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Macro nel micro

Post n°341 pubblicato il 08 Aprile 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

Vieni via, Oh bambino umano
verso l'acqua ed il selvaggio aire,
con una Fata, mano nella mano
al mondo sono più lacrime di quanto tu possa capire
(The Stolen Child - William Butler Yeats, 1886)

Foto Look to see
Foto di look to see

Sono un fotografo mancato, nel senso che proprio manca quel minimo di talento perché lo scatto possa essere realizzato con decenza. Non è tanto la tecnica, che al limite si impara, con la dovuta pazienza della mia amica Dew che mi dispensa costantemente consigli insostituibili. Oltretutto la fotografia appartiene a quel ramo della fisica che si chiama ottica, a me sempre cara dagli studi liceali in poi. La fotografia non è solo giocare con la luce, è stringere lo sguardo per capire di più il mondo, e più si stringe, ho come l’impressione, più ampia diventa la visione: un abbraccio di colori, fossero anche solo tutti grigi.
Nonostante i saggi consigli di chi sa fotografare, continuo ad usare unicamente la microcamera del cellulare, apparecchio che enfatizza oltre tutto la mia mancanza di stoffa giusta; in più ricado sovente negli stessi errori: come quello di scattare senza il senso della orizzontalità, per non parlare della regola del terzo ignobilmente calpestata.
Io sento però che potessi scegliere lo stile sarei irresistibilmente attratto dalle Macro. Già il nome Macro che serve a immortalare il Micro è un paradosso di termini affascinante, ma questa è solo la porta d’ingresso.
Chi sa vedere il mondo con questo dettaglio, con questo amore e dedizione alle piccole cose, con questo senso di appartenenza ad un microcosmo umile, che ciononostante costituisce le fondamenta di quello più grande, costui è davvero una persona che sa accarezzare il cuore dell’universo, certamente sa gustare il senso migliore della vita.
Non a caso i migliori artisti di Macro colgono soggetti ai quali prestiamo meno attenzione, eppure sono estremamente vitali: i fiori con la loro caducità, gli insetti che altrettanto erano cari al Buddha: i semi dell’esistenza.
Mi fermo ancora a contemplare questa foto e sento dentro al cuore, nell’incanto di Primavera, riecheggiare i versi di Yeats che permettono alle Fate di riappropriarsi di questo mondo: quelle della foto sembrano libellule, ma viste con occhio trasparente di bambino mai cresciuto: eh sì, sono Fate!


Gianni Togni - Le Piccole Cose

 
 
 
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