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Un blog creato da zag.reus il 26/10/2008

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Quante storie per un caffé --- Versi

Post n°105 pubblicato il 15 Ottobre 2013 da zag.reus
 

Ricambiare un dono in versi non si può fare che con altri versi. Così questo è oggi il mio regalo e i miei auguri a Jezabels, che ieri mi ha confenzionato il regalo di una traduzione in spagnolo con i fiocchi di alcuni miei versi.

"Descrivi l'aroma del caffé! - scrive Wittgenstein - Perché non si riesce? Ci mancano le parole?". Quante storie per un caffé!

Una diatriba ontologica antica - anche tra me e Jeza.

Quante storie per un caff photo Quantestoriecaffe3010_zpsfac83785.jpg

L’aroma del caffé rimase

ad aspettare nella tazza

che arrivasse un treno

un passeggero, un incontro

a un tavolo del Bar Destino

 

Passò un funambolo del clarinetto,

un’ubriaca di stelle e di milonghe,

un cacciatore di macachi rabdomanti,

un incantatore di preti e rane afgane:

 

quante storie per un caffé,

senza labbra quel mattino,

suonarono e raccontarono

agli avventori indifferenti

o storditi del Bar Destino.

 

Passarono le nubi, la luna

spuntò rasa, irreale all’orizzonte,

catturò quell’aroma remoto

nel suo alone e se ne inebriò

 

Sulla sponda arsa del mare

un aereo solcò lento il disco

ramato ancora della memoria.

Quante storie per un caffé

senza rendez-vous o una canzone,

sospirò a una stella vaga

nel cielo amaro il cameriere,

ritirando la tazzina fredda:

ogni mattina c’è una calda

e un'aroma di speranza nuova

ai tavoli del Bar Destino.


(Zagreus_va)

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Commenti al Post:
jezabels
jezabels il 15/10/13 alle 06:36 via WEB
Questa foto e' di qualche anno fa vero Zag?..Passano gli uomini, la storia, il giorno e la notte, le preoccupazioni e le gioie, l'attesa e la speranza. Qualcuno conserva ancora il vecchio scontrino del primo incontro e sempre qualcuno continua a dire davanti ad una tazzina; " quante storie per un caffè ";))) Mille volte grazie alla tua memoria e alle tue parole che sempre mi donano così tanto. Non scrivo altro perché lo sai che poi mi confondo e sbaglio ogni cosa*_*
 
 
zag.reus
zag.reus il 15/10/13 alle 23:01 via WEB
Come gli astrofisici hanno determinato quella particolare unità di misura chiamata anno luce – che è la distanza percorsa dalla luce nell’intervallo di tempo pari a un anno – così si dovrebbe adottare l’anno caffé, che è il numero di tazzine sorbite in un anno per amore, rabbia, desiderio, delusione, sogno, speranza… Quante visioni, traveggole, singhiozzi per un caffé nei calendari e nelle stagioni umane, Jeza, altro che storie!... ^*__*^
 
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 17/10/13 alle 09:46 via WEB
Già,sembrerebbe semplice...logico....un ragionamento ...ma le parole non bastano a descrivere 'l'aroma del caffè '.Perché?... Perché esistono esperienze della realtà che il linguaggio non può descrivere e a cui nemmeno l'immaginazione può arrivare.Eppure quell'aroma ce l'abbiamo dentro,non lo vediamo,non lo tocchiamo,non ne sentiamo il profumo....eppure è' li ....e non troviamo abbastanza parole ....sembra siano insufficienti...Forse dovremmo accettare l'idea che certe esperienze vanno 'oltre'. Magari quel caffè lo abbiamo solo assaggiato tanto tempo fa', tuttavia non ne abbiamo mai più dimenticato il suo sapore neppure per un istante. Come al solito i tuoi versi sono molto belli Zag .
 
 
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 17/10/13 alle 15:19 via WEB
Scusa ....correggo l'orrendo errore grammaticale....scegli....puoi cancellare 'ne' oppure 'suo'....ultime tre righe :-))) Sai com'è ,con i prof. non si scherzaaaa!
 
 
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 20:01 via WEB
78. Confronta: sapere e dire:
quanti metri è alto il Monte Bianco –
come viene usata la parola ‘gioco’ –
che suono ha un clarinetto.
Chi si meraviglia che si possa sapere qualcosa, e non essere in grado di dirlo, pensa forse a un caso come il primo. Certo non a un caso come il terzo.
(Ludwig Wittgestein, Ricerche filosofiche, Einaudi - pensiero 78).
Grazie per l’apprezzamento dei versi.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/10/13 alle 20:36 via WEB
.....Daisetsu Teitar&#333; Suzuki :"la contraddizione,che tanto sconcerta il modo di pensare ordinario,deriva dal fatto che dobbiamo usare il linguaggio per comunicare la nostra esperienza interiore,la quale per sua stessa natura trascende la possibilità della lingua"....Prego:-)
 
     
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 20:58 via WEB
Contraddizione significa affermare il contrario di quello che le parole, le frasi vorrebbero dire. Non c’è bisogno di arrivare all’esperienza interiore per toccare con mano i limiti del linguaggio. Ogni parola, ad esempio, ‘albero’ non è la stessa cosa dell’oggetto che indica. Parola e oggetto sono due cose diverse. Di qui nasce l’ambiguità, la difficoltà di qualsiasi tipo di dialogo umano. Inoltre, il linguaggio non può mai dire se stesso, ragionare su stesso… perché dovrebbe mettersi al di fuori della parola, ovvero del pensiero, e questo non è possibile. Per metterci la goccerella finale di grammatica sopra c’è da aggiungere che il linguaggio umano contiene anche quella particella cruciale, quel connettivo logico imprescindibile chiamato “NO”, ovvero la capacità umana di negare qualsiasi cosa.
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/10/13 alle 21:13 via WEB
Allora mi descrivi l'aroma di "quel" caffè ?:-))))
 
     
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 23:04 via WEB
I limiti del linguaggio contengono anche quelli della comprensione... come si evince da questa tua domanda... Fatti perciò la domanda e datti una risposta da sola... alla Marzullo, cara Eva... Buonanotte...
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 19/10/13 alle 06:41 via WEB
Era una battuta Zag ...non hai intuito....pazienza.Buon risveglio.
 
     
zag.reus
zag.reus il 19/10/13 alle 11:02 via WEB
... Più che altro non si intuisce il senso della battuta... peccato... Buon proseguimento della giornata.
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 19/10/13 alle 12:10 via WEB
Il senso della battuta era solo quello di sollevare un sorriso.
 
 
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 20:11 via WEB
Non mi permetterei mai, Eva, neanche di sfiorarla una tua frase, figuriamoci di ri-toccarla… Infatti, sempre Wittgestein, scrive, nello stesso libro, a pag. 290: “In una goccerella di grammatica si condensa un’intera nube di filosofia”. E tu sei cosi, Eva: la condensazione di un’intera distesa di nuvole metafisiche. O ti si accetta così, per intero, o è davvero vano ritoccare una sola sillaba.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/10/13 alle 20:42 via WEB
Che dire ....sono commossa....sentirmi accettata per intero da te e' davvero un grande traguardo ! Grazie...
 
     
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 20:59 via WEB
Ma io intendevo accettare nell’accezione di prendere ad accettate… cosa hai capito, Eva?... :)))))))))))
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/10/13 alle 21:10 via WEB
Da dove cominci?
 
     
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 23:05 via WEB
... naturalmente da dove desideri tu, ovvero dal cuore, Eva...
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 19/10/13 alle 06:55 via WEB
Il mio cuore danza,Zag ,ed è molto difficile 'prenderlo ad accettate',sarebbero inutili tentativi perché lui è sempre in movimento,vibra,sale,scende,gira,salta,dondola,piroetta,si apre e si chiude ritmicamente a suon di musica ,l'unico linguaggio che non ha limite alcuno e da tutti comprensibile....si chiama sintonia,armonia,aRte di vivere e di morire....
 
     
zag.reus
zag.reus il 19/10/13 alle 11:13 via WEB
Sì, Eva, c'è l'hanno molto più sviluppata di noi gli animali questa capacità di sintonia... ma, nel bene e nel male, l'uomo è un animale linguistico, ovvero logico quanto sensibile, e non solo l'arte ma anche il dolore e la gioia hanno per noi una relazione imprenscindibile con il linguaggio, pur nei suoi limiti. In quanto al tuo cuore che danza, anche quello dello schermitore è una danza delle braccia, oltre che delle gambe.
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 19/10/13 alle 12:16 via WEB
L' essere umano e' senza dubbio un animale linguistico e questo e' meraviglioso,ma non e' solo logica e sensibilita',e' anche altro...Sullo schermitore mi permetto di sollevare un dubbio: e' vero egli muove braccia e gambe,ma sa esattamente e con 'ratione' dove 'colpire' e questo ha poco a che vedere con la danza...
 
     
zag.reus
zag.reus il 25/10/13 alle 17:00 via WEB
Sì, Eva, ma a forza di essere “altro” e “oltre” si finisce per essere “tutto e niente”, la notte in cui tutte le vacche sono nere. Che poi nell’arte della scherma sia tutto “ratione” ho i miei dubbi… In qualsiasi situazione che vede impegnati il corpo e la mente insieme c’è sempre un’alta dose di istintività inventiva, creatrice... Tutta l'esistenza, in ogni sua manifestazione, perciò è danza... La danza come arte particolare a sé non è altro che l’espressione accentuata di questa condizione universale...
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 25/10/13 alle 18:08 via WEB
A volte si deve essere "tutto e niente".....sempre meglio che la via di mezzo.....Scherma e danza sono due forme d'arte,hai detto bene e la creativita' ne e' elemento fondamentale....la differenza sta solo nel fatto che nella scherma devi vincere e per vincere devi "colpire" ....il dove lo decidi con ragione,il come con creativita'; nella danza invece non colpisci e non devi vincere nulla e la ragione serve solo per la tecnica,ma non per l'espressivita' o comunicazione.Almeno cosi' credo:-))
 
shadow_of_a_soul
shadow_of_a_soul il 17/10/13 alle 16:26 via WEB
Potrei avere un caffè? Grazie, amaro macchiato:)))
Buon pomeriggio:)
 
 
zag.reus
zag.reus il 18/10/13 alle 20:07 via WEB
Anche il caffé amaro finisce sempre per lasciare un buon sapore nel palato… Non si può dire, invece, la stessa cosa del vivere amaro che spesso lascia un retrogusto di fiele e di rigetto esistenziale. Per questo all’aroma e all’amaro del caffé affidiamo la speranza di un riscatto espresso del gusto acre di fondo che ci circonda.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 20/10/13 alle 23:13 via WEB
L’anno caffè fatto di attese e di tazzine riempite e metabolizzate…quante storie per l’amore, potrebbe dirci, l’aroma che aspetta…e quante per la rabbia che cicatrizza il sogno mal riuscito in delusione. L’ubriaca di stelle passa danzando una scia di fragilità che non finisce, come la fune che snoda le note di un clarinetto errante; così passa il cacciatore di illusioni per gioco e per magia; passano mani che incantano le rane e parole che seducono le chiese; quelle che ti sbattono addosso la tua mortalità intrecciata con le nuvole…e poi arriva la luna. Spunta irreale e su tutto ferma la sua veste pallida: Su tutto la luna addormenta il sogno e ferma l’aroma del caffè mentre il volo di un aereo solca la memoria e lascia lento la sponda arsa del mare…Quante storie per l’amore, il dolore che fa rabbia e la rabbia che cicatrizza i sogni in delusione. Quante storie per una tazza sola di caffè…che ogni mattina diventa un’altra, calda ad aspettare, sul tavolo, tra tante stelle vaghe e camerieri, al bar Destino…
 
 
zag.reus
zag.reus il 25/10/13 alle 17:05 via WEB
Certo, Elek, la possibilità si presenta sotto diverse danzanti e cangianti combinazioni, proprio come fanne le parole del tuo commento rispetto ai miei versi... Per questo sono sempre le possibilità a ripresentarsi, sotto forme diverse, inaspettate e mai i meri fatti storici...
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 04/02/14 alle 00:34 via WEB
E' il benvenuto, se vuole...http://blog.libero.it/MADAMEdeSTAEL/12636772.html.
 
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