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« Mauro non ti vedo | Notti dimenticate » |
Una scia, un colore
mimetico d’anaconda:
alle otto di mattina il treno
piscia la sua frenata sui binari
Il telefono vibra, lei risponde,
sente una voce da lucertola umana
che pronuncia il suo nome:
“Dahlia, quanto bagaglio?”
“Solo una lama e un ventaglio”
La città le appare di sale e ruggine,
un disco incandescente, abbagli,
fracassi, crepitio d’armi in lontananza
Dai televisori filamenti di vomito catodico,
acido, frammisto a fasci d’altoparlanti rauchi,
sparpagliati da pale d’elicottero al vento
Scende in un albergo d’ombre
dal passato armato. Le domanda
una voce da tappetino d’auto
folto di capelli bianchi sotto i piedi:
“Il suo bagaglio, Lady Chan?”
“Questo albergo fa sempre più schifo:
solo disinfettanti, niente polvere e sangue”
“Poche illusioni, nessuna camera a ore,
solo sesso calibro 7,65 senza preservativo”
Il cielo già sciupato trasuda lardo,
l’aria si fa densa, nauseabonda,
non piange nel suo tumulto Dahlia,
non ha bisogno d’un fucile a fianco
Un’abatjour fioca come una stella sepolta
riverbera sul comodino, sulla coscienza
il raggio di lama nuda; lei oscilla il ventaglio:
all’orizzonte, nel gas, una falce
precoce di luna scannata
Spietate le erinni cablate
tessono nei sotterranei elettrici
la superficie di tracotanza acustica
e vindici ingoiano così il domani
nel frastuono di oggi,
nell'eco in croce risorta di ieri
Motori, frenate, sirene
clangore di lamiere,
urla stritolate nell’assordante
tosse dei compressori, improvvise
esplosioni di marmitte…
Ma lui sboccia tra le sue braccia;
tra le labbra di Dahlia Chan fiorisce,
come il silenzio da un sottosuolo astrale
o dall’abisso d’un calcinato deserto d’ossa
Scioglie la sua treccia, le sue forme,
la riporta al magma, a un tumulto
lavico senza più tempo né orme
Dahlia s’avvinghia, lo morde, lui l’azzanna
la ferisce, lei lo scuoia – s’addormenta…
La piastra d’asfalto sanguina ancora
fiotti d’acufeni, evaporano gli estremi
stridori dai solchi raschiati della città
Al treno torna: sorda ormai, a tutto cieca,
di tramonto ubriaca, muta, avvelenata.
“Quanto bagaglio, Dahlia Chan?”
“Solo un ventaglio e una gola tagliata”
Zagreus_va
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