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« Scende la scala | Mauro non ti vedo » |
(Disegno di Gualtiero Savelli, pittore in Roma)
La formica ebbra
Muro di vento
Scarpe di calcestruzzo
Il conto della lavanderia
Ha lacerato il tempo trucido
E gli orologi hanno squittito
E crepitato i calendari appesi
Come mutande immemori
Stese all’aria persa della sera
Insanguinata da un tramonto
Rotto come un barattolo di visciole
Spente in posacenere e sputacchiere
Sterminate tra le cupole e le lenzuola
Celestiali d’Oriente sbattute in ammollo
Nell’aurorale ontologia boreale
Con ammorbidente alla lavanda
E centrifuga gastrica nel cestello
Vorticante di lucertole candeggiate folli.
Filo senza capo Wi-Fi
Chiodi senza default d’amore
Folate di bosoni tristi, stringhe,
Polvere e plasma d’astri, tappeti
Di galassie battute alle pareti di luce
Cosmica corrosa: cammina cammina
L’alba è una foglia bianca venata
Da una formica d’inchiostro ebbra
Zagreus_va
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