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« Non voglio una pistolal'essere in te »

Non dare retta al poeta

Post n°107 pubblicato il 02 Aprile 2014 da zag.reus
 
Tag: versi

Spazzatrix photo IMG_spazzatrice_zps63fb8814.jpg

 Non dare retta al poeta,

 

nasconde il volto

della luna sui parabrezza

spezzati della città

e spiffera sogni tra i sedili

sfondati e i pidocchi

delle auto in demolizione,

nelle periferie spazzate

da fresca ruggine e canzoni folli

 

Il suo sguardo di vento soffia

lungo i cigli d'erba infangata,

graffia la strada di sibilanti foglie,

carte smunte, fuligginosi suoni

 

Non dargli retta al poeta,

 
neanche lui sa cosa rovista

nelle discariche delle future scie,

tra i cartoni delle risposte antiche,

nei rigagnoli di calzini

e logaritmi fradici che scorrono

sotto le suole bucate dell’attesa.

 

Non badargli, non domandagli

se è assiderato d’amore,

allucinato da nebulose astrali;

 

non offrirgli da bere al bar, ti dirà

che dissetato è anche dell’eterno,

perché da ogni radice amara

ha bevuto al mondo desolato.

(Zagreus_va)

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Commenti al Post:
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 03/04/14 alle 15:23 via WEB
In teoria non dovrei leggerli questi versi perché il poeta dice di non dargli retta.A causa di quel "non" li leggo e li rileggo.Mi rimangono impresse dapprima tutte quelle "z"di parabrezza spezzati,demolizione,spezzati...e vedo lui che nasconde il volto della luna ,ma poi proprio mentre nasconde, ecco che sfodera tantissime "s".. e "f".... Cambia il suono,da duro diviene morbido,sembra quasi sussurrare qualcosa all'orecchio tanto da dovermi avvicinare per poterlo udire...così faccio attenzione e mi pare di ascoltare la voce degli amanti quando pronunciano le loro insensate parole....Ma le sue suole sono bucate dall'attesa...di chi non arriva mai ...E' assiderato d'amore il poeta e non prova più nemmeno ad avere sete sebbene sia assetato....ma non bisogna dargli retta altrimenti muore....
 
 
zag.reus
zag.reus il 05/04/14 alle 16:05 via WEB
Che “altrimenti muore”, Eva, non è assolutamente un problema per il poeta. Ti dice di non dargli retta, non di distorcere le sue parole. Ti dice che è già “dissetato dell’eterno”, non che “non prova più neanche ad avere sete”. L’opposto di ‘dissetato’ è sì ‘assetato’ ma non ‘morto’. “Dissetato dell’eterno”, dopo aver bevuto da ogni radice amara del mondo, significa che la morte per lui non ha più alcun significato reale. Anche fosse, invece, a non credergli, assetato – sempre dell’eterno – significherebbe, ugualmente, che non è certo la morte che lui vuole fuggire... Sulla prima parte del commento sono completamente d’accordo con te, e ti ringrazio di aver sensibilmente colto fino alle sfumature sonore di ogni sillaba e parola. :)
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 05/04/14 alle 20:28 via WEB
Si' sono stata frettolosa nella parte finale del commento,hai ragione.Il poeta avverte di non offrirgli da bere,e' dissetato anche dell'eterno....ma il non bere provoca prima o poi la morte volente o nolente....certo lui dice che non e' un problema....ok ci credo:-)
 
     
zag.reus
zag.reus il 06/04/14 alle 02:43 via WEB
Che non si offra da bere a qualcuno, Eva, o che questi non accetti glielo si offra, non significa che non possa dissetarsi da solo per altre vie e con altri mezzi. Questo, soprattutto, se si considera che ciò che si beve e si offre da bere, in questa realtà, anche con i più nobili propositi, è sempre una bevanda adulterata, tossica, un cocktail micidiale di nichilismo e morte. Il problema, perciò, dovrebbe essere di chi beve e offre questo miscuglio, non del poeta, che comunque non ne ha – anche ne bevesse copiosamente da questa coppa avvelenata.
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 06/04/14 alle 06:36 via WEB
In quale realtà vive il poeta?
 
     
zag.reus
zag.reus il 06/04/14 alle 11:23 via WEB
Nella tua stessa realtà, Eva, quella di un’intera, folle civiltà che tutti ci avvolge e domina e dalla quale è impossibile ora evadere. Questo non significa che non si possa avere uno sguardo e un atteggiamento diversi verso la morte. Socrate poteva facilmente restare vivo e libero: siamo certi che abbia solo “accettato” di bere la cicuta per motivi ideali e non anche lo abbia “desiderato” per motivi più profondamente esistenziali, e in questo avere avuto un atteggiamento e forse anche uno sguardo diverso da quello della sua città, civiltà?
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 06/04/14 alle 17:11 via WEB
A volte e' più facile morire che vivere...
 
     
zag.reus
zag.reus il 06/04/14 alle 19:25 via WEB
1) “A volte” non significa, appunto, “tutte le volte”. 2) Perché il più facile dovrebbe essere immorale, detestabile, e il più difficile, invece, morale, preferibile? Quale tavola dei comandamenti lo stabilisce? La tua? 3) Anche l’inutilità è facile, ed essa sì in forte sospetto di immoralità. Eppure svariate masse di persone la praticano, strisciando quotidianamente i loro passi sulla terra desolata e isolata. Prima di m moraleggiare sulla pagliuzza nell’occhio del vicino, bisognerebbe togliersi il trave conficcato nel proprio.
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 06/04/14 alle 21:46 via WEB
Sono miope,le pagliuzze non le vedo.
 
jezabels
jezabels il 03/04/14 alle 21:23 via WEB
e allora lei lo seguì, ascoltò il suo amore e lo seguì, senza rispondere lo seguì.... nella sua cattiva strada. https://www.youtube.com/watch?v=OEiOgfJI-To
 
 
zag.reus
zag.reus il 05/04/14 alle 16:43 via WEB
Sì, Jeza, ma “la cattiva strada” di Faber è quella su cui tutti già camminiamo senza rendercene conto, e che le parole della canzone all’improvviso rendono palese… per la facilità con la quale tutti ci ritroviamo a seguirla… Solo dove c'è il male, se ne si è coscienti, si può trovare, par contrasto, un po' di bene... Là c’era qualcuno che silenziosamente invita a seguirlo, qui – all’opposto – qualcuno che a voce alta invita a non dargli retta… Che si trova sulla cattiva strada lo deve scoprire da solo… senza il bacio dell'assassino... Grazie per il ricordo del bel pezzo di Fabrizio de Andrè e per... ll'indiretto paragone... :))
 
   
jezabels
jezabels il 12/05/14 alle 04:52 via WEB
Io soffro in modo più amaro, (non so come descriverlo,un sentire senza speranza) quando non ascolto, quando ignoro la poesia che ho dentro. La ignoro quando mi convinco (momentaneamente) che è solo una farneticazione, un illusione che non mi fa progredire, che vorrei toccarla con mano invece di immaginarla..i sogni spifferati su sedili sfondati però sono alla lunga più belli*
 
     
zag.reus
zag.reus il 31/05/14 alle 13:27 via WEB
La poesia, Jeza, e' un modo di dare una forma al dolore, all'amaro proprio e del mondo... Ovvero e' un modo di non farci schiacciare completamente dalla sofferenza e di andare avanti... Chi, come te, ha la poesia dentro e' sempre ricondotto a questo compito... sebbene in forma discontinua e frammentata... Grazie, Jeza, spifferero' anche per te sogni sui sedili sfondati... :))
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 09/04/14 alle 04:54 via WEB
Non dar retta al poeta che nasconde i sogni lunari e le loro facce al crocicchio della divina umanità: sui parabrezza spezzati, sulle spazzate periferie dai vuoti dell’angoscia, dalla ruggine nuova, neonata tra i suoni di canzoni immaginate e demolite dai pidocchi e dalle auto sfondate sui cui sedili si sfiorano sogni che si spifferano all'aria e al vento che graffia l’erba. Non dar retta al poeta perché il suo sguardo sfugge tra le ciglia soffiando sibili lungo i cigli e le frange fuligginose del cielo, suonando musica di carte sempre smunte. Non dar retta al poeta perché non sa cosa rovista nelle discariche delle future scie passate… tra i rifiuti di enigmi non risolti, nei rigagnoli fradici di ancor più bagnate lacrime piante nell'attesa fatta di suole e logaritmi. Non domandagli del suo amore assiderato in nebulose arse da passioni astrali o da miraggi freddi di carne; non offrirgli la tua acqua per dissetare una bocca che ha bevuto dall'inferno delle radici umane e banchettato con divinità per cui ha offerto, non richiesto, il figlio pagato con supplizi;lui che ha intravisto l’eterno nella vita e tante volte l’ha stravolto, ti dirà che, infine, dissetato è anche dell’eterno.
 
 
zag.reus
zag.reus il 13/04/14 alle 13:48 via WEB
Ho sempre affermato, ElettricPsk, che l’autore non è mai l’interprete decisivo di quello che ha composto. Questo non significa, però, che ogni interpretazione è automaticamente leggittima. Ci vuole una certa coerenza e acutezza analitica. Vorrei così precisare che il verso non offrirgli da bere vuole avere un’accezione colloquiale più vasta, ovvero non solo nel senso evangelico di “dar da bere agli assetati”, ma anche e soprattutto nel senso del bar, dell’enoteca, dei luoghi e delle occasioni nelle quali si beve un bicchiere insieme, ovvero si parla, si discute, ovvero si pensa insieme. Il tuo commento, leggittimamente, scompone e ricompone il testo attraverso deviazioni, slittamenti di senso e percorsi narrativi diversi, ricongiungendosi, alla fine, in quel punto cruciale. Anche tu parli solo di acqua, così ho deciso di modificare e precisare il verso, aggiungendo 'al bar’ a non offrirgli da bere, astenendomi, però, da suggerirne il senso.
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 13/04/14 alle 19:09 via WEB
Solo il "dono" offerto e accolto cambia sia chi lo offre sia chi lo riceve....e' il dono dell'incontro:-)
 
     
zag.reus
zag.reus il 14/04/14 alle 00:07 via WEB
Bene, buono s-cambio e ancora migliore cambio per te, Eva... Io non ci tengo… posso scambiare sguardi, parole, pensieri... non ho altro, credimi... ma non posso cambiare essere... mi appare assurdo... il vero dono mi sembra già questo... senza bisogno d’altro...
 
     
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 14/04/14 alle 06:52 via WEB
Sai Zag non so se si possa cambiare essere,me lo chiedo molte volte,e' un pensiero ricorrente,ma so che è possibile (forse difficile) aprire/rsi e trovarsi immersi in nuovi mondi mai immaginati....Il significato di dono lo conosci benissimo e non devo spiegarti che ha poco a che vedere con lo s-cambio,non e' un do ut des,così come l'incontro non è uno s-contro....Dici "non posso"... ma sembrerebbe più un non voglio....E io che sto al di la' di questo vetro ricambio le tue parole e i tuoi pensieri ....tutto qui.Buona giornata.
 
     
zag.reus
zag.reus il 15/04/14 alle 19:53 via WEB
Sì, Eva, hai detto bene, non voglio… Nel volere c’è proprio la radice illusoria del potere... cambiare l’essere... e dell’inevitabile svelare l’incontro la sua vera faccia di scontro... Grazie, però, dello scambio silenzioso dietro il vetro :))
 
Lola.e.il.Silenzio
Lola.e.il.Silenzio il 13/04/14 alle 20:08 via WEB
Il poeta è quella crepa perfetta sul parabbrezza, doloroso come un sasso tirato in fronte. Bentornato zio Zag, Magister Vitae.
 
 
zag.reus
zag.reus il 14/04/14 alle 00:09 via WEB
Commento ben tirato, Lola… proprio in fronte… Con quella crepa perfetta sul suo parabrezza, come potrebbe essere il poeta magister vitae?... A meno non sia proprio quello il segno della vita autenticamente vissuta... Una tela di ragno alacremente tessuta, in forma di crepa che si dirama in ogni direzione, per rappresentare e denunciare l’impossibile unità esistenziale e logica di una realtà frantumata dalla attuale follia umana...
 
   
Lola.e.il.Silenzio
Lola.e.il.Silenzio il 14/04/14 alle 07:42 via WEB
La crepa, il ragno, il mito di Aracne e la notte della taranta, la musica del diaviolo, la danza delle spde e Capossela, il mar nostrum...e poi dici di non essere magister vitae!!!
 
     
zag.reus
zag.reus il 15/04/14 alle 20:11 via WEB
Beh, Lola, se mi scaraventi in mezzo alla Notte della Taranta, più che il Maestro, divento il Morso stesso della vita...
 
     
Lola.e.il.Silenzio
Lola.e.il.Silenzio il 16/04/14 alle 18:51 via WEB
Bellissima questa! Il morso della vita, te la frego zio Zag!
 
     
zag.reus
zag.reus il 16/04/14 alle 23:14 via WEB
Ma sì, Lola, saccheggia quello che vuoi, pietruzze colorate o ametiste cristalline che siano... appartengono non a me ma al destino... che le dissemina sulla nostre strade infangate come le stelle e il gas delle nebulose nel cielo più abissale...
 
     
Lola.e.il.Silenzio
Lola.e.il.Silenzio il 09/05/14 alle 11:36 via WEB
Ed io Poeta si è fermato. Ed io con lui. Ciao zio Zag!
 
     
zag.reus
zag.reus il 31/05/14 alle 13:31 via WEB
Il poeta, Lola, non puo'che fermarsi... L'interruzione, la pausa, la sincope metrica, il silenzio sono parte ritmica costituiva di ogni singolo verso...
 
alphabethaa
alphabethaa il 21/05/14 alle 11:35 via WEB
Ogni poesia ha al suo interno un grande mistero conosciuto solo al Poeta. Il lettore può interpretare come vuole, ma non riuscirà mai a vedere ciò che vede il Poeta mentre comporre, perchè c'è sempre qualcosa, di autobiografico nelle sue creazioni. E in ogni storia autobiografica c'è qualcosa di intimo e profondo, prezioso. Bello!
 
 
zag.reus
zag.reus il 31/05/14 alle 12:45 via WEB
Ti ringrazio del commento, Alphabeth, e tichiedo scusa per il ritardo con il quale rispondo. Ti ringrazio anche perche' mi dai modo precisare come vedo le cose io in merito a cio' che l'arte esprime.

Il poeta, e l'artista in genere, sente e tocca qualcosa di nascosto, più' che di misterioso, nel senso di qualcosa che non e' ancora visto, percepito dagli altri, dalla comunità' a cui il poeta appartiene. Ci arriva si' attraverso percorsi del tutto personali e mette in gioco la propria sensibilità', il proprio io, ma questo non significa che predomina il suo lato autobiografico.

L'io, ovvero la prima persona singolare che predomina nella poesia, implica sempre un tu, ovvero l'altro, gli altri al quale ci si rivolge e a nome dei quali si parla. L'artista sente, avverte qualcosa di non ancora percepito nella realtà' e cerca di farlo sentire anche agli altri. Non e' proprio detto che lui sappia esattamente cosa questo sia, anzi... Il suo compito e' consistito nel dare una forma a qualcosa che ancora non lo ha.

L'interpretazione di ciò' che l'artista scrive, ritrae, fa risuonare non spetta a lui in modo privilegiato ma alla comunita' che lo legge e lo ascolta. Per questo l'interpretazione non può' mai essere banale, superficiale, sparata a caso, ma coerente con l'insieme dei segni intuiti ed espressi dall'artista all'interno della realta' e comunita'.
 
I.d.r.u.s.a
I.d.r.u.s.a il 13/06/14 alle 02:31 via WEB
non dargli retta... non badargli... non offrirgli... ma AMALO come egli è...perché nessun altro è come un poeta...musico delle parole...anche quelle MAI dette...!
 
 
zag.reus
zag.reus il 14/06/14 alle 16:39 via WEB
Non si possono dire tutte le parole, Idrusa, altrimenti sarebbe la Babele del linguaggio… Già le parole, ogni parola è una piccola Bebele in sé… Infatti le parole non sono le cose, ma solo un segno per indicare questo o quello… Ma un conto la cosa in sé, un conto il segno che la indica… Per questo il dialogo fra gli uomini è difficile, se non addirittura impossibile… Ognuno può intendere e di fatto intende la cosa a modo suo...

Hai fatto bene a un passo, un post indietro, ai miei precedenti versi, e l’invito a non dare retta, non offrire da bere al poeta… La sua danza tra la linea dell’orizzonte e quella del naufragio, comprende, infatti, anche il naufragio del linguaggio. Grazie, pericò, dell’attenzione e del commento… Che nick strano e bello insieme… Idrusa… :)
 
   
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 09/07/14 alle 16:03 via WEB
Esatto Zag....a volte nel silenzio ci si intende ...
 
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