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Leopardi era notoriamente un cesso: gobbo, maleodorante, malaticcio eccetera. Ipotizzo che nel corso del tempo almeno tre quarti dei suoi lettori (a cominciare da Niccolò Tommaseo) abbiano collegato il famigerato pessimismo del poeta alla sua indubbia bruttezza e al conseguente insuccesso con le donne, che Giacomo ardentemente desiderava.
Kerouac era bello, piaceva alle donne e ne scopava pure parecchie ma era ugualmente pessimista (ed abusava dell'alcol; Leopardi, invece, era dedito ai dolciumi).
Altro punto di contatto: sia Leopardi, sia Kerouac ebbero un legame molto stretto, al limite dell'omosessualità, con un "maschio dominante" - rispettivamente, Antonio Ranieri e Neal Cassady, alias Dean Moriarty.
Le brave professoresse cattoliche, nelle scuole dell'Italia del Sud, hanno sempre formulato le loro caute riserve sul caratteraccio di Leopardi, sulla sua misantropia, sulla sua filosofia disperata e disperante...
Nutro il sospetto che le brave professoresse cattoliche rientrino nei "tre quarti" di cui parlavo poc'anzi. A queste brave donne (ma anche agli uomini, perché no?) vorrei dire: leggetevi Kerouac e guardate le sue foto, e poi mi fate sapere se il pessimismo è necessariamente la conseguenza della bruttezza.
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