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« Non più una faccia | Uno sputo, una vita » |
Post n°99 pubblicato il 05 Luglio 2013 da zag.reus
Sarà tardi ai muri l'orologio nella paglia noi non ci perderemo si rincontreranno Sarà tardi (Zagreus_va)
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Non esiste una visione meramente ottico-retinica, oggettiva della realtà. La visione è sempre influenzata e anche deformata da elementi celebrali, mentali, emozionali e culturali. Questo è dimostrato anche in sede di ricerca scientifica.
Potremmo allora dire che esiste una comune madre-visione che è quella dell’intera civiltà occidentale, ormai dominante su ogni angolo del pianeta, che conforma/deforma le lenti e determina così la visione della realtà.
Rovesciare improvvisamente il cielo che vediamo, sarebbe come cogliere di colpo una forma, un volto, una figura nascosta dentro un intrigo di segni e tratti, al pari di certi giochi enigmistici o per bambini. Questo intrigo di tratti è proprio quello dei tratti più caratterizzanti la visione collettiva, comune della nostra civiltà. La quale visione non è stata sempre la stessa per tutte le latitudini geografiche, antropologiche e culture storiche, sulle questioni cruciali dell’esistenza, così come non è destinata a rimanerlo.
Mi scuso di queste domande di carattere forse troppo esistenziale, Eufrasia, ma il tuo nome ha per me un così forte potere evocativo dell’infanzia, che mi sembra di ritrovarmi ora proprio in mezzo a quelle lontane situazioni... ricordi... immagini tutt’ora... viventi...