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Solstizio d’Inverno 2016 - Una storia di Natale

Post n°521 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da Zero.elevato.a.Zero
 

Icona di Riccardo Germondari

Icona realizzata dall'Artista riminese Riccardo Germondari

Il solstizio d’Inverno registra il calo massimo della giornata, da cui il nome, ed offre la notte più lunga dell’anno; la terra si raffredda, non resta che accendere un fuoco, come si è sempre fatto, ed aspettare che la notte finisca, magari raccontando una storia. È una delle radici più antiche di quella festa che oggi chiamiamo Natale, ma che esisteva da molto prima della nascita di Gesù.
Nella notte più lunga, allora, anche io desidero raccontare una storia, con le vampe del fuoco ad illuminare i volti curiosi e la voce che inizia dicendo: Tanto tanto tempo fa…
Tanto tempo fa avevo una casa diversa, più piccola ma indipendente, una casa strana con tre camere una sopra all’altra e la scala che le collegava che si prendeva un terzo della superficie. Una casa per gambe giovani visto che il bagno era appena oltre l’ultimo piano e ci voleva fiato per raggiungerlo.
Acquistando questa casa si sono resi necessari parecchi lavori per renderla vivibile e possibilmente anche accogliente, l’anfratto sotto alla prima rampa di scale permetteva di sedere comodamente e così ho piazzato il tavolo ed il computer: il mio angolo personale. Di fianco un ampio varco conduceva al cortile, ma essendo troppo basso per costruire una porta ho pensato di chiuderlo con una vetrata in modo da avere luce nel mio antro e buoni pensieri. È stato così che ho migliorato la mia amicizia con Riccardo Germondari, un artista che già conoscevo abile nel realizzare vetrate policrome, a lui ho affidato il soggetto di gusto nipponico, e come poteva essere diversamente, che ha saputo rendere vero con grande maestria: un sole nascente ed un volo di aironi all’alba.
Se di questo piccolo gioiello resta qualche foto in album di famiglia non so, ho provato a cercarla senza risultato e quindi la affido alla impermanenza del ricordo, di quello che si copre di zucchero come succede agli anni belli trascorsi.
Poi sono arrivati i figli e la casa è diventata stretta, così l’ho venduta per diventare condomino.
La bella vetrata, non trovando posto immediato nella casa nuova è tornata nel suo laboratorio in attesa di decidere come reinventarla e intanto hanno proseguito il lento trascorrere gli anni. Poi un giorno mi contatta molto triste dicendomi che per un incidente la vetrata si è rotta (il vetro è fragile) e che lui rimane a mia disposizione per rifarla o rimediare altrimenti. Ed ancora così sono passati molti altri mesi, ed ogni occasione di incontro era motivo per ricordarmi di questo debito che sentiva pesante e da assolvere quanto prima, tanto più che una grave malattia ha aumentato le sue preoccupazioni portando anche alla chiusura della sua attività di artista del vetro.
Riccardo adesso si dedica ad una forma espressiva diversa, ha coniugato il suo meraviglioso talento alla Fede e dipinge icone. Dipingere è un termine riduttivo perché la realizzazione dell’icona è un viaggio complesso dentro la propria Fede, dentro la storia e la tradizione e dentro alla capacità dell’uomo di  contemplare l’Infinito anche senza poterlo capire.
Icona di Riccardo GernodariÈ stato così  che in occasione di uno dei soliti incontri, la città è piccola, mi è venuta l’idea per poter quietare la coscienza onesta del mio amico e il suo bisogno di saldare il debito: gli ho chiesto di realizzare un’icona.
Ora per quanto attiene alla tradizione, le icone non sono opere d’arte umane come potrebbe essere un normale quadro, sono un dialogo con Dio e quindi appartengono di fatto a Lui, così eliminata la preoccupazione che si trattasse di una committenza privata, gli ho spiegato la mia intenzione di donarla, una volta finita, alla Parrocchia, in modo che potesse essere occasione di discernimento e preghiera per tutti quelli che avevano bisogno di fare due chiacchiere con Gesù.
Ed ecco che nell’imminenza del Natale il suo lavoro è finito ed ha trovato casa tra le mura consacrate. Ho chiesto al Parroco che il nome del donatore rimanesse nel silenzio, ma che quello dell’artista potesse invece trovare il riconoscimento meritato, per la maestria e la dedizione con la quale ha realizzato questa preghiera fatta di materia.
L’icona rappresenta una crocefissione, che sarebbe argomento molto più pasquale che natalizio, ma le storie semplici, fatte di amicizia  e buoni pensieri, illuminate dalla benevolenza di Gesù, credo possano appartenere di diritto a quelle che si raccontano nella veglia che prelude alla festa della Nascita.
Sono molto grato a Riccardo per avermi insegnato il volto del Nazareno e con questa gioia nel cuore a tutti auguro un Natale di Luce e di Serenità che durino a lungo.

Buon Natale!

Pentatonix - That’s Christmas to me

 
 
 
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