«La statuetta che ha colpito Silvio Berlusconi in piazza Duomo lo ha salvato dalle dimissioni»: lo ha detto, in un applaudito intervento di fronte alla platea del congresso dell'Italia dei Valori in corso a Roma, Gioacchino Genchi, il poliziotto consulente delle procure coinvolto nelle polemiche legate alla inchiesta Why not che ha portato alle dimissioni dalla magistratura di Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Idv. Secondo Genchi «qualcosa non poteva essere vero» nei fatti di piazza Duomo. Basandosi sulla sua esperienza di funzionario di polizia, ha spiegato che «ogni servizio d'ordine ha un anello come un preservativo a protezione delle personalità...in quel lancio non c’è nulla di vero». Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Idv, prende le distanze: «Grave che Genchi dica queste cose al nostro congresso...sono tesi di fantascienza». Scatenato il Pdl, in testa Capezzone e Gasparri, poi Rotondi della nuova Dc e anche Casini: «Se Idv dà voce a Genchi non è un partito serio».
Quale Dio?
"SOCIALISMO O BARBARIE". Politica, società, ambiente .... IL PROBLEMA DEL CAPITALISMO E' IL CAPITALISMO STESSO, mentre il problema dell'IMPERIALISMO SONO GLI STATI IMPERIALISTI CONTROLLATI DAI ROTHSCHILDL' ospizio che fa fumare marijuana ai pazienti
Israele, primo caso al mondo. E negli ospedali lecca-lecca alla cannabis ai bambini
KIBBUTZ NAAN (Israele) - Ariela urlava sempre. Non faceva che urlare. Si svegliava urlando e urlando s' addormentava, se s' addormentava, com' è per la demenza senile. Settantasei anni cancellati. Mai una parola. Solo urla: «I familiari, noi infermieri, una fatica. E per lei una sofferenza. Si sgolava, si scarnificava. Le davamo 14 pillole al giorno: antipsicotici, antidepressivi, antidolorifici, antitutto...». Alla mezza, Ariela entra nella fumeria su una carrozzella, occhi al soffitto. La seconda dose è già sminuzzata in una scatoletta. Zero cinque grammi di cannabis. La fiammella s' accende, il fumo va in un sacchetto di plastica. Ariela ci si tuffa, naso e bocca. Inspira. Prima ansimando, poi lentamente. Servono minuti: i muscoli del viso si distendono, s' aprono i pugni. «Non sapevamo niente di lei. Ora dice qualcosa in francese. L' altro giorno è uscito un ricordo di cose che leggeva». Ariela non urla più. Gli occhi suoi guardano negli occhi nostri. La bocca si muove in un mezzo sorriso: «Sì, così sto bene!...». Li curano con le canne. Nel cuore d' Israele. Nel mezzo di 650 ettari coltivati e d' un kibbutz, il Naan, famoso tra gli agronomi per un suo sistema d' irrigazione. Da dieci mesi, qui si sperimenta un nuovo modo d' assistere gli anziani «problematici». Parkinson, Alzheimer avanzati. Tutti i dementi che di solito campano a cocktail di farmaci, sorvegliati senza sosta, talvolta legati, comunque persi nei loro labirinti di tremiti, di grida, di smemoratezza. Il primo ospizio al mondo che somministra marijuana. Origine controllata del tipo «Erez», foglia grande. Trentasei pazienti. Tre volte al giorno. Un protocollo autorizzato da governo e famiglie: «Cercavamo una via per dare qualità alla fine della vita - dice la geriatra Inbal Sikorin -. Sapevamo come farli sopravvivere, non come farli vivere in modo dignitoso. La morfina, i farmaci danno sempre un sacco di problemi: vomito, costipazioni, spesso peggiorano il quadro complessivo. Non credevamo che un semplice spinello li cambiasse in questo modo». Vecchietti e bambini, malati terminali e agonie interminabili. In Israele, l' uso medico della cannabis lo studiano dal ' 64. Ora è prassi. C' è un elenco di malattie per le quali il ministero autorizza la prescrizione. E in alcuni ospedali, da Tel Hashomer all' Hadassah, mescolata nei lecca-lecca o nei biscottini della merenda, la marijuana viene testata anche su un campione di 480 piccoli malati di cancro, dai 2 ai 12 anni: «La usiamo sui bambini per ridurre gli effetti della chemioterapia, i conati, la perdita di capelli - spiega il professor Raphael Meshulam della Hebrew University -. Finora ricorrevamo soprattutto all' olio di cannabis, sotto la lingua del paziente. Ma in categorie particolari, giovanissimi e anziani, è più efficace farla mangiare o fumare». L' erba ai pazienti in erba: e il rischio d' assuefazione? «La sperimento su di loro da tempo, non ho mai avuto nessuna controindicazione. L' unico problema è vincere lo scetticismo e il pregiudizio». La cannabis non guarisce. Lenisce. E la sperimentazione non è senza rete. La società che rifornisce gli ospedali si chiama Tikun Olam, «l' aggiustamondo»: serra in Galilea, spaccio in una farmacia di Tel Aviv, dov' è sempre fila di clienti. Non mancano i controlli: «Ogni tanto i poliziotti si fingono pazienti - racconta Tuby Zolotov -, perché la «maria» la vendiamo per molti usi, dalla cosmesi alla cura dell' osteoporosi, ma è pur sempre droga...». Nel kibbutz, le dosi stanno in cassaforte: «Non c' è nessun costo per il paziente - spiega la dottoressa Sikorin -, perché il risparmio sui medicinali è grande. Questo è un grande dono della terra. E le case farmaceutiche non gradiscono...». C' è anche un problema etico: non è troppo facile zittire i malati drogandoli? «Ah sì? È meglio farli fumare o siringarli d' insulina? Chieda a questi anziani...». Nel fumoir c' è Moshe, pittore-scrittore di 78 anni, sopravvissuto alla Shoah, convivente del Parkinson. «Tremava, straparlava...». Da sei mesi ha ripreso a disegnare con la china, legge libri. «Non riuscivo nemmeno a prendere un bicchiere d' acqua», si ricorda: «Ora mi danzano le mani, le gambe, la testa! E parlo!». Sogna d' esporre i quadri di questa sua nuova stagione: «Sa che mi rado da solo? Non lo facevo da anni!». Non vivrà molto, vivrà meglio: «Viva il fumo!».
Battistini Francesco
Cooriere della Sera - Pagina 37 (15 marzo 2011)
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Il matematico Odifreddi scriveva da più di 800 giorni sul sito di Repubblica una rubrica quotidiana e scambiava opinioni con vari lettori, ma dopo l'articolo qui in basso che è stato eliminato dal sito ha mandato il benservito a De Benedetti ed ha fatto bene.
Israele dieci volte peggio dei nazisti
Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.
Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.
In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi diHamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.
Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare anche Netanyahu e i suoi generali?
Piergiorgio Odifreddi
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TERREMOTI BELLICI TARGATI USA
Solo naturali o anche artificiali? E’ noto che la crosta terrestre è in continuo movimento e le placche tettoniche sfregano le une sulle altre. Esplosioni enormi ed impressionanti nel sottosuolo propagano onde d’urto in giro per il pianeta Terra. E là dove ci sono aree di tensione tettonica, dove le placche si scontrano e sono più instabili, c’è possibilità che l’equilibrio precario salti, si verifichi una rottura. Ma a parte le esplosioni nucleari sotterranee, esiste un altro metodo, particolarmente efficace, ma tuttavia ignoto all’opinione pubblica ed agli addetti ai lavori (civili), per scatenare devastazioni sismiche interagendo sulle faglie sismiche attive.
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Un capolavoro, in sole tre mosse. Primo: attraverso la “superstizione o isteria del debito pubblico”, si distrugge la capacità dello Stato di creare e controllare qualsiasi ricchezza finanziaria significativa, che a quel punto resta unicamente nelle mani dei mercati di capitali, da cui gli Stati finiscono per dipendere in toto. Seconda mossa: i dominatori finanziari, che ora spadroneggiano, per ottimizzare la rapina globale incaricano la super-lobby dei tecnocrati di ridisegnare leggi e regole, con adeguata propaganda. Terzo: gli oligarchi impongono le loro condizioni-capestro ai governi, ormai privati della facoltà di creare ricchezza finanziaria e quindi dipendenti dal ricatto, pronti cioè a ingoiare qualsiasi aberrazione speculativa. Parola di Paolo Barnard, autore del saggio “Il più grande crimine” sul complotto mondiale della finanza. Promotore italiano della Modern Money Theory – sovranità monetaria per avere democrazia reale e benessere sociale –
C’era un piano ben congegnato per mettere nel sacco l’Italia: occorreva creare una sofferenza finanziaria artificiosa per consentire alla super-lobby di prendere direttamente il timone. Peccato che i “salvatori”, dice Barnard, fossero gli architetti stessi del piano: «Non ci vuole un genio a capire che il poliziotto iscritto al club dei ladri che gli pagano laute prebende finisce col tradire il suo mandato». Mario Draghi, per esempio: «Poteva fermare la loro mano semplicemente ordinando alla Bce di acquistare in massa i titoli di Stato italiani». Acquisto che avrebbe abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, la cui impennata stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli “investitori-golpisti”. Se Draghi avesse mosso un dito, i mercati si sarebbero fermati, «resi inermi di fronte al fatto che la Bce poteva senza problemi mantenere a un livello basso e costante i tassi sui nostri titoli di Stato». Ma Draghi, che pure siede sul trono della Banca Centrale Europea, si guarda bene dall’intervenire. Motivo? Non è solo l’ex governatore di Bankitalia: è anche, e soprattutto, un uomo di punta dei “terribili Trenta”.
Cosa ci fa un personaggio pubblico come Draghi dentro il club di coloro che hanno impedito al mondo di fermare la finanza criminale planetaria? Purtroppo, aggiunge Barnard, il presidente della Bce «dovrebbe vigilare proprio su coloro che condividono il suo club con intenti criminosi». Del resto, chi era il funzionario italiano che – da direttore generale del Tesoro – lungo tutti gli anni ’90 «supervisionò la svendita del nostro Paese alle privatizzazioni selvagge che non hanno sanato di nulla il debito pubblico ma che hanno fatto incassare miliardi in parcelle alle investment banks?» E chi era il funzionario italiano che «non ha detto una parola contro la micidiale separazione fra Banca d’Italia e Tesoro», divorzio «che ingrassò le medesime banche?». Sempre lui, l’ineffabile Draghi, «uomo “Group of 30”, uomo Bilderberg, uomo Goldman Sachs, e anche “bugiardo-Sachs”», visto che «ha sempre negato di essere stato in forza alla Goldman quando la banca di Wall Street organizzò la truffa per truccare i libri contabili greci in collusione col governo di Atene». E invece, dice Barnard, alla Goldman lui c’era, eccome: e ne dirigeva proprio gli affari europei.
E’ stato lui, Mario Draghi, a “inventarsi” un trilione di euro, in piena agonia dell’Eurozona, per regalarlo alle banche, praticamente senza condizioni. E tutto questo, dopo aver chiuso i rubinetti della Bce per far collassare il governo Italiano (quello di zuSilvu - ndZm) e consegnare l’Italia all’uomo del super-potere, Mario Monti. Manovra orchestrata dai maxi-speculatori, gli inventori della più spaventosa truffa planetaria, quella dei “derivati”, «astrusi prodotti finanziari del tutto comprensibili a non più di 200 individui nel mondo». Ma il “derivato dei derivati”, aggiunge Barnard, è proprio la crisi finanziaria 2007-2012, innescata dal virus dei titoli fasulli spacciati da Joseph Cassano, boss finanziario della City londinese. Il flagello dei “derivati” si è abbattuto su una situazione già catastrofica, provocata dalla bolla speculativa immobiliare americana dei mutui subprime, infettando quasi tutte le maggiori banche del mondo. Fino all’attuale “spirale della deflazione economica imposta”, la famigerata austerity, che ora i “golpisti” – sempre loro – usano per depredare a sangue interi Stati europei.
I “derivati”, dice Barnard, sono vere e proprie armi di distruzione di massa, visto che questi “Frankenstein-assets” vagano per il pianeta senza controllo né regolamentazione, per una cifra di circa 650.000 miliardi di dollari. Il primo allarme nel lontano 1994, coi miliardi-fantasma della banca d’affari Merrill Lynch. Un pozzo senza fondo, che ha travolto anche i Comuni italiani, invitati a “privatizzare” il debito. Ancora oggi, i contratti Otc (“over the counter”) sono «liberamente usati per distruggere, e lo stanno facendo gli hedge funds (come quello del criminale John Paulson), che scommettono in queste giorni contro l’euro». Usando i “derivati”, continua Barnard, un pugno di speculatori può affondare persino uno Stato sovrano. Può ricattarlo e sospingerlo oltre il baratro del default. Con conseguenze agghiaccianti: disoccupazione e sotto-occupazione, suicidi, morti anzitempo, abbrutimento sociale, svendita-truffa del patrimonio pubblico, usura sullo Stato. E soprattutto: perdita di democrazia, a favore dei super-profitti dei soliti speculatori, grazie anche al “fascismo finanziario” dell’Unione Europea, che oggi fa gridare allo scandalo persino il “Financial Times”, di fronte ai trattati-capestro imposti senza mai un referendum.
«Domanda: come si è arrivati a questo? Perché non lo si è evitato? Risposta: “Group of 30”». Proprio i Trenta, secondo Barnard, sono la punta di lancia dell’operazione “golpista”. Una lobby di tecnocrati eccezionali, varata nel 1978 con l’aiuto dei Rockefeller: 30 membri, a rotazione, accuratamente designati. «Sono quasi tutti uomini che hanno lavorato con la mano destra nella speculazione finanziaria, e poi con la sinistra nella regolamentazione statale». Missione: piegare le leggi ai propri voleri, naturalmente all’insaputa dei cittadini. Il “Group of 30”, scrive Eleni Tsingou nel più devastante lavoro accademico sulla super-lobby planetaria, «non solo ha legittimato il coinvolgimento del settore privato nelle politiche di Stato, ma ha anche permesso all’interesse privato di divenire il cuore delle decisioni di politica finanziaria». Un trust di cervelli, potentissimo e imbottito di miliardi. E’ proprio il “Gruppo dei 30” a intuire le immense potenzialità dei “derivati”: sono stati loro, gli adepti della super-setta egemone, a inquinare il mondo con la peste dei titoli tossici, per riuscire infine a mettere in ginocchio interi Stati.
Nel 1993, racconta Barnard, il gruppo pubblicò il primo manuale d’uso sui “derivati”, destinato ai controllori statali, europei e americani, delle transazioni finanziarie: non sapevano come maneggiare quei titoli, quindi accolsero con favore lo studio del gruppo e l’ignoranza tolse loro ogni potere di contrastarne le pericolose conclusioni. Primo: i “derivati” sono indispensabili perché “rappresentano nuovi modi di capire, misurare e gestire il rischio finanziario”. Ovvero: «Gli strumenti più “rischiogeni” della storia della finanza avrebbero, secondo loro, ridotto il rischio». Poi: si sottolineava che “la chiave per l’uso dei “derivati” è l’autoregolamentazione”, visto che “le regole statali intrusive e basate sulla legge ne rovinerebbero l’elasticità e impedirebbero l’innovazione in finanza”. Ergo: si prega di non disturbare il manovratore. E i controllori? «Per evitare di apparire ignoranti che brancolavano nel buio si aggrapparono alle raccomandazioni del Gruppo, sia in Usa che in Europa, sospinti in modo decisivo proprio dai loro colleghi senior che erano membri di spicco di questa lobby».
Ma il “Group of 30” osò anche di più, continua Barnard: la super-lobby scrisse che i controllori avrebbero dovuto “aiutare a rimuovere le incertezze legali dei regolamenti in vigore”, e fornire un trattamento fiscale favorevole ai “derivati”. «L’intero lavoro era stato abbondantemente oliato con i fondi della mega-banca speculativa JP Morgan». Eppure, «nonostante la sfacciataggine di quelle righe – osserva Barnard – tre fra i maggiori organi di controllo del mondo, il Comitato di Basilea, il Congresso degli Stati Uniti e la Federal Reserve Usa, trovarono l’idea dell’autoregolamentazione accettabile». Di più: «Gettarono il loro peso contro i pochi controllori ed economisti che già allora suonavano le campane d’allarme», tra questi un prestigioso portavoce della Modern Money Theory come William Black. Al che, si mossero due delle più potenti lobby finanziarie anglosassoni: l’Iif di Washington (Institute for International Finance) e la Liba di Londra (Investment Banking Association): i due colossi «buttarono sul tavolo della trattativa le loro proposte per l’autoregolamentazione della trasparenza sui “derivati”, a pieno sostegno del “Group of 30”».
Per dare un’idea agli scettici del complotto, aggiunge Barnard, basta ricordare che proprio la Iif è la lobby che, poche settimane fa, ha dato gli ordini nella trattativa suicida della povera Grecia verso la trappola del secondo “bailout”. E dire che l’occasione per capire e controllare la distruttività dei “derivati” Otc si era presentata già all’inizio degli anni ’90: ma il “Group of 30” fu il primario attore nell’annullamento di ogni tentativo di portare questi killer sotto il controllo pubblico, con le conseguenze che sappiamo: crimini globali. Utile riflettere, dice Barnard, su «cosa questi mostri hanno fatto alla vita di centinaia di milioni di famiglie, a milioni di aziende e alle democrazie dei maggiori paesi occidentali, per non parlare degli orrori nel Terzo Mondo e sull’ambiente». Oggi, in pratica, «viviamo tutti su un ordigno termonucleare finanziario fuori controllo che si chiama 650.000 miliardi di “Frankenstein-Derivatives” in grado di far fallire il pianeta». Apriamo gli occhi: «Nessuna democrazia ha un senso, quando tutta la ricchezza è nelle mani di queste lobby senza pietà, a cui tutti i politici devono rispondere a bacchetta, invece che ai propri elettori».
E tanto per non far nomi, Paolo Barnard avverte che il “Gruppo dei 30” è fatto di persone in carne e ossa, ovviamente potentissime. Come gli americani Paul Volcker e Gerald Corrigan, passati dalla Fed a gruppi come Chase Manhattan Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley. Ci sono gli inglesi come lord Richardson of Duntisbourne (Banca Centrale d’Inghilterra, Lloyds Bank), l’ex ministro Geoffrey Bell, dirigente anche di Schroders, e lo stesso Mervyn King, governatore della Banca Centrale d’Inghilterra. Se dominano gli esponenti della finanza anglosassone come gli statunitensi William McDonough (Dipartimento di Stato e First National Bank of Chicago) e Lawrence Summers (Segretario del Tesoro Usa, fedele del Bilderberg) non manca il resto del mondo: l’israeliano Jacob Frenkel (Banca Centrale d’Israele e Merrill Lynch), il giapponese Toyoo Gyohten (Ministero delle Finanze del Giappone, dirigente della Banca di Tokyo), il brasiliano Arminio Fraga Neto (Banca Centrale del Brasile, Solomon Brothers Ny, Soros Management Fund), l’iberico Guillermo de la Dehesa (Banca Centrale di Spagna e ministro delle finanze, nonché banchiere del Banco Santander Central Hispanico e di Goldman Sachs).
Alcuni membri del “Group of 30” hanno legato il proprio nome a famosissimi disastri: è il caso dell’ex ministro argentino dell’economia, Domingo Cavallo, padre della catastrofe che travolse il paese latinoamericano e “diligente allievo” del super-clan, i cui esponenti sono specializzati nel doppio incarico: Bundesbank e Dresdner Bank per il tedesco Gerd Hausler, Banca Centrale di Francia e Bnp Paribas per il transalpino Jacques de Larosière. Oltre a quello di Draghi, fra gli italiani spicca il nome dell’ex ministro prodiano Tommaso Padoa-Schioppa, quello dei “bamboccioni”, membro del Bilderberg come il francese Jean-Claude Trichet, già ministro delle finanze a Parigi e poi a capo della Bce. Conflitti d’interesse permanenti: chi lavora per la speculazione è chiamato anche a presiedere le autorità europee di controllo sulla finanza. E’ il caso del tedesco Axel Weber: Bundesbank, poi Ubs, quindi “European Systemic Risk Board” e “Financial Stability Board”.
Grottesco, annota Barnard: uno che lavora per il profitto speculativo con la super-lobby che ha scatenato il peggior rischio sistemico della storia della finanza mondiale, poi siede anche fra i funzionari che valutano il rischio sistemico in Europa, dichiarando di vigilare sulle crisi. Altro controllore, l’inglese Adair Turner, presidente della Financial Services Authority della Gran Bretagna, l’istituto nazionale deputato a controllare l’industria dei servizi finanziari. Eppure: «Eccolo a busta paga della super-banca speculativa Merrill Lynch Europe come vice-presidente, e in bella mostra al “Group of 30”», dopo aver anche fatto parte, a Londra, delle commissioni per le pensioni e per i salari minimi. Un altro controllore, il tedesco Gerd Häusler (Global Financial Stability Report e Financial Stability Forum) ce lo ritroviamo come direttore dell’Institute of International Finance diWashington, altro deregolamentatore dei “derivati”. Membro del “Group of 30”, Häusler compare anche a New York nell’agguerrita agenzia Lazard, che nel caso-Grecia «faceva il doppio gioco», come consulente sia degli “investitori-strangolatori”, sia del governo di Papademos.
Questi, dice Barnard, sono gli uomini che hanno creato le leggi-capestro che oggi dissanguano la nostra economia e confiscano la nostra sovranità: «Stiamo parlando del sistema che ha messo in ginocchio l’economia del mondo in meno di un decennio». E’ il super-potere che, anche in Italia, ha minato il futuro dei nostri bambini, regalandoci le immense sofferenze di cui ormai sono pieni ogni giorno i titoli del giornali, con buona pace di qualsiasi residua democrazia reale. «Questo è il “Group of 30”, la lobby che ha aiutato in modo decisivo a causare questo allucinante scenario, questo livello di crimine internazionale», conclude Barnard: «Trenta individui a rotazione, ma solo trenta, col nostro Draghi in prima fila. Roba da far apparire Goldfinger un patetico principiante».
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Compagni di viaggio |
Ho scoperto che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla. Tiziano Terzani
ROSARIO MONTELEONE - CAVALIERE DELLA REPUBBLICA
Rosario Monteleone (UDC), nel 2005 incassò l'appoggio della 'ndrangheta per le elezioni regionali. Molteplici furono gli incontri presso il negozio di GANGEMI ed al bar vicino! Poi ebbe dallo stesso gruppo facente capo al boss GANGEMI un bel pacchetto di tessere per vincere il congresso di partito. Poi non mantenne la “parola” data agli 'ndranghetisti che quindi lo consideravano un traditore, ribattezzandolo in senso dispregiativo “il lardone”. Alle ultime elezioni regionali è stato ricandidato. Ha cercato di “ricucire” il rapporto con gli 'ndranghetisti, come certificato dalle più recenti indagini del ROS. Monteleone viene rieletto in Regione, nella coalizione di Burlando (la stessa appoggiata fortemente anche da un altro affiliato della 'ndrangheta, a quanto risulta dagli Atti, alias Vincenzo “Enzo” MOIO)... Poi viene nominato Presidente del Consiglio Regionale della Liguria. Per festeggiare la sua rielezione, dopo le elezioni del 2010, Monteleone ha pensato bene di fare una cena nel ristorante del noto boss “Gianni” (Giovanni) CALVO, esponente storico di Cosa Nostra a Genova, già dagli anni Novanta ed indicato chiaramente in due inchieste “pesanti” recentissime (una del ROS di Genova sulle attività di usura del boss 'ndranghetista GARCEA Onofrio, l'altra della DDA di Firenze).
Il, 2 giugno 2012, in occasione della Festa della Repubblica, Rosario Monteleone, è stato formalmente nominato – per decisione del Presidente della Repubblica - "Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana",
I Principali boss con cui MONTELEONE ha avuto rapporti (immagini (DDA)
I il boss di Cosa Nostra Gianni CALVO | il boss della 'Ndrangheta Mimmo GANGEMI |
Non solo non si è dimesso dal Consiglio Regionale... ma gli viene data anche l'onorificenza della Presidenza della Repubblica!!!
Fonte (http://www.casadellalegalita.org/)
Sapere
È assai più bello sapere un po' di tutto che saper tutto di una cosa. |
Blaise Pascal
Per non impazzire |
In questo mondo devi essere matto. Se no impazzisci. |
Leopold Fechtner
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Barnard VS Santoro - da approfondire!
"È la lotta che crea l'organizzazione non il contrario." (Luciano Parlanti operaio Fiat Mirafiori)
...il mondo in 35 anni ha subito la più devastante controriforma dei ‘rentiers’ Neoliberali, Neomercantili e Neoclassici della storia moderna (Prof. Parguez et al.), un cataclisma che ha causato il disastro finanziario e di sofferenze di cui tutto il mondo parla (30 milioni di disoccupati in UE, dati FMI), con rapine da capogiro (“The Predator State” Prof. Jamie Galbraith), col “più grande trasferimento di ricchezza dal basso verso l’1% elitario della storia umana” (Prof. Warren Mosler), con la distruzione della democrazia parlamentare in 27 Stati europei (“The Lisbon Treaty”, On. Jens-Peter Bonde), e della sovranità monetaria in 17, e su cui si sono espressi intellettuali di statura Nobel come Akerlof, Krugman, Stiglitz, oltre a migliaia di pubblicazioni accademiche – il tutto in precipitoso peggioramento – e Michele Santoro non ha mai dedicato un solo minuto di giornalismo a tutto ciò oltre ai baffi di Ruotolo e ai due strepiti dell’operaio di turno. Non importa se ci stanno distruggendo a milioni, lui non si muove da lì. E peggio: non si è mosso dal paradigma “la colpa è di Berlusconi” per 18 anni. Mentre coloro che lui non menziona mai ci massacravano.
Ma le belle anime diranno che forse non sa, forse non lo hanno aggiornato. Oggi sa. Al Summit MMT di Rimini, dove cinque fra i più autorevoli e coraggiosi economisti del mondo hanno spiegato per 20 ore l’entità di quel crimine globale e come uscirne (MMT), Santoro manda una sua aiutante con le telecamere. Hanno filmato, e soprattutto intervistato i cinque accademici. Cioè: hanno avuto in una sintesi pronta all’uso, la verità sulle sofferenze disperate di quegli operai, sulle nostre, sulla morte della democrazia costituzionale, e su come aiutarli e aiutarci CONCRETAMENTE con una rivoluzione economica che poggia sulle spalle dei massimi giganti dell’economia del XX secolo, da Robinson a Keynes, e da Innes e Lerner a Minsky e Godley. Erano verità di una potenza immane, erano urgenti, ma soprattutto esse svelavano con scientificità accademica il disegno criminale di Barroso, Von Rompuy, Draghi, Monti, Goldman Sachs, l’Opus Dei e complici, dandoci i mezzi per VERAMENTE AIUTARE le grida di quegli operai e delle loro famiglie. Per tutti noi. Per l’Italia.
Mi hanno appena comunicato che Michele Santoro non trasmetterà mai quelle interviste, mai. Le farà perire nel cassetto. Fine.
Michele Santoro, sei disgustoso. Sei un falsario complice morale di criminali. Tu, come tutti i giornalisti che scientemente occultano la salvezza per milioni di esseri umani, sei corresponsabile di ogni morte, di ogni sofferenza, di ogni scempio umano che il progetto Neoliberale, Neoclassico e Neomercantile ha causato e causerà. E lo sei per denaro e per ambizione.
Agli spettatori esultanti di questo individuo: fate pena.
E come ho scritto nel penultimo articolo sul tradimento degli intellettuali, la cosa più grave signor Michele è che tu ci hai ingannati molto peggio dei baciapile alla luce del sole come Fazio o Floris. Tu eri di sinistra, ora sei regime.
Tratto dal blog di Paolo BarnardFonte: http://paolobarnard.info
3.04.2012
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Ora, però, a far riemergere ombre sulla salute di quello che è il politico più longevo di un Paese strategico come la Turchia sono le comunicazioni interne di Stratfor: l'azienda privata americana di intelligence, ribattezzata 'the shadow Cia': l'ombra della Cia. A riferire notizie sulle condizioni di salute di Erdogan è la fonte 'TR325': "un consigliere di Erdogan, negoziatore per le questioni energetiche", così viene identificata la gola profonda nelle email interne di Stratfor, che WikiLeaks rilascia oggi sul suo sito (www.wikileaks.org/gifiles) e che vengono pubblicate in esclusiva per l'Italia da "l'Espresso" e "Repubblica".
"Il partner in affari della fonte TR325 ha un vecchio compagno di scuola che è il capo del team di chirurghi nel più recente intervento subito da Erdogan", scrive uno degli analisti di punta di Stratfor, nella sua e-mail del 13 dicembre scorso destinata alla 'alfa': la lista interna di Stratfor che, insieme con quella 'sicura' contiene le informazioni più delicate, quelle che vengono raccolte dall'agenzia privata su 'commissione' per i suoi clienti ricchi e potenti.
"Egli [il chirurgo, ndr] ha detto che Erdogan ha un cancro al colon, ma loro non hanno ancora visto i risultati della seconda biopsia per capire se il carcinoma è in metastasi", continua l'analista, specificando una serie di dati analitici sull'intervento e sulle condizioni di saluto del leader turco. "La prognosi, però, non appare buona. Il chirurgo ha detto che hanno stimato due anni per lui".
Il documento va avanti con le valutazioni sull'impatto di queste rivelazioni sul futuro della Turchia, con la fonte di Stratfor ansiosa di capire come reagiranno gli americani a un'eventuale scomparsa dalla scena del leader turco, un politico a cui viene generalmente riconosciuto il merito di aver portato stabilità nel Paese e di aver saputo fronteggiare il potente esercito, capace di rovesciare i governi eletti. "Gli Stati Uniti torneranno ad appoggiare i militari come nei giorni andati?", cerca di capire la fonte attraverso il suo interlocutore dentro l'agenzia privata di intelligence Usa.
Poi l'attenzione cade sulla Siria e, stando all'email, la gola profonda rivelerebbe a Stratfor che, ufficialmente, è la Turchia a fornire armi e addestramento alle forze contro il regime di Assad, che sta reprimendo nel sangue la ribellione popolare, ma "ufficiosamente gli Stati Uniti e la Turchia stanno facendo questo insieme, schierando le forze speciali per questa missione. Tutta la stampa parla di guerra civile in Siria. E' questa la narrativa che gli Usa e la Turchia vogliono costruire in Siria", racconta la fonte, rivelando le manovre turche, che lasciano intuire come la protesta verrebbe usata per servire a ben altre agende che non la liberazione del popolo siriano. "Sarà un gran caos e ci vorrà tanto tempo e tanto sangue", riconosce il confidente di Stratfor, "ma far emergere un potere sunnita è d'obbligo per la Turchia".
Le comunicazioni presenti nel database ottenuto da WikiLeaks non lasciano capire per quali clienti Stratfor raccoglie questi informazioni su Ankara. La cosa sconcertante, però, è che nelle email figurano alcune liste delle fonti dell'agenzia privata di intelligence. Da quello che emerge dai messaggi, Stratfor sembrerebbe averle lasciate completamente in chiaro: non le ha protette, criptando nomi, cognomi, indirizzi e note particolari, tipo quelle che identificano se la gola profonda vuole essere pagata o se è faziosa o meno. La fonte TR325 che parla della salute di Erdogan, per esempio, ha un grado di affidabilità B, e quindi alto, se si considera che quelle di livello A forniscono notizie così sicure da poter essere "portate in banca", come scrive Stratfor.
Nel database ci sono decine di e-mail che dimostrano come l'organizzazione sia al centro dell'interesse di Stratfor, che cerca di capirne la natura e di indagare su uno dei fondatori: Jared Cohen, direttore di Google Ideas ed ex consulente per il Dipartimento di Stato sia ai tempi di Condoleeza Rice che di Hillary Clinton. A parlare con Stratfor anche stavolta è un insider: "uno dei principali organizzatori di movements.org", scrive un analista dell'agenzia. La gola profonda spiega che "nel 2008 è diventato chiaro che il governo degli Stati Uniti aveva bisogno di una pubblica diplomazia su internet. E così Jared Cohen, che allora stava al Dipartimento di Stato, giocò un ruolo importante nella creazione del movimento". Obiettivo del movements.org? "Semplicemente diffondere la buona novella sul governo Usa".
Successivamente, però, l'organizzazione si sarebbe resa autonoma da Washington e avrebbe giocato un ruolo nella rivolta contro il regime di Mubarak. Nello studiare il personaggio Jared Cohen, Stratfor non usa mezzi termini: "è diretto a Gaza, lunedì... era diretto in Tunisia prima che la me... finisse nel ventilatore [prima della rivolta contro il regime di Ben Alì, ndr]", scrive un boss dell'agenzia, "era al Cairo quattro giorni prima che venisse arrestato Ghonim [uno degli attivisti di internet egiziani diventati il simbolo della protesta popolare contro Mubarak, ndr]". "Potrebbe essere uno che vale la pena osservare", concorda un analista, rispondendo al boss di Stratfor, il quale a sua volta replica: "Il ragazzo [Jared Cohen, ndr] è una mina vagante. Google sta cercando di stoppare il suo ingresso a Gaza, perché il ragazzo è un po' una sorta di terra bruciata. Non è chiaro a Google se lui guida senza patente, ma Google crede che sia incaricato di una missione precisa per 'il cambio dei regimi' per conto degli elementi più a sinistra della Casa Bianca, che lo usano per i loro scopi. Spererei che lo Shabak [l'intelligence israeliana, ndr] lo abbordi per 'un'intervista'" .
Questi messaggii sul cofondatore di Movements.org, Jared Cohen, dovevano rimanere nella 'secure list' di Stratfor: quella delle informazioni più delicate, spesso per uso interno e impubblicabili. Ci ha pensato WikiLeaks a pubblicare l'impubblicabile.
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SI e NO - una speculazione tutta europea.
Da mesi sentiamo parlare dai telegiornali della speculazione finanziaria contro l’Euro e in particolare contro i titoli di stato della Grecia prima e dell’Italia poi. Per far fronte a questa speculazione il governo Berlusconi ha fatto un paio di manovre in agosto e adesso si appresta a fare ulteriori stangate. Dalla libertà di licenziamento all’allungamento dell’età per andare in pensione, dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali alla messa in discussione dei contratti nazionali di lavoro, al taglio dei fondi per l’assistenza sociale.
Tutte queste misure sono state condivise con l’Unione Europea che anzi chiede – insieme alla Banca Centrale Europea – misure più pesanti di taglio della spesa pubblica. Si tratta delle stesse misure che da un anno sono state applicate alla Grecia e che hanno prodotto una pesante recessione e un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in quel paese.
Ma queste misure servono a combattere la speculazione finanziaria ?
La speculazione sull’Euro e poi sui titoli di stato greci e italiani è frutto di un fatto preciso: la Banca Centrale Europea (quella che stampa l’Euro per conto degli stati europei) è l’unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all’1,5% di interesse) e non presta direttamente i soldi agli stati. Gli stati sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori che ovviamente ricercano il loro guadagno. A tal fine gli speculatori (cioè le banche e le grandi finanziarie) attaccano uno stato per volta e per acquistare i titoli di stato si fanno pagare un tasso di interesse da usurai. Concretamente l’Italia oggi paga più del 6% di interessi per piazzare i suoi titoli (la Grecia oltre il 15%). E’ chiaro che gli speculatori che prendono a prestito i soldi dalla BCE all’1,5% e poi li prestano all’Italia al 6%, hanno un bel guadagno e continueranno questo gioco all’infinito. Il governo potrebbe anche abolire le pensioni o la sanità pubblica ma la speculazione continuerà a fare il suo gioco. Anche perché, grazie all’evasione fiscale il debito italiano è di 2000 miliardi di euro e gli speculatori hanno quindi parecchio debito su cui speculare e nessuna politica è in grado di ridurre veramente il debito senza mettere i carri armati per le strade. In questa situazione il Fondo Salva Stati fatto a livello europeo rappresenta solo la cifra che gli speculatori possono estorcere agli stati prima che questi falliscano: è un finanziamento pubblico agli speculatori!
C’è un modo per combattere la speculazione finanziaria?
Occorre chiamare le cose con il loro nome: ci troviamo davanti ala più grande truffa mai avvenuta su scala mondiale: la speculazione è voluta dall’Unione Europea e dalla BCE per spingere gli stati a tagliare lo stato sociale e i diritti dei lavoratori e i governi come quello di Berlusconi, di Papandreu e di Zapatero sono complici. Il complesso delle classi dirigenti europee permette alla Merkel di usare la speculazione come una clava per ridurre il costo del lavoro in una Europa considerata alla stregua del cortile di casa della Germania. Non è un caso che ci censurano: siamo gli unici a dire ad alta voce questa semplice verità.
Per fermare questa truffa noi proponiamo che lo stato italiano non restituisca i soldi alle banche estere che stanno speculando e proponiamo di fare un referendum sulle politiche economiche, così come ha previsto il governo greco. Un referendum che si pronunci chiaramente sulle politiche economiche e che sia vincolante per questo governo ma anche per i governi futuri. Se il governo non vuole organizzare il referendum lo dobbiamo organizzare dal basso, autogestito. Non è possibile che la gente sia “sondaggiata” su tutto ma non possa mai pronunciarsi sulle cose importanti!
In democrazia il potere è del popolo e il popolo deve decidere le politiche economiche. Referendum subito sulle politiche economiche del governo e della UE. Prima che sia troppo tardi!
Domani quest'articolo uscirà su: "Liberazione"
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Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale
L'hanno definita una 'rivoluzione silenziosa' quella che ha portato l'Islanda alla riappropriazione dei propri diritti. Sconfitti gli interessi economici di Inghilterra ed Olanda e le pressioni dell'intero sistema finanziario internazionale, gli islandesi hanno nazionalizzato le banche e avviato un processo di democrazia diretta e partecipata che ha portato a stilare una nuova Costituzione.di Andrea Degl'Innocenti - 13 Luglio 2011
L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.
Ma procediamo con ordine. L'Islanda è un'isola di sole di 320mila anime – il paese europeo meno popolato se si escludono i micro-stati – privo di esercito. Una città come Bari spalmata su un territorio vasto 100mila chilometri quadrati, un terzo dell'intera Italia, situato un poco a sud dell'immensa Groenlandia.
15 anni di crescita economica avevano fatto dell'Islanda uno dei paesi più ricchi del mondo. Ma su quali basi poggiava questa ricchezza? Il modello di 'neoliberismo puro' applicato nel paese che ne aveva consentito il rapido sviluppo avrebbe ben presto presentato il conto. Nel 2003 tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Da allora esse avevano fatto di tutto per attirare gli investimenti stranieri, adottando la tecnica dei conti online, che riducevano al minimo i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interesse piuttosto alti. IceSave, si chiamava il conto, una sorta del nostrano Conto Arancio. Moltissimi stranieri, soprattutto inglesi e olandesi vi avevano depositato i propri risparmi.
Il Primo Ministro conservatore Geir Haarde, alla guida della coalizione Social-Democratica che governava il paese, chiese l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, che accordò all'Islanda un prestito di 2 miliardi e 100 milioni di dollari, cui si aggiunsero altri 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni Paesi nordici. Intanto, le proteste ed il malcontento della popolazione aumentavano.
A gennaio, un presidio prolungato davanti al parlamento portò alle dimissioni del governo. Nel frattempo i potentati finanziari internazionali spingevano perché fossero adottate misure drastiche. Il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Vale a dire spalmandolo sulla popolazione. Era l'unico modo, a detta loro, per riuscire a rimborsare il debito ai creditori, in particolar modo a Olanda ed Inghilterra, che già si erano fatti carico di rimborsare i propri cittadini.
Il nuovo governo, eletto con elezioni anticipate ad aprile 2009, era una coalizione di sinistra che, pur condannando il modello neoliberista fin lì prevalente, cedette da subito alle richieste della comunità economica internazionale: con una apposita manovra di salvataggio venne proposta la restituzione dei debiti attraverso il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro complessivi, suddivisi fra tutte le famiglie islandesi lungo un periodo di 15 anni e con un interesse del 5,5 per cento.
I cittadini islandesi non erano disposti ad accettare le misure imposte per il pagamento del debito.
Si trattava di circa 100 euro al mese a persona, che ogni cittadino della nazione avrebbe dovuto pagare per 15 anni; un totale di 18mila euro a testa per risarcire un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati. Einars Már Gudmundsson, un romanziere islandese, ha recentemente affermato che quando avvenne il crack, “gli utili [delle banche, ndr] sono stati privatizzati ma le perdite sono state nazionalizzate”. Per i cittadini d'Islanda era decisamente troppo.
Fu qui che qualcosa si ruppe. E qualcos'altro invece si riaggiustò. Si ruppe l'idea che il debito fosse un'entità sovrana, in nome della quale era sacrificabile un'intera nazione. Che i cittadini dovessero pagare per gli errori commessi da un manipoli di banchieri e finanzieri. Si riaggiustò d'un tratto il rapporto con le istituzioni, che di fronte alla protesta generalizzata decisero finalmente di stare dalla parte di coloro che erano tenuti a rappresentare.
Accadde che il capo dello Stato, Ólafur Ragnar Grímsson, si rifiutò di ratificare la legge che faceva ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei cittadini e indisse, su richiesta di questi ultimi, un referendum, di modo che questi si potessero esprimere.
La comunità internazionale aumentò allora la propria pressione sullo stato islandese. Olanda ed Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando a paventare l'isolamento dell'Islanda. I grandi banchieri di queste due nazioni usarono il loro potere ricattare il popolo che si apprestava a votare. Nel caso in cui il referendum fosse passato, si diceva, verrà impedito ogni aiuto da parte del Fmi, bloccato il prestito precedentemente concesso. Il governo inglese arrivò a dichiarare che avrebbe adottato contro l'Islanda le classiche misure antiterrorismo: il congelamento dei risparmi e dei conti in banca degli islandesi. “Ci è stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord – ha continuato Grímsson nell'intervista - ma se accettiamo, saremo l’Haiti del nord”.
I Cittadini islandesi hanno votato per eleggere i membri del Consiglio costituente
A marzo 2010, il referendum venne stravinto, con il 93 per cento delle preferenze, da chi sosteneva che il debito non dovesse essere pagato dai cittadini. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congelò immediatamente il prestito concesso. Ma la rivoluzione non si fermò. Nel frattempo, infatti, il governo – incalzato dalla folla inferocita – si era mosso per indagare le responsabilità civili e penali del crollo finanziario. L'Interpool emise un ordine internazionale di arresto contro l’ex-Presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson. Gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonarono in fretta l'Islanda.
In questo clima concitato si decise di creare ex novo una costituzione islandese, che sottraesse il paese allo strapotere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale. Quella vecchia risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era praticamente identica a quella danese eccezion fatta per degli aggiustamenti marginali (come inserire la parola 'presidente' al posto di 're').
Per la nuova carta si scelse un metodo innovativo. Venne eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini. Questi furono scelti, tramite regolari elezioni, da una base di 522 che avevano presentato la candidatura. Per candidarsi era necessario essere maggiorenni, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito.
Ma la vera novità è stato il modo in cui è stata redatta la magna charta. "Io credo - ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del Consiglio costituente - che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet".
Ed eccoci così arrivati ad oggi. Con l'Islanda che si sta riprendendo dalla terribile crisi economica e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce o Fmi, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione.
Lo sappiano i cittadini greci, cui è stato detto che la svendita del settore pubblico era l'unica soluzione. E lo tengano a mente anche quelli portoghesi, spagnoli ed italiani. In Islanda è stato riaffermato un principio fondamentale: è la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Per questo nessuno racconta a gran voce la storia islandese. Cosa accadrebbe se lo scoprissero tutti?
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11 settembre 2001 - quasi 10 anni dopo. C'è ancora qualcosa da sapere?
Di seguito una lista di persone che ne hanno tratto beneficio. Molte di questa lista sono provate, alcune sono opinioni, ma con un forte supporto di argomenti reali:
1) La New York Port Authority aveva difficoltà ad affittare spazi nelle Twin Tower e, ancora più importante, aveva un' enorme responsabilità per via dell' amianto. Sorprendentemente queste torri furono vendute ad un nuovo proprietario, Larry Silverstein, appena tre mesi prima dell' attentato - Silverstein riuscì ad assicurarle per una grossa cifra nel caso in cui le torri venissero colpite da un aereoplano. Questo è un dato di fatto.
2) La notra prima mossa internazionale è stata quella di bombardare l' Afghanistan ipotizzando che la popolazione fosse coinvolta. In questo modo l' industria dell' eroina in Afghanistan è tornata più in forma che mai - cioè i cartelli della droga, internazionali e locali, hanno riscoperto una miniera d' oro. Bin Laden ed i Talebani, per il loro fanatismo religioso, ridussero drasticamente questo mercato, ma dopo lo shock dei bombardamenti, le persone legate al traffico di eroina in Asia Centrale furono ricompensati da milioni di dollari come i bankster, etc.- comprese le finanziarie che riciclano denaro. (E questo più o meno è stato permesso dai militari e dalle agenzie di intelligenze statunitensi - nonostante tutta la retorica e gli altisonanti obiettivi di esportare la democrazia.) Questo è un fatto, non finzione.
3) Azionisti di floride aziende legate al comlesso militare industriale hanno fatto una strage (gioco di parole). Ovviamente la guerra è redditizia per certe industrie da sempre, come ci dicono molti degli storici, i profitti sono un' inevitabile conseguenza della guerra per i mercanti di morte, tuttavia ci dicono che il profitto "non" è la forza trainante della guerra. Pensateci ancora. Per la nostra cultura Americana, almeno dalla guerra del Vietnam, il profitto sembra essere diventato la forza trainante. (Cos' altro produce ancora l' America?) Prima del 11 settembre c' erano poche scorte militari ed in via di esaurimento. Subito dopo l' 11 settembre tutto è cambiato. Di fatto certi capitali azionari hanno immediatamente aumentato il loro valore - così come sono aumentati i contratti militari. Da notare anche che dopo la guerra fredda gli apparati del Pentagono e dell' Intelligence avrebbero dovuto dimezzare la spesa. (Ma allora nessuno sarebbe stato promosso ed il Pentagono avrebbe perso parte della sua influenza). Questo non accadde, anzi i budget raddoppiarono. Cosa ci incastra tutto questo con l' austerity? Questa è una realtà, non finzione.
4) Potenti leader dell' industria e think tank politici credevano fosse necessario che certe "aziende" "controllassero" certe risorse strategiche come gas e petrolio. E non a caso i paesi in cui abbiamo dichiarato una guerra contro i terroristi sono, sorprendentemente, gli stessi paesi che posseggono queste risorse - sopratutto in Medio Oriente.
Le riserve di gas e petrolio sono ambite da qualsiasi civiltà industriale e da qualsiasi militare. Ad esempio c'era un piano per la costruzione di un oleodotto fra Afghanistan e Pakistan per raggiungere l' Oceano Indiano - ma richiederebbe una società stabile che non saboti gli oleodotti. Comunque, nonostante le cose non siano andate come previsto, le compagnie petrolifere per chi sa quale motivo hanno raccolto enormi profitti. Un dato di fatto, non finzione.
5) I sostenitori delle poliche economiche estreme di laissez faire, come Paul Bremer, hanno provato a riscrivere la costituzione Iraqena al fine di promuovere un sistema di libero mercato di stampo neo-liberista, così da rendere particolarmente facile ai paesi stranieri possedere le risorse dell' Iraq. E se fate delle ricerche scoprirete che gli Stati Uniti non avevano niente da lamentarsi con Saddam Hussein, finchè non cacciò le compagnie petrolifere dall' Iraq perchè volevano la maggior parte dei profitti. Nazionalizzò le risorse petrolifere. Questo è un fatto, non finzione.
6) Israele ne ha tratto beneficio, avendo indebolito e preoccupato uno dei suoi nemici confinanti: Saddam Hussein ed il suo esercito. Non è una coincidenza che i sostenitori e gli esperti della stampa che più hanno difeso la nostra invasione siano anche i maggiori sostenitori della destra israeliana. I dati dimostrano chiaramente che alcuni sostenitori di Israele erano parte integrante di quella cultura dell' inganno che ci ha portati alla guerra con l' Iraq - così come stanno lavorando ora per portarci in guerra con l' Iran, con un modello simile di intelligence ipocrita. Allo stesso modo, è un dato di fatto che qualunque gruppo mediorientale dimostri ostilità verso Israele viene ora considerato dagli Americani come terrorista. E' un fatto che la lobby israeliana abbia fatto forte pressione per la guerra in Iraq.
7) Politicanti di destra, in particolare cristiani ed ebrei, promuovono il pregiudizio contro tutto ciò che è arabo e musulmano. Dal 11/9 c'è stata una propaganda di guerra costante contro i musulmani in tutti i paesi dell' Occidente. (Questo non vuol dire che gli Americani non debbano essere cauti sui movimenti stranieri.) Ma il fatto è che quelli che non vogliono che i musulmani abbiano influenza in questa cultura hanno chiaramente sventolato una propaganda in Occidente per fomentare paura e diffidenza verso una enorme fetta della popolazione mondiale - come quella di uno "scontro culturale" o uno scontro di civiltà, come al tempo delle crociate. Questo per dire che i nemici di Israele sono diventati i nostri nemici, così come la propaganda "neocon" fa campagna continua contro l' "islamo-fascismo",l' "estremismo islamico" e il "fanatismo islamico". Così questo evento viene usato per convincere ulteriormente gli Americani che Israele è l' alleato e partner "naturale" contro le forze del male. (Eppure anche la destra israeliana non vuole separare la Religione dallo Stato e discrimina i non ebrei. Quindi anche loro non abbracciano i nostri valori democratici di uguaglianza tra "tutte" le persone - come molte dei paesi teocratici del Medio Oriente.) Questa è un' opinione, ma riflette la realtà.
8) Persone motivate politicamente con il desiderio di usare la "paura", il terrorismo, come scusa per limitare e distruggere le libertà civili normalmente onorate nei paesi democratici. Stiamo diventando uno stato fascista con una sorveglianza interna. Queste limitazioni sono simili a quelle di chi continua a censurare la libertà di parola - e rendono sempre più difficile il diritto di "associazione" anche con tramite le nuove tecnologie come internet. Questa mentalità ha permesso di far spiare la popolazione da agenzie "private" che non rispondono ai cittadini che pagano le tasse, quindi queste aziende vengono pagate con le nostre tasse per spiarci segretamente e registrare i nostri dati. Obama ed il suo team non hanno fatto nulla per un reale e sostanziale cambiamento, e anzi, hanno rafforzato questa tirannia. La limitazione della nostra libertà è un dato di fatto, non finzione.
9) Ne hanno tratto beneficio certi operatori internazionali della politica, disposti a prendere bustarelle americane per fare il nostro gioco, come alcune fazioni politiche del Medio Oriente che hanno fatto i loro comodi con le nostre tasse - compresi i giornalisti che dicono e scrivono qualunque cosa lo Zio Sam voglia, finchè ci sono pacchi di dollari che "scompaiono", proprio come i contratti mlitari che non vengono eseguiti, questo può anche comprendere quelli che creano siti farlocchi per diramare messaggi o per prendersi il merito di eventi non suoi.
10) Persone con il desiderio di distruggere la forza politica le buone intenzioni del popolo americano e del governo. Il nostro paese non è più considerato come una forza "positiva" per la democrazia. In più la nostra economia è stata gravemente danneggiata da forze corrotte che sono state disposte a sacrificare la sacra sicurezza nazionale per fini avidi ed egoisti. Siamo visti come uno stato canaglia da troppe parti. Non sembra preoccupare alcuni che fanno profitti se l' America fallisce invadendo paesi stranieri - incurante di quello che pensa il resto del mondo - e quello che potrebbe essere un disastro a lungo tempo - se non addirittura la Terza Guerra Mondiale. (Sembra quasi una deliberata attacco per distruggere la prontezza militare ed indebolire la nostra sicurezza.) Inoltre, hanno beneficiato coloro che credono in un sistema di due classi sociali, perchè la classe ricca, gli azionisti, tra cui molti dei deputati e senatori, "non" manderà mai i suoi figli a morire - invece fanno affidamento su un esercito di volontari della classe medio-bassa che non trovano lavoro o non hanno possibilità di studiare.
11) Assieme a tutto questo, la crisi finanziaria è una guida per distruggere i concetti liberal per qualsiasi tipo di welfare per i meno fortunati - salvando però il welfare per le corporation corrotte. Finchè è vero che niente è gratis (a meno che non sia un politico), ci sarà anche troppo disprezzo per chi non è super ricco come se meritevole di una specie di umanità.
Forse Obama dovrebbe lasciar andare il paese in default. Forse gli stati individuali "dovrebbero" considerare seriamente di staccarsi dall' Unione. Comunque è un fallimento enorme. Questa litania è controversa tanto quanto l' elenco di rivendicazioni della Dichiarazione d' Indipendenza di 200 anni fa. Ed abbiamo buone ragioni per modificare la Federal Reserve e il nostro attuale sistema bancario.
Il Congresso degli Stati Uniti, come molti conigli pseudo-liberal di sinistra, non ha avuto il coraggio di guardare seriamente ciò che è successo l' 11 settembre o hanno ceduto alla codardia votando per non chiudere i gulag statunitensi. Sono più preoccupati di perdere la loro reputazione piuttosto che onorare la legge e la giustizia. Nel frattempo il sistema legale - cioè gli avvocati - è stato troppo compiacente.
Questo per dire che gli Stati Uniti verranno strangolati dal suo settore finanziario e dalle corporation. Essere manipolati per fare cose in base a presupposti falsi è una forma di schiavitù. In questo modo i ricchi diventano sempre più ricchi, così che "possiedono" il Congresso con le loro lobby corrotte, e specialmente nelle file del partito Repubblicano - a dispetto dei sostenitori dei Tea Party.
Queste realtà possono non piacere. A pochi piacciono. Quindi puoi continuare ad rigettare tutte le "teorie" sull' 11 settembre come fantasie distorte. Perchè anche se il 99,99% del governo è innocente, non vuol dire che un gruppo relativamente piccolo ma di alto rango non possa essere coinvolto - specialmente date tutta le trasgressioni alla sicurezza e la pioggia di dimissioni nelle forze aeree in seguito all' attentato.
E' facile puntare il dito contro gruppi identificati di persone, così come eccedere nel generalizzare. Tuttavia molte persone si sono girate dall' altra parte per non vedere che il loro sistema era malato - quindi hanno la loro parte di reticenza. Dove andremo a finire come cultura se continuiamo ad andare avanti con gli occhi bendati?
Puoi continuare a credere alle storie come fanno in molti - perchè nel breve periodo risulta più facile. Ma a lungo andare può rivelarsi un danno peggiore, corrompendo irrimediabilmente entrambi i partiti, ma sopratutto alla svendita dei diritti umani alle corporation con leggi come la Citizens United v. Federal Election Commission.
Buona fortuna a tutti quelli che credono di sapere qualcosa perchè sono stati condizionati a credere in quello che fanno. Ma chiedetevi, quanti musulmani hanno davvero tratto beneficio dall' 11/9? Poi chiedetevi, a prescindere da chiunque abbia commesso l' attentato, non vi sembra che la nostra cultura abbia qualche problema da affrontare e diversa burocrazia da sbrigare, al di là dell' agenda liberale?
Fonte: http://www.uruknet.info
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Io di qua, tu di là
I confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano. In quanto tali, sono soggetti a pressioni contrapposte e sono perciò fonti potenziali di conflitti e tensioni. Zygmunt Bauman
- Perché non stai pescando? Domandò l’uomo d’affari
- Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno.
- Perché non ne peschi ancora?
- E cosa ne farei?
- Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me.
- E a quel punto cosa farei?
- Potresti rilassarti e goderti la vita.
- Cosa credi che stia facendo ora?
da 'Elogio della Semplicità' di John Lane
5 aforismi in regalo:
"La guerra non si può umanizzare si può solo abolire". (A. Eistein)
"Studia il passato se vuoi prevedere il futuro"(Confucio)
"Nessun organismo vivente può mantenersi a lungo sano di mente in condizioni di assoluta realtà." (Shirley Jackson)
"M'indigno molto meno di un tempo. Mi sono assuefatto allo sfascio e al ridicolo." (G. Gaber)
"Se in passato era la religione l'oppio dei popoli adesso lo è l'informazione" (Zmblog)
In memoria di Vittorio ARRIGONI
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Ancora una volta la politica italiana ha dato il peggio di sé. Divisi sul "bunga bunga" o sulla data delle prossime elezioni il Partito Democratico ed il Popolo delle Libertà si sono trovati concordi nell’attacco militare alla Libia. Anche Di Pietro e Vendola si sono allineati, nei fatti, a questa scelta. Il primo con una risoluzione parlamentare non dissimile da quella del governo, il secondo con una ambigua retorica che, predicando "saggezza", manca di chiarezza. Entrambi cercano di non alienarsi le simpatie del popolo (e dell’elettorato) di sinistra, storicamente contrario alla guerra. Ma, così facendo, non aiutano a costruire un più vasto fronte unitario contro la guerra, oggi la necessità principale della Politica (con la P maiuscola).
La tirannia di un principe in un’oligarchia non è pericolosa per il benessere pubblico quanto in una democrazia l’apatia del cittadino. (Charles de Montesquieu)
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Giovanni Bollea
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NON RIESCO AD AVERE TEMPO PER SCRIVERE ... POSTO QUINDI UN ARTICOLO DI:
Paolo Franceschetti
Fonte: http://paolofranceschetti.blogspot.com
Link: http://paolofranceschetti.blogspot.com/2010/09/i-servizi-segreti-nellambito-dei-tre.html
24.09.2010
I SERVIZI SEGRETI NELL’AMBITO DEI TRE POTERI DELLO STATO
Come ho più volte sottolineato in questo blog, e come è noto a chi si informa da fonti non ufficiali, ogni cittadino, non solo italiano, viene bombardato di false notizie fin dall’infanzia, in modo che non abbia chiara la percezione di come funziona il mondo.
La disinformazione fa da padrona anche nell’Università, che in teoria dovrebbe essere il tempio del sapere.
Per quanto riguarda la facoltà di legge, una delle bufale che ci propinano fin dal primo anno, all’esame di diritto costituzionale, è quella della teoria della tripartizione.
Questa teoria risalirebbe a Montesquieu, e sarebbe valida ancora oggi perché lo stato moderno sarebbe fondato, secondo tutti gli studiosi concordi, sui suoi principi.
In base ad essa i poteri dello stato sarebbero tre:
legislativo (il parlamento);
esecutivo (il governo);
giudiziario (la magistratura).
Tale teoria la troviamo trasposta anche nella Costituzione, ove la parte II si intitola infatti “Ordinamento della Repubblica”, ed è divisa in: Parlamento, Governo, Magistratura.
Questi tre poteri sarebbero direttamente riconducibili alla volontà popolare, secondo l’articolo 1 che enuncia: “la sovranità appartiene al popolo”.
Il popolo infatti eleggerebbe i rappresentanti in parlamento: i politici eletti farebbero le leggi; il governo dovrebbe eseguire le leggi; e la magistratura dovrebbe vigilare sulla corretta applicazione delle leggi.
Tutti i poteri in altre parole discenderebbero dal popolo, che sarebbe, appunto, sovrano.
Questa ricostruzione è una balla colossale per due ragioni.
Anzitutto perché in realtà il popolo non è affatto sovrano, in quanto non ha il potere di scegliere i suoi rappresentanti; le ultime leggi elettorali, infatti, hanno completamente azzerato il rapporto diretto tra eletti ed elettori.
In secondo luogo, i politici dipendono strettamente dal potere economico, e dai servizi segreti, di cui eseguono supinamente le direttive.
Se ciò che dico pare esagerato, vediamo di affrontare meglio la questione.
2. Come funzionano i servizi segreti in teoria.
I servizi segreti, in ogni paese, sono quegli organi deputati alla difesa dello Stato, con il compito di raccogliere informazioni rilevanti per il governo e il parlamento; la loro particolarità è che possono agire anche con mezzi non ortodossi, ovverosia illegali, commettendo reati. E dispongono di fondi, molti dei quali fuori da ogni controllo istituzionale.
Per capire come funzionano i servizi segreti sono fondamentali due libri: quello di Aldo Giannuli, divulgativo e di facile lettura, che ne spiega il funzionamento in teoria (sia pure con molti esempi pratici); e quello di Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia, che traccia la storia dei nostri servizi segreti, dimostrando, dati e fatti alla mano, come tale organo abbia influenzato la politica italiana nel corso di questi ultimi decenni, a tal punto che si può affermare che sono loro il vero motore del paese.
Partiamo da una prima constatazione. I servizi segreti sono denominati in realtà “servizi di informazione”.
I loro nomi sono infatti attualmente AISE (agenzia di informazioni e sicurezza esterna) e AISI (agenzia di informazioni e sicurezza interna).
Il vero compito di un servizio segreto, infatti, non è solo uccidere, combattere i servizi segreti di altri paesi, sventare attentati, sequestrare e uccidere politici come Moro, ecc. Quella è una parte poco rilevante dell’attività dei servizi, tra le meno importanti.
L’attività principale di un servizio segreto è quella di raccogliere informazioni.
In teoria un servizio segreto (un servizio segreto vero, intendo), che sia al soldo di un governo veramente democratico, dovrebbe raccogliere informazioni su chiunque (anche semplici cittadini, perché no? nonché politici, magistrati, ma soprattutto su criminalità organizzata, terrorismo, ecc.) e poi relazionare al governo, o agli organi che lo richiedono, affinché si neutralizzino i pericoli per la democrazia e il paese.
Il compito di neutralizzare i pericoli non spetta poi al servizio segreto, ma a tre organi diversi:
1) alla polizia (quando si tratta di pericoli derivanti dalla criminalità comune),
2) all’esercito (quando il pericolo deriva da uno stato estero),
3) o al parlamento.
Ad esempio: i ministri di un governo da poco insediato, con politici magari al loro primo incarico, saranno completamente all’oscuro dei pericoli derivanti da stati esteri, del modo di agire delle varie mafie, delle cellule terroristiche presenti nel territorio, ecc. Spetterà quindi ai servizi segreti fare relazioni sui pericoli prioritari per la sicurezza nazionale, allertare chi di dovere di eventuali infiltrati negli apparati di governo, ecc.
E in base a queste informazioni il governo deciderà poi dove e come stanziare fondi, se per la lotta alla droga, alla mafia, al terrorismo, ecc., le zone in cui operare, ecc.
In tal modo è ovvio che si influenza in modo decisivo la linea di politica interna ed esterna.
Ora, date queste caratteristiche, le loro operazioni, nelle mani giuste (cioè con i politici giusti e con le leggi giuste) possono trasformare un paese in un’oasi di sicurezza e di pace.
In uno Stato realmente democratico, ove i funzionari dei servizi fossero scelti per meriti, per lealtà allo Stato, e per onestà, il servizio segreto sarebbe un organo vitale per la difesa dei cittadini e della democrazia.
3. Come funzionano i servizi segreti in pratica.
Fin qui la teoria.
Nella pratica però inizia il problema.
Nelle mani sbagliate i servizi segreti possono trasformarsi in un micidiale strumento di morte e di sopraffazione della popolazione.
Dal momento che sono in possesso di informazioni vitali su stati esteri, criminalità interna esterna, cittadini, politici, aziende, ecc., possono condizionare a loro piacimento la politica del paese.
Se i servizi segreti utilizzano male il loro potere, possono distorcere le informazioni, e piegare gli organi costituzionali, siano essi il governo, il parlamento o la magistratura, ai loro scopi.
Inoltre potendo operare nell’illegalità, e potendo trincerarsi dietro al “segreto” apposto sulle loro operazioni, possono compiere qualsiasi tipo di operazione illegale.
Qui nasce il pericolo.
Infatti il servizio segreto ha il potere di inventare pericoli inesistenti; di minimizzare il rischio derivante da singoli settori della criminalità, ecc.
Inventando pericoli militari inesistenti possono ad esempio far affluire soldi al ministro della difesa piuttosto che a quello dell’istruzione.
Minimizzando la potenza delle varie mafie distoglieranno fondi dalle forze di polizia, ecc.
Confezionando scandali ad hoc potranno far saltare poltrone, promuovere la nomina di determinate persone; possono uccidere testimoni scomodi, possono distruggere organizzazioni politiche infiltrandole ed eterodirigendone i fini, possono ricattare.
E questo pericolo è tanto più concreto, quanto più il sistema di reclutamento dei funzionari dei servizi sia poco trasparente e corrotto; ora, dal momento che è noto il grado di corruzione a tutti i livelli, dei politici e dei funzionari pubblici in generale, va da sé che con lo stesso metodo saranno reclutati i dipendenti del servizio segreto.
Con quale risultato è facile immaginare. E’ sufficiente rammentare alcuni fatti:
- in ogni strage italiana, da Capaci, a Portella della Ginestra, passando per casi eclatanti come il sequestro Moro, c’era sempre dietro lo zampino dei servizi che – quanto meno – hanno depistato e deviato le indagini.
In alcuni casi, come quello del sequestro Moro, c’è praticamente la certezza che i servizi abbiano organizzato e condotto tutto il sequestro, come abbiamo avuto modo di vedere proprio su questo blog.
Per le stragi di Capaci e via D’Amelio, è praticamente provato che il telecomando che fece saltare in aria Borsellino fu azionato dal Cerisde di Palermo, situato a Castel Utveggio, sede dei servizi segreti; e che dalla stessa sede partì la telefonata che avvertì Brusca dell’arrivo di Falcone a Punta Raisi.
Di più. La strage di Via D’Amelio pare sia stata organizzata dai SOLI servizi segreti, senza la mafia, che si è solo presa la colpa, così come a suo tempo i brigatisti rossi si presero la responsabilità del sequestro Moro (ma è stato dimostrato che i brigatisti più noti erano in realtà uomini dei servizi).
E questi sono esempi.
In compenso non esiste una sola strage in Italia, o un solo evento importante, che i servizi segreti abbiano contribuito a risolvere, facendo arrestare i colpevoli. Anzi. Nei vari processi per strage italiani, da Ustica a Piazza della Loggia, al Mostro di Firenze, si riscontra sempre, inevitabilmente, con una precisione quasi chirurgica, la morte di tutti i testimoni chiave, degli investigatori, ecc. Sono morti per incidenti, per malori improvvisi, ecc., ma – come abbiamo trattato diffusamente in molti articoli del nostro blog – si tratta di morti effettuate con la stessa tecnica, con le stesse modalità, con la stessa tempistica, addirittura con identici simbolismi; e queste morti non sono attribuibili alla mafia, o alla criminalità organizzata in genere. Tecniche così sofisticate e precise possono essere il frutto unicamente di un lavoro effettuato dai servizi segreti.
. Ricordiamo poi vicende come quella del Generale Santovito, imputato nel traffico d’armi in una vicenda che coinvolgeva OLP e BR, morto prima della sentenza. O quella del generale dei ROS Ganzer, condannato a 14 anni per traffico di stupefacenti; poi i depistaggi dei servizi nella vicenda Toni e De Palo, ecc. L’elenco è infinito e potrebbe continuare a lungo.
- i funzionari dei servizi corrotti, o implicati in qualche scandalo, sono stati non arrestati e degradati, come dovrebbe essere, ma addirittura promossi o collocati in posti di prestigio. Ricordiamo ad esempio il caso del generale Mori che, messo sotto inchiesta per la mancata perquisizione al covo di Riina, è stato prima nominato capo della sicurezza del Porto di Gioia Tauro, e poi capo della sicurezza del Comune di Roma, da Alemanno.
Il generale Miceli, capo del SID, arrestato per cospirazione contro lo stato, e sospettato di essere coinvolto in attentati, stragi, nel Golpe Borghese e delitti vari (in quanto faceva parte dell'organizzazione Rosa dei venti), coinvolto nella P2, fu assolto e promosso a generale d'armata. E, giusto per non farsi mancare niente, come ulteriore premio fu eletto deputato nell'MSI.
A questi dati ne dobbiamo aggiungere un altro:
- I vertici dei servizi, per anni, sono stati anche membri della P2 o della massoneria. Nella lista della P2 c'erano 22 generali dell'esercito e 12 generali dei Caraninieri. Nonchè tutti i vertici dei servizi segreti, Miceli, Santovito, Pelosi, Allavena, Grassini, La Bruna.
Che significa questo?
Significa che è fortissimo il legame tra servizi segreti e massoneria. Per dirla tutta, e con parole chiare, il sospetto è che i servizi segreti dipendano in realtà non dal ministro in carica, ma dai vertici della massoneria. E che cariche, compiti, fini, siano decisi non a livello politico ma massonico.
I risultati pratici ed operativi di questa situazione possono essere riassunti con alcuni esempi.
Si deve far saltare la poltrona su cui siede Marrazzo? Ecco confezionato ad hoc lo scandalo dei trans. La firma dei servizi è inequivocabile, non solo per la tecnica usata, ma anche perché il luogo dello scandalo era quella famosa via Gradoli, dove dicono fu tenuto Moro prigioniero, che altro non è se non uno stabile di proprietà dei servizi segreti.
Si deve mandare un pesante avvertimento ad Andreotti? Ecco lì belli e pronti alcuni falsi pentiti che dichiarano pure di aver visto Andreotti baciarsi con Riina.
Beninteso: non sto dicendo che le accuse mosse ad Andreotti fossero false. Sto solo dicendo che ad essere falso era in realtà il processo, perché i sospetti sulla collusione di Andreotti con la mafia (per non dire le certezze) esistevano da molto tempo (dai tempi in cui Nando Dalla Chiesa scrisse “Delitto imperfetto”). Il punto è che le accuse sono emerse solo dopo molto tempo, e solo quando si trattava di punire Andreotti per ben altri motivi; motivi tutti interni alla massoneria internazionale, e che nulla hanno a che vedere con ragioni come legalità e giustizia.
Stessa cosa è stata fatta per Berlusconi. Le accuse di collusioni con la mafia ci sono da anni; sono note le vicende di Mangano, la condanna di Dell’Utri per associazione a delinquere di stampo mafioso, ecc., ma la notizia delle collusioni tra mafia e Forza Italia è stata sparata su tutti i giornali e sulle stesse TV di Berlusconi solo al momento giusto, quando cioè si trattava di dare un ulteriore colpo a Berlusconi, per affossarne la leadership. C’è poco da dubitare che le dichiarazioni del pentito Spatuzza (irrilevanti a livello giuridico, come abbiamo detto in un altro nostro articolo) siano un’operazione ben congegnata dei servizi.
Si deve mandare un messaggio trasversale, un ricatto, una minaccia? Ecco pronto il dossier sull’acquisto irregolare di una casa per Fini, per D’Alema, e per chiunque, detto in parole povere, rompa i coglioni.
E' nata un'organizzazione politica che si impegna troppo nel sociale? E' stato creato un centro sociale che potrebbe attivarsi troppo per far capire alla gente come funziona il sistema?
Ecco inviati un bel po' di infiltrati dei servizi, che in poco tempo distruggono l'organizzazione, o la rendono innocua uccidendo o mettendo fuori gioco i membri più pericolosi. Qualche esempio pratico? Eccolo.
Forza Nuova ha un programma troppo smaccatamente antisistema e troppo pericoloso? Ecco belli pronti e confezionati degli articoli di giornale che li presentano come razzisti e fascisti; ecco confezionato qualche bell'incidente che coinvolga i Forzanovisti, magari con qualche morto (come quello di Nicola Tommasoli) in modo che la gente associ il nome di Forza Nuova a quello di razzisti assassini. Non a caso Forza Nuova è l'unico movimento che si batte avendo tra i 9 punti del suo programma ufficiale l'abolizione dei servizi segreti.
Il centro sociale Leoncavallo è troppo attivo? Ecco qui belli e pronti incidenti stradali per i più pericolosi:
- un bel suicidio per l'avvocato del leoncavallo Lucio Iassa;
- una morte tra le fiamme, per Betty Altomare,
- un assassinio per Fausto e Iaio (ovviamente attribuito ai fascisti) ecc.
- Se poi qualche giornalista, come Mauro Brutto, inizia a sospettare che dietro ai due omicidi non ci sono i fascisti, ma i servizi segreti, no problem: lo si fa investire da una Simca 1100 che toglie di mezzo il rompicoglioni.
Delle morti sospette nei centri sociali ne abbiamo parlato più diffusamente qui.:
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/01/lettere-da-una-lettrice-sui-centri.html
L’immenso potere dei servizi spiega, ad esempio, come possa essere eletto parlamentare un politico come D’Elia, che si è fatto venti anni di galera per aver ucciso a sangue freddo un poliziotto; non perché – come ha detto il prode difensore dei deboli Bertinotti – è un uomo che ha pagato il suo debito con la giustizia, ma perché era un uomo dei servizi, che ha agito sotto copertura, e che poi è stato premiato per il “servizio” reso ai “servizi”.
4. Il vero potere dello Stato. Il potere economico.
A questo punto però c’è da rispondere ad una domanda fondamentale.
A chi rispondono i servizi?
Se è vero infatti che sono questi l’organo più potente dello Stato, è anche vero che essi non hanno finalità proprie, ma dipendono a loro volta da altri poteri.
Per rispondere occorre conoscere la storia, il diritto, e la cronaca giudiziaria, per capire che sono tre gli enti cui fanno realmente capo i servizi, ma nessuno di essi è un organo regolare.
Andiamo con ordine.
Dal punto di vista giuridico, occorre leggere la nostra costituzione e alcune leggi che riguardano gli organi statali più importanti, e allora è facile individuare la prima risposta: le banche. Senza leggere teorie complottiste o autori notoriamente antisistema, è sufficiente leggere la legge con cui viene regolato il funzionamento della Banca D’Italia e della BCE, per capire che sono le banche i veri padroni del sistema in cui viviamo (capisaldi di questa legislazione delirante sono: le immunità di cui godono gli amministratori della BCE, la completa indipendenza da parlamenti e governi, e il totale assoggettamento delle banche centrali al potere delle banche private anche estere).
Dal punto di vista storico, un’analisi dei rapporti tra il nostro Stato e gli USA ci fa capire che noi siamo uno Stato a sovranità limitata, nel senso che dipendiamo sia economicamente sia dal punto di vista militare dagli USA, quindi dalla CIA. Lo dimostrano, a tacer d’altro, le innumerevoli basi NATO sparse sul territorio nazionale, che sarebbero impensabili in uno Stato veramente sovrano.
Infine, la cronaca giudiziaria – che ha dimostrato come i vertici dei servizi per decenni fossero tutti scelti all’interno della P2 – ha dimostrato che l’ente più potente, che comanda direttamente i servizi segreti, è un ente non statale: la massoneria.
Massoneria, banche e servizi segreti costituiscono quindi un connubio indissolubile, e sono portatori di interessi unitari; interessi che vengono perseguiti tramite i servizi segreti, che sono quindi un organo non al servizio del nostro governo (spesso i ministri in carica non sanno neanche come funzionano nella pratica, i servizi) ma al servizio del potere economico internazionale.
A tal proposito mi ricordo un colloquio che ebbi con l’onorevole Falco Accame, tempo fa, il quale mi disse che all’epoca in cui fu nominato sottosegretario alla Difesa, passando per gli uffici della Difesa notava degli uffici con scritto “Ufficio SB”; racconta che con alcuni suoi amici, non sapendo di cosa si trattasse, e non riuscendo a capire quali funzioni avessero questi uffici, ironizzava su di essi e li chiamavano “uffici servizi bassi”. Solo dopo molto tempo capì che era “ufficio Stay Behind”: Gladio, insomma.
5. Ricadute giuridiche di questa situazione.
In altre parole, e concludendo, viviamo in un paese ove l’organo più delicato e potente dello Stato non ha alcuna garanzia costituzionale e opera fuori da ogni controllo e al soldo di poteri che non sono affatto previsti dalla Costituzione.
Le ricadute di questa situazione dal punto di vista giuridico sono molteplici.
Primo. La sovranità non appartiene al popolo, ma al potere economico. Non a caso la sovranità monetaria, una delle più importanti forme di sovranità statale, è in mano alle banche private.
Se ne va a farsi benedire quindi l’articolo 1 della Costituzione.
Secondo. Il diritto all’informazione è una vana chimera. La verità è che le informazioni sono filtrate, manipolate, condizionate dai servizi segreti. Talvolta le notizie non sono semplicemente manipolate: sono addirittura create ad hoc (si pensi al falso dossier sulle famigerate armi chimiche inesistenti di Saddam Hussein, preparato dal nostro governo, che fu – ufficialmente – la scintilla che fece scoppiare la guerra in Iraq).
Viene vanificato cioè l’articolo 21 della Costituzione.
Terzo. Il diritto alla giustizia è, nei casi più gravi, nulla più che una chimera. I processi più importanti sono manipolati in modo da lasciare impuniti i colpevoli, in quanto la giustizia viene condizionata in vario modo, dall’uccisione dei testimoni alla corruzione dei magistrati, fino all’eliminazione fisica di magistrati, poliziotti o carabinieri che conducono seriamente le indagini.
Come abbiamo detto, è da spiegare nell’intervento costante dei servizi segreti in ogni strage italiana, nonché nei delitti più importanti, il motivo della mancata assicurazione alla giustizia dei responsabili.
In poche parole, viene reso come carta straccia tutto il titolo IV della Costituzione, dedicato alla magistratura.
Quarto. Una chimera senza fondamento è l’articolo 28, secondo cui i funzionari dello Stato sono direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione di diritti. La recente legge sui servizi segreti, infatti, la L. 124/2007 ha addirittura rafforzato per i dipendenti di questi organi, la possibilità di commettere reati e l’impunità per la loro commissione.
Quindi la verità è che ad essere responsabili saranno tutt’al più alcuni dipendenti pubblici in settori non vitali della Repubblica; ma i funzionari che ricoprono incarichi più delicati potranno fare quello che vogliono, sicuri della totale immunità.
6. Conclusioni e prospettive di riforma.
La situazione che abbiamo delineato sembrerebbe drammatica ma non lo è così tanto, sol che si pensi che la nostra nazione è diventata democratica da poco più di un secolo; e la monarchia è scomparsa definitivamente solo dal ’47 in poi.
Poco più di sessanta anni non possono garantire un passaggio da millenni di stato assoluto ad uno stato democratico. Per far questo ci vorranno ancora molti decenni, molto sangue, molte ingiustizie.
Presa coscienza del problema, i primi progetti politici seri dovranno essere quelli di una riforma dei servizi in senso democratico, dando a questo organo delle garanzie costituzionali; riforma non disgiunta da una completa revisione della Costituzione, in modo che siano veramente assicurati i diritti fondamentali ad ogni individuo.
In particolare, sarà necessario adeguare sempre di più i servizi al quel principio di trasparenza che, in teoria, dovrebbe permeare tutto il sistema amministrativo italiano, ricordandoci che anche tali organi sono pur sempre organi amministrativi, soggetti alle regole del diritto costituzionale e amministrativo.
Per ora, noi cittadini dobbiamo accontentarci di capire il sistema, sperando che sensibilizzando un numero maggiore di persone, venga presto il giorno in cui saranno in molti a chiedere una riforma dei servizi segreti, per trasformarli in un organo realmente a difesa del cittadino.
Tale trasformazione dovrebbe essere chiesta anche dagli appartenenti ai servizi stessi, perché i primi a pagare il prezzo di questo sistema sono i dipendenti dei servizi stessi, che – vivendo nell’illegalità e nell’ombra – possono essere uccisi da un momento all’altro quando giudicati scomodi per qualche motivo, o quando siano portatori di segreti troppo pericolosi.
Per esemplificare la drammatica situazione in cui vivono i dipendenti dei servizi stessi, concludo con il racconto di un mio amico di infanzia, il cui padre era un funzionario dei servizi segreti. All’età di dodici anni gli uccisero il padre, e la cosa – manco a dirlo – fu fatta passare per suicidio. In quello stesso periodo si “suicidarono” altri due funzionari dei servizi nel paese in cui viveva, Bracciano.
7. Una storia finale.
Per esemplificare la drammatica situazione in cui hanno sempre vissuto i dipendenti dei servizi stessi, concludo con il racconto di un mio amico di infanzia, che per comodità potremmo chiamare Giulio, Adriano o Cesare.
Il padre era un funzionario dei servizi segreti durante gli “anni di piombo”.
All’età di dodici anni perse il padre, secondo quella che definirei una “moda intramontabile”, ovvero il suicidio. Naturalmente, con il passare del tempo e l’aumento di queste morti a dir poco sospette, la storia ufficiale ha riconosciuto, con un abile gioco di parole, che non “si suicidarono” ma “furono suicidati”. D’altronde - mi racconta Giulio - era in corso una vera e propria guerra, nella quale era difficile comprendere quali fazioni fossero al servizio dello Stato e quali invece fossero “deviate”, tanto che fin troppo spesso questa verità era ignota anche agli stessi agenti.
Il trasferimento da un nuovo incarico, anche di maggior prestigio, non rappresentava quasi mai una promozione, ma solo la morte di un collega: per questo, appena giunta la notizia del richiamo in patria, il padre di Giulio comprese immediatamente la situazione. Sapeva che sarebbe morto e ne rese partecipe la famiglia, cercando di prepararla alle difficili situazioni che sarebbero seguite.
Purtroppo al peggio non c’è limite e neanche il momento di maggior dolore è in grado di allontanare la “guerra” dai superstiti, i familiari, vittime anch’essi di questi giochi di potere. La storia delle famiglie di almeno un’ottantina di fedeli servitori dello Stato è stata sempre la stessa:
- sequestro dei corpi ed esami autoptici condotti da medici legali “autorizzati”;
- perquisizioni effettuate tra i parenti in lacrime, finalizzate alla ricerca di armi, documenti ed effetti personali;
- funerali blindati, ai quali non è mai intervenuta nessuna autorità, né collega;
- blocco dei conti bancari noti ed insabbiamento delle pratiche pensionistiche, qualora una famiglia osi chiedere il riconoscimento della morte in servizio o per cause inerenti il servizio: in questo caso, nell’ottica che infangare è più semplice che premiare (ovvero spiegare al popolo fatti oggettivamente scomodi), sono stati versati fiumi di veleno che giustificassero quanto avvenuto. Il padre di Giulio, come gli altri, fu descritto come uno che aveva avuto relazioni extraconiugali, debiti, che amava la bella vita, le auto di lusso e le donne: al tempo stesso però, la sera era sempre rientrato a casa, giocava con i figli e non litigava mai con la moglie. Aveva un orticello dove coltivava la terra e trascorreva le poche giornate libere con la famiglia e gli amici e Giulio non vide mai queste belle donne e queste macchine.
Fortunatamente però le giornate duravano solo 24 ore anche per gli agenti dei servizi segreti, e quindi Giulio non credette mai a quanto veniva riportato dai giornali. Sua madre, una donna dal carattere molto forte e legata al marito da un amore indissolubile, gli ricordò quanto aveva detto suo padre ed intraprese la strada più difficile, passando attraverso tutte le tappe, tra ricatti, difficoltà economiche e minacce di morte.
Ad ogni loro mossa venivano avvicinati da uno sconosciuto che gli consigliava di salutarsi, perché magari Giulio non sarebbe tornato da scuola o non avrebbe trovato la madre al suo ritorno. Ogni mattina Giulio trovava sul cammino da casa a scuola uno sconosciuto che gli diceva "Bambino, saluta tua madre, perchè non sai se la rivedrai al tuo ritorno". Con questo stato d’animo Giulio veniva a scuola senza raccontare a nessuno quel che gli succedeva, perché non avrebbero capito. In questa situazione hanno vissuto e vivono tuttora molte famiglie di persone che sono morte credendo di fare qualcosa di buono per lo stato; credendo che il loro lavoro servisse per un fine più nobile di uno sporco gioco di potere.
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LA CHIESA NON E' DIO E, IL MALE, NON E' IL DIAVOLO
La vera ragione dell'incommensurabile ricchezza (non nel senso materiale, ma prosaico) della Chiesa cattolica, è una sola, il fatto di non avere mai svelato e quindi, sottaciuto, la vera natura di Dio.
Attraverso una mirata campagna di marketing, unica e prima nel suo genere, è stata in grado di convertire il concetto astratto di Dio, in un'immaginne iconografica, con intento opportunista e speculativo, finalizzato all'interesse particolare.
Dio, questo simbolo di potere mistico - omniscente e omnipresente, che tutto vede, che tutto sa e tutto decide - è mutato da, spirituale, in dogma politico e padrone assoluto, svuotando l'individuo da responsabilità e dall'interpretazione soggettiva dei doveri e dei principi. I fedeli, dal canto loro, si attengono ad un libretto di istruzioni che interpretano alla lettera, in cambio della salvezza eterna.
Quando si tratta il soprannaturale, il racconto metaforico è il solo modo per descriverlo e renderlo in parte comprensivo ma, ognuno, da un'interpretazione personale e, relativa ai suoi elementi cognitivi, spirituali, morali ed etici, connaturati.
La trinità, la crocefissione e la resurrezione, per fare tre esempi, altro non sono, che gli elementi fondati sull'attribuzione di un senso figurato, che si prefiggono, attraverso la narrazione del Vangelo, di rendere comprensibile il significato e il valore della vita terrena e della morte - ma Dio, quello vero, è ben altra cosa.
"Dio", o in qualsiasi altro modo lo volessimo chiamare, è un punto di riferimento senza il quale e, in nessun modo, sapremmo distinguere il bene dal male, la notte dal giorno, la vita dalla morte. Senza di Lui, nulla esisterebbe, perché Egli Stesso è creatore e generatore di ogni cosa; "Dio" è ciò che noi definiamo il bene e, la sua lontananza, il male.
Ma cos'è questo "male", se non una spia luminosa intermittente, che ci segnala una debole spiritualità, o la sua totale assenza?
Anche il diavolo, personaggio allegorico della storia di Gesù Cristo viene, a sua volta, trasformato in immagine iconografica e, in quanto signore del male, contrapposto al bene.
Ma bene e male, non sono le facce di una stessa moneta. Assolutamente no! Il bene è, mentre il male, diviene in sua assenza.
Non c'è nessun Dio, giudice dei nostri atti, e nessun diavolo tentatore. Nessuna liturgia e o credo, esterni a noi, possono in alcun modo, sostituirsi alla nostra coscienza per ipotecare le nostre ragioni e le pulsioni del cuore. Nessun uomo veramente libero può accettare una tale schiavitù e, nella paura dell'inconoscibile, ridursi a suddito di un dogma, che si propone di gestire la nostra anima in cambio di elemosine. Nessun uomo può accettare intermediari o consulenti della sua coscienza.
Mi piace sviluppare la mia coscienza per comprendere perchè sono vivo, cos'è il mio corpo e cosa devo fare per cooperare con i disegni dell'universo. Mi piace rispettare gli altri, non per le deviazioni narcisistiche della loro personalità, ma per il loro sviluppo interno. Mi piace invecchiare perchè il tempo dissolve il superfluo e conserva l'essenziale. Mi piace collaborare e non competere. Mi piace scoprire in ogni essere la gioia. Non mi piacciono gli stupidi. Mi piace tutto ciò che provoca il riso. Mi piace affrontare volontariamente il mio dolore con l'obiettivo di espandere la mia coscienza. ....mi piace il nulla.
Noi siamo Dio. Tutti noi siamo Dio. Ogni cosa che vive, che pulsa, che gioisce e che soffre, che muore e che ritorna; ogni soffio di vento, ogni goccia di pioggia, ogni fremito, emozione, lamento, ogni dubbio e certezza, è Dio. Dio è il parametro e, noi, l'arbitrio.
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L'immaginazione è una qualità che è stata data all'uomo per compensarlo di ciò che egli non è. Il senso dell'umorismo gli è stato dato per consolarlo di quello che è. (Oscar Wilde)
“Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione.”
(Alcide de Gasperi)
Dobbiamo lanciare l’unica offensiva utile e popolare: quella per la difesa dei lavoratori, dei beni comuni, della pace e della Costituzione. Per fare questo non bastano i referendum, ma bisogna rafforzare e alzare la conflittualità nei posti di lavoro per lottare contro la precarietà, la disoccupazione, gli omicidi sul lavoro, i licenziamenti selvaggi. E ancora, di essere parte viva e avanguardia delle comunità resistenti che lottano contro le nocività e le devastazioni, insomma stare dalla parte giusta, essere il cuore e le gambe di un pensiero e di un percorso alternativo, al capitalismo selvaggio dell'elite bancaria e di classe, allo stato di cose presenti.
I 700.000 cassaintegrati, i 5 mln di precari, i 2 mln di disoccupati, i 1.300 omicidi sul lavoro, le migliaia di civili uccisi e torturati dagli imperialisti USA, il popolo palestinese martoriato dal sionismo, sono carne della nostra carne, sono sangue del nostro sangue. Per questo il popolo (e non solo la sinistra) ha il dovere e l’obbligo di organizzare e opporre una resistenza senza quartiere, di essere i partigiani del terzo millennio...
“Deve essere dispiegata una aggressione molecolare dal basso allo stato borghese”. (A. Gramsci)
Il Novecento è finito La sinistra si svegli
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Mi intervisto da solo
Da dove nasce l'esigenza di guardare le cose da un punto di vista per così dire “diverso”?
Fin dall'adolescenza ho avvertito una forte diversità d’interessi rispetto ai miei coetanei, che si è poi manifestata palesemente con il mio ingresso nel mondo della politica quando approdai all'università. Dallo studio privato, appassionato e approfondito delle grandi ideologie, della storia e della scienza cominciai così a notare l’effettiva esistenza di numerose contraddizioni nell’informazione ufficiale. Anomalie che, se in un primo momento apparivano isolate, si sono poi rivelate essere la punta di un iceberg, in stretta connessione tra loro.
Dove trova i documenti e le informazioni?
Le fonti d’informazione da me citate sono consultabili e verificabili liberamente da tutti, in quanto si tratta di documenti già pubblicati, seppur in contesti diversi, da altri autori scomodi italiani e stranieri. Il loro carattere esplosivo non risiede quindi nella segretezza, ma nel fatto che riguardano contenuti sistematicamente esclusi dai grandi media allineati agli interessi dei poteri forti. E in una società dove un fatto reale comincia a esistere come tale solo dal momento in cui ne viene data notizia attraverso le più “autorevoli” testate giornalistiche (la televisione costituisce ormai l’unica fonte d’informazione per la stragrande maggioranza della popolazione) controllate da pochi politici e imprenditori senza scrupoli, l’occultamento e la manipolazione della verità sono all’ordine del giorno.
Come definirebbe in breve il Nuovo Ordine Mondiale e quello che comporta? Da chi è orchestrato?
Di fronte al Nuovo Ordine Mondiale e agli interessi di pochi, come si può sfuggire?
E' difficile, ma in realtà i banchieri hanno creato solo un “impero di cristallo” che trova la sua forza esclusivamente nella menzogna, nell’ignoranza delle masse e nello stato di confusione mentale in cui queste vengono sinergicamente mantenute da mass-media e istituzioni. Si tratta insomma di un sistema che per poter funzionare ha bisogno che siano in pochi quelli a sapere. Questo è il motivo per cui con il processo di globalizzazione attualmente in atto si vuole accentrare tutto il potere in un numero sempre minore di persone. Pertanto, per rovesciare l’attuale status quo non occorre nessuna rivoluzione armata, poiché è sufficiente spingere nella direzione opposta, ovvero continuare a promuovere la conoscenza verso il basso. In questi ultimi anni, infatti, l’avvento di internet ha consentito una fuga di notizie politicamente scorrette prima impensabile e se verrà raggiunta la cosiddetta “massa critica” di persone informate, l’élite non riuscirà più a controllare la popolazione per i suoi scopi. Basta ad esempio che si cominci a diffondere tra le masse la verità su teorie come il darwinismo per far crollare di colpo l’intero culto del denaro e del materialismo su cui si regge l’intero Nuovo Ordine Mondiale!
"Il fascismo è il suicidio dell'intelligenza" (Collettivo universitario "Lavori in corso" di Tor Vergata, Roma)
Paradiso San Marino
Colossi come Unicredit, Intesa-San Paolo, Monte dei Paschi di Siena. E istituti minori. Tutti finiti in una inchiesta per una frode superiore al miliardo di Euro
da non perdere leggi tutto ... http://espresso.repubblica.it/dettaglio/paradiso-san-marino/2122263 - di Emiliano Fittipaldi -
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Bertoladri e Arcorleonesi
Prologo Internazionale
Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica (Salvador Allende)
Una buona moglie perdona sempre suo marito quando si è sbagliata
(Milton Berle)
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Bufale zuSilviste
In Inghilterra ed anche in Italia sempre più gente è convinta che l'aggressione a zuSilvu possa essere una bufala... Diversamente dall'11 settembre 2001 di cui sono ormai veramente un esperto, non ho studiato bene la cosa, mi ci vorrà tempo, ma per chi di voi è curioso ci sono molti video in rete, ho fatto una selezione di quelli che non sono sicuramente taroccati. Chi ha tempo e voglia può cominciare le indagini...
Innanzitutto consiglio i vari contributi di questo gruppo FaceBook che sono, a mio parere impressionanti:
http://www.facebook.com/group.php?gid=363876820343
E tra i video vi consiglio questi, ma ce ne sono altri, bisogna saperli trovare:
http://www.youtube.com/watch?v=Lqz3E2SnAFk
Su questo, aspettate fino al min. 4:00 dove incredibilmente si vede Berlusconi che dopo che Tartaglia è stato preso e portato via, lui è ancora fuori dall'auto si gira e si volta tra le bodyguard con il viso bello lindo !
http://www.youtube.com/watch?v=r9mks_AzeN0
Questo sui dubbi del falso montaggio sonoro dei servizi
http://www.youtube.com/watch?v=waKBP8ckoUU
Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi. (Bertrand Russell)
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