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Il mio Natale

Post n°122 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da Zero.elevato.a.Zero
 

Cerco di vivere un Natale diverso da quello della televisione, da quello delle mode e di molte delle persone a me vicine.
Il Natale è per me una festa più antica molto più dei 2000 anni oggi accreditati, è il senso umano della paura che diventa più concreta con l’allungarsi della notte. Cresce allora il timore che il sole, fonte di vita, decida di spegnersi piano e non ci regali più una nuova primavera. Poi i giorni tornano di nuovo ad allungarsi e con lo loro la certezza della vita che tornerà a fiorire, con una nuova luce nel mondo, quella luce che una fede più recente identifica in un Dio che si fa uomo e nasce sconosciuto in condizioni disagiate.
La paura ha un senso prezioso, cancella l’orgoglio e l’alterigia e permette agli uomini di sentirsi più vicini, più simili l’uno all’altro. Non è un caso che nei momenti di paura ci si stringa assieme e si provi la necessità di cantare. Il natale tradizionale, quello delle popolazioni contadine, era vissuto con una veglia, un’attesa. Io credo sia questo il senso autentico di questa esperienza da rinnovare anno per anno. Per recarsi alla celebrazione liturgica, ad una chiesa spesso distante, le famiglie iniziavano una processione nel buio della notte, recuperando mano a mano quelle vicine, così per alleviare la fatica del cammino e i timori della notte, sono nate bellissime corali natalizie, è quello che cerco anche io: una canzone nel buio, senza fretta, ma assieme.
Non trovo senso nelle luci sfavillanti che mi fanno perdere il senso prezioso di un’unica flebile lanterna.
Non trovo senso nella fretta concitata dell’acquisto, spesso dovuto, di mille cose da regalare più con il fiocco e carta che con il cuore, che non mi fanno apprezzare il desiderio di un evento che si rinnova, la voglia che arrivi presto eppure con il suo tempo.
Non trovo senso nelle grandi abbuffate e nei vestiti belli da consumare tutto in una notte, dove si celebra un compleanno, ma nessuno offre un regalo al festeggiato, spesso lo ignora, come ignora quel senso magico che altro non è che riconoscersi tutti uguali, umani, di fronte al mistero della vita quale può essere una nascita o la notte sconfitta dalla forza del sole.
Ecco perché diversamente dalle mode del momento io vi auguro un Natale…

Povero

ma ricco di cose essenziali che non hanno prezzo: salute, serenità, sorrisi.

 

BUIO

in modo da apprezzare il dono della luce, quella più piccola e tremula che da sempre è il simbolo della nostra vita.

SILENZIOSO

in modo che anche un piccola nenia possa cullare la voglia di stare assieme e spinga anche la vostra voce ad unirsi ad un coro, a quello che preferite.

Buon Natale

 
 
 
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