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zag.reus il 12/09/16 alle 19:55 via WEB
I più lo negano, Gaz, ma sognano solo delirio di potenza...
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gaza64 il 10/09/16 alle 21:50 via WEB
Molto carico...
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zag.reus il 02/05/16 alle 14:02 via WEB
Sì, sprofonda, Gaz, si inabissa nel mare esterno ed interno...
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gaza64 il 02/05/16 alle 10:29 via WEB
Uno scontro mortale tra liquide esistenze che non vorrebbero altro che mischiarsi...E ancora una volta, la sensibilità di chi le osserva, sprofonda.
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zag.reus il 27/04/16 alle 00:37 via WEB
Hai ragione, gaza64, in fondo anche una poesia non è altro che una molletta che tiene appese le nostre parole al vento del ritmo e della metrica.
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gaza64 il 26/04/16 alle 16:16 via WEB
Appesi o precipitati, asciugati dal vento o bagnati dalla pioggia: saldamente ancorati fino alla fine del nostro "ciclo di lavaggio", oppure volando a raggiungere luoghi diversi, certe volte solo selciati.
Triste come dev'essere la poesia nel suo consapevole canto: strumento anch'essa dall'illimitato utilizzo. |
zag.reus il 15/10/15 alle 13:04 via WEB
Catullo e Clodia (la mitica Lesbia dei suoi versi) ai tempi del web? Allora il tuo ritorno, Lola, sarebbe non dal regno del Silenzio e dell'Assenza ma da quello sedimentato nel nostro Dna della più aurea classicità romana. Ora capisco che i due, pur di tornare a battagliar-amarsi, sarebbero disposti a tutto... ma proprio in due lontanaze-assenze come le nostre gli capita di andare a sbattere?... Mmmhhhhh...
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Lola.e.il.Silenzio il 15/10/15 alle 12:19 via WEB
Tornandoti addosso, ti vesto del mio respiro assoluto ed assolato, giocando con le parole.
Un bacio, ed altri mille, alla Catullo.
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zag.reus il 14/10/15 alle 21:10 via WEB
Quelli che tu dici, in realtà, parlano solo la loro tracotanza. Così fanno eternamente i loro test di forza, come li chiami tu. Di che cosa sia l'apertura di luce, aria e suono del mare dell'essere, non sanno cogliere neanche quel vago baluginio o remota eco che ci è dato di percepire sul confine, per non smarrirci del tutto nella palude e nel buio.
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animabile il 14/10/15 alle 17:22 via WEB
Molti “ parlano” attraverso lo strepitio del mare, ma in realtà sono esseri paludosamente profondi.
Alzano la testa oltre la cresta del monte, ma la loro anima sosta dormiente nel buio dei tuguri. Quindi, no, non bastano le radici biforcate tra la palude e il mare e un suono suadente senza spartito e memoria. hasta luego! :)) |
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I più lo negano, Gaz, ma sognano solo delirio di potenza...
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