merizetaparla il mio cuore... racconti dalla mia quarta vita - |
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Non è che la mia quarta vita sia poi così differente dalle altre tre. Più passa il tempo e più mi pare di ripetermi, senza riuscire a cambiare copione.
Oramai è sicuro che in qualche vita precedente io debba aver fatto qualcosa di particolarmente efferato in campo sentimentale, perché, come suol dirsi, non ne va dritta una. Non c’è un mezzo che mi riporti su una via conosciuta, ma continuo ossessivamente a girare in tondo, come certi cani quando prendono una botta da una macchina.
Incontro di continuo altre solitudini, gente con cui percorrere un pezzetto di strada, spesso schiantata sotto pesi terribili che scelgono di portare per qualche mal compreso senso di responsabilità o per espiare qualche colpa che a volte non è nemmeno la loro.
Mi sento spesso come sdoppiata, come se guardassi la loro vita da fuori E da dentro, e mi succede di capire i loro motivi, non quelli che dicono di avere,ma quelli veri, quelli che stanno dietro alle loro scelte, e che loro non riescono a vedere. La persona che ero “prima” si sarebbe gettata in spiegazioni e avrebbe tentato di mostrar loro la verità. Quella che sono adesso, osserva in silenzio e si allontana. Non posso fare niente, questo finalmente mi è chiaro. Posso solo ascoltarli e aspettare che il tempo passi e gli dia la chiave che stanno cercando, sapendo che quel momento potrebbe anche non venire mai. In tal caso vuol dire che dovranno aspettare ancora per qualche altra vita, come me. Il mio cuore è chiuso, probabilmente per sempre. L’unica persona a cui ho provato a voler bene, non me ne vuole abbastanza da scegliermi. Il pezzo di strada che stiamo percorrendo insieme è a tempo, e quando avremo raggiunto il limite della mia sopportazione, finirà. Non so fra quanto, cerco di non chiedermelo. Ma scricchiolo sempre di più. Mi sono abituata alla solitudine come ci si abitua a vivere senza una gamba, senza un braccio, senza un occhio: senza qualcosa di indispensabile, ma che non c’è più, per cui bisogna farne a meno.
E’ un delitto lamentarsi con tutte le belle cose che ho. Un giorno forse mi rimangerò ognuna di queste parole. Ma ho bisogno di scriverle, perché alla fine tutto quello che non scrivo marcisce nel mio cuore e mi fa soffrire.
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