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Guardando indietro

Post n°318 pubblicato il 10 Dicembre 2010 da Zero.elevato.a.Zero
 

panda

Quella che inizia è una pagina di outing, forse non diversa da altre nate con la medesima voglia di essere trasparente: parla dei miei errori.
Prendere in mano un proprio sbaglio, cercare di capirlo, dovrebbe servire a non caderci più a colmare una buca sulla strada della vita per evitare altri capitomboli e conseguenti sconforti, quasi mai ci riesco, mi affanno a tastare la buca, poi alla fine la ritrovo ancora lì, ancora piena di pioggia.
Metto a confronto le mie azioni con lo Zen, con l’insegnamento del vivere la vita nel presente e guardare all’attimo come a un punto capace di descrivere con una successione di istanti, la curva tortuosa della vita, che contiene in sé l’eternità, allo stesso modo con il quale il punto senza dimensione genera una linea che ne contiene infiniti.
Camminare guardando indietro, risulta esperienza comune, conduce a mettere i piedi in situazioni pericolose e provocare quelle cadute che si vorrebbero evitare, ed allora mi chiedo come mai spesso indulgo a guardarmi alla spalle, a ripensare al mio passato, ormai fumo polveroso dei ricordi, invece di apprezzare il vapore vivo degli istanti a venire.
Ogni tanto ricado in questa tentazione e mi succede in tutte le mie attività, non esclusa quella del blog, dove mi succede di andare a rileggere le prime pagine scritte, tanto che oggi mi domando allo specchio perché.
Ecco, mi chiedo se capita solo a me di rileggere i propri vecchi post o se è una tentazione talmente umana da essere abitudine comune, in questo caso non credo che per me l’errore sarebbe meno grave considerato il modo personale di vedere le cose, ma forse è più facile provare indulgenza.
C’è di peggio, i peccati vanno confessati per intero, considerata l’importanza che do alla sottoveste musicale non ho resistito alla tentazione di rammendare gli strappi che inevitabilmente si creano utilizzando filmati musicali soggetti a chiusura per violazione del diritto d’autore, abbandono del profilo o qualsiasi altro motivo. A volte la memoria mi gioca brutti scherzi e non sempre ho reminiscenza di quale fosse il brano in questione, come se in un narcisistico eccesso di ambizione non si potesse trovare altra musica, altrettanto bella, ugualmente emozionante.
Per le foto è anche peggio :), la musica è vibrazione sonora che mi resta nelle ossa, ma la luce che si riflette in una immagine non ha peso e quando svanisce lascia una traccia troppo labile perché resti tra i miei ricordi, le eccezioni sono poche.
Insomma a volte spreco tempo a mettere pezze a post che nessuno leggerà mai; siccome in ogni sbaglio è contenuto qualcosa di positivo, capisco da questo che davvero, oltre le parole di circostanza, scrivo qui innanzi tutto per me stesso, e questo nel cosmo di atti scorretti che commetto è almeno mantenere la promessa di un proposito iniziale.
Rileggendo quanto sopra, voglio chiarire che non sono in cerca di assoluzioni, nonostante la mia educazione cattolica amo di cuore lo spirito e la fede di Martin Lutero e credo, assieme a lui, che il Perdono Superno sia sempre concesso, basta il pentimento sincero per l’errore commesso; un pentimento che ancora non provo per questo impeto di nostalgia che spesso mi prende e che attende pertanto la metamorfosi di un cuore migliore.
L’errore resta quindi, a volte accentuato dalla impossibilità di trovare in rete disponibile il pezzo di ricambio, così che mi ritrovo a rifarlo con le mie mani e allora, con profonda ispirazione alle pagine di Pirsig, voglio credere che almeno l’atto della manutenzione rientri nel cammino ispirato allo Zen, il cammino che perdo tutte le volte che mi guardo indietro.
Occhi in avanti invece, questo ci vorrebbe sempre, oltre la montagna, per vedere e sentire quello che sarà, innanzi tutto, in questi giorni, il Natale che scalda il cuore d’attesa e di speranza, verso il quale protendo.
Auguri di cuore!


Con la memoria - Ruggeri Locasciulli

 
 
 
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