Lòna, lòna ad Mèrz, una spiga faza un bérc, un bérc e una barcheta, una ghéba d’uva sèca
Inizia la Primavera, avvampando nella notte dei fuochi; gli alberi sono fioriti e i prati sorridono di margherite per il volo delle rondini. Questa mia vita così breve si confronta con un rito che sfida i millenni, da più di 50 secoli nella mia terra si accendono fuochi nella notte dell’equilibrio, una data che per gli astronomi è il capodanno. C’è qualcosa di indescrivibile nell’incontro con la potenza del fuoco, perché il fuoco ascolta le domande oltremodo brevi di un essere umano e risponde alla sua maniera, con una lingua senza tempo fatta di luce e di parolae totalmente sincere, espresse in un idioma troppo elementare perché abbia grammatica: come la lingua dei draghi. Di tutte le ricorrenze dell’anno questa la sento più di ogni altra, sento questo richiamo che proviene da sotto ai piedi: è la terra che invoca il rinnovamento che il fuoco purifica. Chi non segue le lune, chi non ascolta l’arrivo del vento e delle stagioni che questo conduce, chi cerca la comprensione di nuove lingue senza avere cognizione di quelle antiche, queste cose non le può capire, non le vuole capire. Vedrà solo un fuoco di sterpi che dura poche ore. Per me è invece il matrimonio più antico tra l’uomo e la terra sua sposa ed è quindi una festa d’amore. Di questo incontro percepisco la vibrazione, è una energia potente che rinnova la vita e rende omaggio ai frutti che verranno. Buona Primavera!
Inviato da: lightdew
il 24/04/2024 alle 15:19
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il 22/03/2024 alle 14:59
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il 22/03/2024 alle 12:02
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il 25/02/2024 alle 16:44