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Post n°1056 pubblicato il 14 Febbraio 2019 da merizeta21
In questo periodo ogni anno mi assalgono visioni di montagne - dovrei dire della montagna, perchè per me la montagna è una sola, il Cervino - e della pista n°5 dalla quale scendevo con uno stile improbabile, sempre indietro rispetto agli altri che correvano avanti. Oppure dietro Rini che scendeva così elegante che mi aspettavo sempre di vederlo spiccare il volo da un minuto all'altro. Ricordo la luce delle cinque, quando tutti rientravano nel sole calante e dietro la curva il paese era già in ombra mentre le cime erano tutte ancora immerse in una luce rosa. Come dei miei tramonti marini, non ne avevo mai abbastanza. Il mio cuore era sempre perso nei sogni. Spesso con un nome e un cognome, a volte semplicemente nel tentativo di far passare il tempo il più lento possibile. Tutto questo che per me era casa, ad un certo punto l'ho sacrificato in nome della mia vita nuova. Ma ogni anno mi manca di più, mi fa soffrire di più. Ogni anno sento che si allontana, insieme ai ricordi. Siamo tutti ancora vivi, siamo tutti vecchi ormai. Non ce la farei più a scendere, nemmeno per la cinque che è praticamente piatta. Non ce la faccio quasi più nemmeno a camminare. E la voce che ripete nelle orecchie "questa non sei tu. Dove sei andata a nasconderti?" Ma se voglio sopravvivere, questa parte non me la posso più permettere. Devo diventare vecchia, così smetterò di soffrire per cose che non si possono più cambiare. Sono lontane oramai. Una volta mi sentivo brutta, adesso sono solo anziana. Le cose sfumano. Prima o poi anche i ricordi lo faranno. Speriamo. |
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quello che più mi pesa non sono certo le rughe che segnano il mio volto che voglio considerare segno del vissuto
quel che mi pesa è il non potrr condividere questi ultimi anni con chi, nonostante tutto, continuo ad amare... con chi non ha avuto il coraggio di rinunciare a certezze acquisite per rimettersi in gioco...
che bello ritrovarti cara