Creato da Drashta il 19/11/2006

Le Vie dell'Acqua

Consapevolezza e Realtà: La mia via personale attraverso la Scienza

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Le Vie dell'Acqua
 

AREA PERSONALE

 

ANALOGIE E ATTRIBUZIONI DI SIGNIFICATO

Nel 1865, Jules Verne scrisse il celebre romanzo "Dalla Terra alla Luna", nel quale immaginò la realizzazione di un esperimento scientifico senza precedenti: "Il primo dicembre, all'ora stabilita, dinanzi a una folla straordinaria di spettatori, ebbe luogo la partenza e, per la prima volta, tre esseri umani, abbandonando il globo terracqueo, si lanciarono negli spazi interplanetari con la quasi certezza di arrivare alla loro meta"

Poco più di 100 anni dopo, il 20 luglio 1969 il programma Apollo della Nasa raggiunse l'obiettivo di far atterrare un uomo sulla superficie della Luna e, in seguito, di riportarlo salvo sulla Terra (Apollo 11).

Nonostante le apparenti similitudini, che in realtà cadono ad un più attento esame ma che hanno comunque valso a Verne la fama di scrittore visionario, nessuno nel progettare le astronavi delle missioni Apollo si è mai sognato di riprodurre fedelmente l'idea del romanzo.

Così è per le tradizioni: esse non vanno ciecamente prese per oro colato né seguite o tanto meno applicate alla lettera. Sono il frutto di epoche passate e di mentalità comprensibili soltanto inquadrandole nel contesto storico che le ha prodotte. Non sono verità, per quanto alcuni possano disperatamente volerlo credere, sono appunto e soltanto tradizioni di pensiero.
Possono però essere prese come spunto di riflessione o come idee guida da verificare indipendentemente e con spirito critico, da comprendere ed utilizzare alla luce dei dati di realtà.
Così è per la meditazione.

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Citazioni nei Blog Amici: 51
 

 

Siamo padroni?

Post n°40 pubblicato il 07 Giugno 2009 da Drashta
 

 

 

Chiudi gli occhi quando stai per addormentarti e scendi dentro di te. 
Osserva l'oscurità che ti avvolge come un manto tranquillo. 
Ascolta i tuoi pensieri e i tuoi moti interiori in questa calma buia. 
A poco a poco noterai che sono lievemente diversi da quelli che trascorrono nella tua mente vigile da sveglio. 

E dunque, siamo padroni dei nostri pensieri? Li conosciamo interamente?
No .. e sì.


Drashta


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"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")

 
 
 

Questioni di Identità

Foto di Drashta


Finché non cresciamo interiormente, finché non diveniamo completamente adulti, rimaniamo prigionieri delle esperienze viste e vissute nella nostra infanzia e soprattutto delle idee che ci siamo formati allora.
E finché non ce ne liberiamo, cerchiamo sempre di replicare gli schemi conosciuti durante infanzia ed adolescenza.

Magari per vincere dove non abbiamo vinto, o ricevere amore dove non ne abbiamo ricevuto e colmare vuoti profondi dentro di noi che avrebbero invece bisogno soltanto del risanamento della voragine affettiva o cognitiva che li ha prodotti.
O semplicemente perchè questi schemi, per quanto rigidi e del tutto imprigionanti, ci fanno stare bene in un certo senso, dandoci un senso di identità nel bene e nel male;  o ancora perchè sono i soli conosciuti e sono quelli attraverso i quali riusciamo a dare un senso alle cose, a leggerle; in tal caso tenteremo di forzare, costringere l'esperienza o il nostro modo di leggerla all'interno di quegli schemi, pervenendo fatalmente a gravi errori prospettici nella maggior parte dei casi.

Come uscire da questi circoli viziosi?
Forse la domanda è: dove e quando ho imparato a pensare questa o quell’altra cosa?

Siamo piccoli bimbi persi dentro un labirinto mentale che ci appare inestricabile e gigantesco con le sue altissime pareti.
Ma se ci eleviamo alla statura adulta crescendo interiormente .. vedremo l'altezza delle pareti svanire .. vedremo dall'alto, al di là dei muri e sapremo uscire.

 

Drashta



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"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")

 
 
 

Ignoto

Post n°38 pubblicato il 08 Marzo 2009 da Drashta
 
Foto di Drashta

 

Non è l'ignoto che spaventa di più l'uomo .. ma l'ignoto dentro noi stessi.

 

Drashta


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"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")

 
 
 

Zaini e Noccioli Irrisolti: Verso la Mente Pacificata

Foto di Drashta


Sento spesso dire a persone che si portano dietro pesanti e dolorosi carichi esistenziali, frasi come queste: "Tu hai dietro le spalle uno zaino carico di sassi, abbandonalo e starai bene!", oppure "La meditazione insegna come smettere di pensare per vivere meglio", o peggio "La meditazione è non pensare" e via di questo passo. Punto. Stop. Soluzione Facile.
Niente di più sbagliato a mio avviso. Sia come atteggiamento che come espressione concettuale.
Ovviamente, sono frasi dette a caso da persone che, forse, non comprendono davvero ciò di cui parlano e che, verosimilmente, sono inconsapevolmente molto più interessate a soddisfare le insicurezze del proprio ego offrendo consigli, piuttosto che a porgere un attento ascolto che permetta all'altro di esprimersi completamente, di ascoltarsi nel parlare di sé ed in questo già comprendersi parzialmente o almeno depressurizzarsi.
Certo è più facile. E più arrogante, nella misura in cui non tiene conto del fatto che nessuno può intelligentemente credere di sapere qual'è la strada che deve percorrere un altro.


Ed allora forse è meglio pensare innanzitutto a risolvere la propria interiorità, anziché andare a pontificare ritagliandosi persino nicchie da guru telematici da quattro soldi che solo il web ormai può accogliere e che, fin troppo spesso, sono lo specchietto che attira gli ingenui.

Perchè tutti abbiamo qualcosa di irrisolto che si è cementato nel profondo della nostra psiche, come un nocciolo di pesca lasciato a seccare fra i veli di un tovagliolo di carta.
E come quel nocciolo, ciò che è irrisolto in noi avrà sopra di sé veli e veli di inconsapevolezze consolidate e di volontari nascondimenti protettivi, ma allo stesso modo rimarrà presente e fastidioso in una tasca della nostra anima, incastonato nelle zone buie che ci spaventano, fra le nostre bugie e le nostre illusioni consolatorie. Nato dal condizionamento, rimarrà fonte di ulteriori condizionamenti; e lì rimarrà bloccato, sterile perchè privo di una terra nella quale potrebbe un frutto di nuova maturità interiore; tenace e persistente, come un piccolo dolore di sottofondo che fingiamo di non provare. E sarà del tutto inutile fare finta che non ci sia ripiegando la nostra anima in modo da non sentirlo. Perderemo soltanto tempo prezioso assecondando la nostra pigra codardia interiore.


La scelta di fronte alla quale tutti ci troviamo in ogni istante delle nostre vite è semplice: possiamo scegliere di sederci ad aspettare come un bambino continua ad aspettare il genitore di sé che dovrebbe essere da adulto; possiamo tentare di ignorare il quesito che ci si presenta facendo atti di forza verso noi stessi o addormentando la nostra soglia di consapevolezza; o possiamo affrontare il problema seriamente.
Certamente occorre per prima cosa scardinare quei binari cerebrali che seguiamo euristicamente per pigrizia, cominciando a fare, affrontare, appoggiare lo zaino per terra, accogliendo dolore, paura, rabbia, sedendosi dentro di essi,trasformando il nostro super-io giudicante nell'osservatore neutrale che dovrebbe essere. Occorre cambiare

Ma allo stesso tempo occorre anche ricordare che non esiste nessuna bacchetta magica che possa incantare i nostri problemi risolvendoli per noi e che non dobbiamo neppure aspettarcelo, perchè questo ci condannerebbe a non essere mai i veri, reali protagonisti della nostra vita, relegandoci allo stadio infantile di chi continua a perpetuare l’atteggiamento interiore dell'aspettare la soluzione da succedanei paterni o materni. In questo incastro interiore sta la potenza dell'ascendente dei guru e delle religioni sulle masse.

La meditazione, qualunque cosa se ne possa sentir dire più o meno erroneamente, è senza dubbio uno strumento potente e delicato, ma non è certamente questa bacchetta magica in grado di stornare la nostra mente permettendoci di "non pensare più" ai nostri conflitti. Non è questo il suo fine, né il suo meccanismo.

Ci vuole tempo. Ci vuole pazienza. Ci vuole indefessa volontà.
Una volontà che deve nascere dalla chiara visione del nostro valore individuale che non può andare perduto.
Dentro lo zaino ci sono i noccioli irrisolti delle nostre vite.
Noccioli che vanno individuati chiaramente con tutte le loro interconnessioni. Liberati lentamente dai veli che li ricoprono. Portati alla luce dell'interiorità, innaffiati di lacrime e poi di gioia ed infine fatti germogliare su terra nuova perchè ne possa nascere la vita.
Sono noccioli che vanno affrontati.

Come l'allenamento di chi pratica un’arte marziale prepara al confronto con se stessi e con l'avversario sul tappeto del torneo, così il cammino interiore che ci permette di arrivare a trovarli è la crescita stessa che ci rende in grado di affrontare noi stessi e di superarci.

Una volta compreso il contenuto dello zaino, sarà facilissimo lasciarlo sulla riva dietro ai nostri passi perchè sarà qualcosa di esaurito, digerito, sistemato, disattivato, vissuto, destrutturato, attraversato.

E' di una mente pacificata che abbiamo bisogno per prima cosa, non di una assenza mentale.

 

Drashta

 

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"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")

 
 
 

Mirror

Foto di Drashta

Gli altri non sono lo specchio di ciò che siamo. A volte sono lo specchio di ciò che di peggiore pensiamo di noi stessi o dei peggiori concetti della nostra mente.

 

Drashta

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"Guarda a tutt'occhi, guarda!" (Jules Verne, "Michele Strogoff")

 
 
 
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