la tua angoscia. Dentro di te senti accelerare il ritmo della ricerca di aspetti interessanti della realtà in uno stato di ansia crescente. Ben presto diventa frenetico e vieni sormontato dall'inquietudine e nel suo corso impetuoso si gonfia man mano che ti rendi conto che intorno a te non c'è nulla.
Il tempo fuori di te rallenta. Si prende gioco di te. Sembra dirti: "Cerca, dai! Ecco, guarda: quasi mi fermo per essere indagato, Cerca in me qualcosa che ti interessi. Non vedi che non trovi niente?!" e effettivamente non trovi niente. Con il riverbero del suo ghigno sinistro nella testa, ti guardi intorno e tutto diventa immobile e ti muovi inutilmente in quel "tutto", sempre più velocemente per guadagnare tempo, per fermare la sabbia che scorre ineluttabilmente in quella stretta strozzatura della clessidra della tua vita. Poi rifletti e di nuovo non trovi niente e senti l'ansia che aumenta.



 
 
 

altrove di nuovo

Post n°165 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da zaccarjas

mi sento talmente fortunato che mi faccio schifo; mi faccio schifo e forse è solo quella sensazione che passa dopo un po' di stupida elemosina, ma non ho voglia di lasciare alcuna elemosina; quello che mi tiene in vita, temo di sperarlo, sono i piccoli dolori di ogni giorno, i dolori; ogni volta al mattino quel ronzio alieno mi coglie contorto, riverso al contriario, asciugo i frammenti di sogni già dimenticati a forza, freddo contatto al pavimento, gelido orrido buio appena aperta la finestra, i suoni vibranti di un mondo morto mi assalgono, è giorno, triste eufemismo; non faccio che odiare le vostre piccole ingenue gioie, le vostre foglie al vento, foglie di una morte incolore il cui unico scopo sarà l'essere calpestate in tutta fretta, odio le vostre gonne svolazzanti e le vostre barbe sempre ben fatte, o così ben lasciate incolte; odio mettermi in macchina per raggiungere la stazione del treno con il quale raggiungerò solamente la stazione di un altro treno, odio della macchina il volante gelido, in quanti sarete con me in questo momento, vi penserò ogni mattina, vi raggrumerò nel mio odio; un treno in cui si sta in piedi, perchè all'inferno mancano di certo le poltroncine, un treno che mi attenderà al ritorno, in ritardo, certo, ma almeno stavolta sarò seduto, per contemplare meglio, sarcastico, il paesaggio di luci notturne, ceri immolati all'ennesimo sacrificio di un giorno della mia vita; quella vita in cui sentirsi vivo è desiderare, ogni tanto, di baciare un'altra; quella vita in cui sentirsi vivo è avere un'altra storia da raccontare, che sia vera o inventata; quella vita in cui, in definitiva, sentirsi vivo è sentirsi altrove.


 
 
 

 

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