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zagreus_va

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« Non più una facciaUno sputo, una vita »

Sarà tardi

Post n°99 pubblicato il 05 Luglio 2013 da zag.reus
 

 photo baci-romantici_zpsb4bce5f8.jpg

Sarà tardi
non dirlo
lasceremo
altri istanti
appesi
ai calendari

ai muri

l'orologio nella paglia
sferruzza lacrime

noi non ci perderemo
nell'agonia senza volto
di una folla di ricordi

si rincontreranno
si riconosceranno
i nostri baci
le nostre labbra

Sarà tardi
non dirlo
all'improvviso
si rovescerà un cielo
sotto

l'occhio delle nostre suole

(Zagreus_va)

 

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Commenti al Post:
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 05/07/13 alle 17:32 via WEB
Non sara' tardi,come non e' tardi....non ci perderemo nell'oblio di ricordi dal volto sbiadito....e in un attimo ,in un istante improvviso, i nostri baci e le nostre labbra diventeranno come piedi per camminare su un cielo rovesciato.....Zag ....bellissimi versi !
 
 
zag.reus
zag.reus il 05/07/13 alle 17:45 via WEB
Ti ringrazio, Eva, anche per la sensibile interpretazione, la quale ha svelato qualcosa anche a me, tanto che ho aggiunto una piccola parola e cambiato la scansione nell'ultimo verso.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 05/07/13 alle 19:01 via WEB
Grazie a te per condividere queste parole.
 
suorjanacerna
suorjanacerna il 05/07/13 alle 19:09 via WEB
Lasceremo in silenzio parole appoggiate ovunque: a terra, sul soffitto, appese ai muri al posto dei quadri, sul nostro cuore; parole ripulite, rubate a qualsiasi struttura, al rumore, ma cariche di forza. Non ci perderemo nei ricordi agonizzanti, ma l’ultimo bacio sarà come l’ambra , cristallizzerà i frammenti di tempo con nuova luce, perché possano essere vivi e arrivare lontano. ( L’ambra ha tra le sue proprietà, oltre quella di cristallizzare, quella di elettrizzarsi per strofinio…tu Zag metti insieme le parole, le strofini rendendole elettriche e capaci di emozionare). Buona serata, J.
 
 
zag.reus
zag.reus il 06/07/13 alle 15:05 via WEB
Mi piace, J, la trasmutazione vorticosa che compi a partire dai miei versi, fino a quel soave approdo al bacio d'ambra, il quale cristallizza il tempo in raggi di luce mielata che arrivano da oltre l'orizzonte e a esso tornano.Buona giornata a te, J.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 07/07/13 alle 04:36 via WEB
Non lo so come si "dovesse" leggere, ma ti voglio dire come mi è arrivata... Sarà tardi per noi ma lasceremo ad altro e ad altri l'agonia del perdersi e la consolazione morta del ricordo; che siano dati altri istanti, altre vite, altri ricordi ai calendari, non i nostri: il tempo fragile di paglia è doloroso e ha i minuti contati,(è bellissimo il tuo sferruzza lacrime, ha il lavorio ansioso dell'ineluttabilità) sarà tardi, è già tardi ma noi non ci perderemo nell'agonia sbiadita dei ricordi affollati perché sarà dato alle nostre bocche di riconoscersi e di trovarci ancora e ci sarà un nuovo tempo per noi, perché sarà tardi ma ai nostri piedi si sovvertirà il tempo e lo spazio. Sarà tardi ma improvvisamente non lo sarà più.
 
 
zag.reus
zag.reus il 07/07/13 alle 14:46 via WEB
Vedi Elek, l'autore non è quasi mai il testimone più attendibile di ciò che scrive... Lui tasta come nel buio pesto i contorni di qualcosa di non ben decifrato e decifrabile e cerca di conferirgli una qualche approssimativa forma, per poterlo porre davanti agli occhi degli altri. L'interpretazione, l'ermeneutica spetta più a questi, purché siano osservatori attenti e coerenti. Dei versi scritti ma anche un quadro o altro appaiono oggetti fissi, in realtà sono in continuo movimento e generano continuamente nuovi significati, domani più di ieri e più di oggi. Precisato doverosamente questo, dico che la tua interpretazione illumina improvvisamente anche a me degli aspetti che sento ora di condividere in pieno nella stessa luce del tuo perspicuo sguardo, soprattutto nell'ultima parte. Quando invece dici che lasceremo ad altro e ad altri, vorrei soltanto aggiungere che facendo questo noi lasciamo anche ciò che di altro ed altri noi stessi ancora siamo. Non posso allora che ringraziarti di questo tuo attento sguardo e commento.
 
alphabethaa
alphabethaa il 09/07/13 alle 23:03 via WEB
Non è mai troppo tardi per inseguire un sogno... Non è mai troppo tardi per fare qualsiasi cosa... e quello che sta succedendo non succede mai troppo presto o troppo tardi... succede ora.
 
 
zag.reus
zag.reus il 10/07/13 alle 17:44 via WEB
Certo, AlphaBeth, niente impedisce di inseguire un sogno in qualsiasi momento... neanche di inseguire un'illusione, un miraggio, niente ce lo impedisce, però... Cosa succede, infatti, ora, se non il nostro sguardo, il nostro modo interpretare, di vedere mentalmente, culturalmente e di conseguenza otticamente il mondo? Così un cielo che si rovescia sotto l'occhio delle nostre suole, o si rovescia dal nostro sottosuolo, è lo sguardo di un intero modo di guardare il mondo che si rovescia, come quel bacio dal finestrino di un treno.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/07/13 alle 06:31 via WEB
Zag,cosa succede quando improvvisamente un cielo si rovescia e vediamo tutto come mai l'avevamo visto prima?
 
     
zag.reus
zag.reus il 08/08/13 alle 12:12 via WEB
La visione, Eva, è un po’ come la madrelingua, quella che apprendiamo e impariamo ad usare succhiando il latte dal seno materno. Allo stesso modo che non esiste una madrelingua individuale, non può neanche esistere una visione individuale. Sì, possiamo combinare in modo diverso e anche originale i suoni e i segni della lingua, ma sempre partendo dai suoi comuni elementi di base.

Non esiste una visione meramente ottico-retinica, oggettiva della realtà. La visione è sempre influenzata e anche deformata da elementi celebrali, mentali, emozionali e culturali. Questo è dimostrato anche in sede di ricerca scientifica.

Potremmo allora dire che esiste una comune madre-visione che è quella dell’intera civiltà occidentale, ormai dominante su ogni angolo del pianeta, che conforma/deforma le lenti e determina così la visione della realtà.

Rovesciare improvvisamente il cielo che vediamo, sarebbe come cogliere di colpo una forma, un volto, una figura nascosta dentro un intrigo di segni e tratti, al pari di certi giochi enigmistici o per bambini. Questo intrigo di tratti è proprio quello dei tratti più caratterizzanti la visione collettiva, comune della nostra civiltà. La quale visione non è stata sempre la stessa per tutte le latitudini geografiche, antropologiche e culture storiche, sulle questioni cruciali dell’esistenza, così come non è destinata a rimanerlo.
 
lorjsiana
lorjsiana il 15/08/13 alle 13:57 via WEB
Non passa nulla,sono solo i ricordi che si allontanano nel tempo e diventano film muti in bianco e nero. Perchè smetterai di ricordare particolari di parole e discorsi,sfumature e colori,ma ti fermerai sempre a pensarci...Buon ferragosto Zag
 
 
zag.reus
zag.reus il 17/08/13 alle 13:41 via WEB
I ricordi, Lory, conservano qualcosa di strano, sono immagini che permangono. Basta a volte riemerga una sola di esse per farci rivedere tutto il film, in bianco e nero o a colori che sia. Che siano le situazioni, le persone, le cose a cui quelle immagini si riferiscono solo avvolte ma tuttora perfettamente esistenti dentro il rullo dell’esistenza universale?
 
eufrasia_100
eufrasia_100 il 22/08/13 alle 19:33 via WEB
Esistono relazioni cosi intense,legami così pregnanti, corrispondenze così profonde, per cui un ultimo bacio non è mai un addio ,quanto puttosto il suggello che esse continueranno a vivere dentro di noi, mai confuse fra la folla informe ed anonima dei nostri ricordi...
 
 
zag.reus
zag.reus il 23/08/13 alle 21:23 via WEB
Sì, Eufrasia, è proprio come scrivi tu, e ti ringrazio di questo tuo primo commento nel mio blog. Il tuo stesso nome è per me un riandare a ricordi che non potranno mai essere confusi nella folla di quelli anonimi e indistinti. Il ricordo è un’immagine... ma se come dici tu ci sono “legami così pregnanti”, allora come è possibile il legame di qualcosa di fisicamente, materialmente presente – come noi ora siamo – con un che di puramente evanescente come un ricordo? Come può un capo della corda, del legame non ancorarsi a niente di esistente?

Mi scuso di queste domande di carattere forse troppo esistenziale, Eufrasia, ma il tuo nome ha per me un così forte potere evocativo dell’infanzia, che mi sembra di ritrovarmi ora proprio in mezzo a quelle lontane situazioni... ricordi... immagini tutt’ora... viventi...
 
   
eufrasia_100
eufrasia_100 il 25/08/13 alle 21:41 via WEB
Sono io Zag che ringrazio te per avermi reso possibile la scoperta del tuo blog.Volendo tentare di rispondere alla tua domanda,senza avvitarmi in contorsioni mentali fini a se stesse,io penso che il punto di raccordo fra la dimensione materiale e contingente ,in cui si dispiega la nostra esistenza e quella specialissima dimensione interiore dove vivono, o se credi sopravvivono queste immagini evanescenti,cui diamo il nome di ricordi,siamo noi stessi e la nostra capacità ... imbattendoci nel nome di una perfetta sconosciuta,di ripescare sprazzi della nostra vita,che ritenevamo sepolti sotto la coltre polverosa ed impietosa del tempo..ripercorrendone le emozioni,le sensazioni,i colori ,i sapori, i profumi...Tra ciò che esiste e ciò che non lo è più, siamo noi il trait d'union.
 
     
zag.reus
zag.reus il 31/08/13 alle 13:45 via WEB
Un argomento, Eufrasia, sul quale capiterà di tornare certamente... perché come si possa essere trait d'union con ciò che non esiste rimane un bel problema.
 
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