Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

dolci richiami d'essenze

Messaggi di Aprile 2015

CAUDOFEATA

Post n°291 pubblicato il 22 Aprile 2015 da viscontina17

 
  Sono molluschi vermiformi di colore grigio. La loro forma è un adattamento allo strisciare all’interno del sedimento, mentre la colorazione è utile per confondersi col colore del sedimento stesso. I caudofoveati vivono infatti in fondi argillosi e melmosi, comunque a granulometria prevalentemente sottile, a relativamente grandi profondità: sono per lo più campionati a partire da qualche centinaio di metri di profondità.
In questi molluschi il capo è ridotto fino ad essere riconoscibile soltanto per la presenza dell’apertura orale e dello scudo pedale. Questo è una piccola placca con funzione sensoriale, unico residuo del piede. La regressione di questa struttura è probabilmente dovuta all’attitudine di questi animali a condurre vita fossoria ed endogea: essi scavano delle tane dalla morfologia complessa dalla cui superficie sporge solo la parte posteriore del corpo. In questa si trova la cavità palleale e le branchie. Il tutto è protetto da strutture calcaree (spicole) a forma di ago che proteggono la cavità stessa. Le spicole sono presenti, anche se meno lunghe, su tutta la superficie del corpo.
I caudofoveati si nutrono di piccoli organismi che raschiano dal sedimento con la radula. Per quanto riguarda la riproduzione, non è ancora ben nota. Sono comunque molluschi a sessi separati (gonocorici) con differenziamento sessuale interno, non vi è traccia di organi copulatori e la fecondazione dovrebbe essere esterna. Nulla si sa dello sviluppo larvale.
La storia di questa classe è piuttosto travagliata. Erano una volta inclusi, insieme a solenogastri e poliplacofori, nella classe degli anfineuri, poi nominata aplacofori. Successivamente i poliplacofori sono stati separati da questo gruppo e alla classe restante, formata da caudofoveati e solenogastri, è stato dato il nome del secondo gruppo. Solo studi successivi più attenti all’anatomia interna hanno permesso di riconoscerne l’identità istituendo una nuova classe. Tutto ciò ha portato ad allontanarsi dalla primitiva concezione che voleva i caudofoveati come i molluschi più primitivi. In realtà i caudofoveati conservano molte caratteristiche di primitività, ma nello stesso tempo sono un gruppo isolatissimo all’interno del phylum, separatosi dal “ramo principale” ai primordi dell’evoluzione dei molluschi stessi. Metaforicamente potremmo dire che sono i cugini meno fortunati. (WEB)

 
 
 

LA MEDUSA

Post n°290 pubblicato il 14 Aprile 2015 da viscontina17

La medusa è semplicemente un polipo capovolto e modificato per condurre una vita da planctonte. La parte superiore della medusa (esombrella) corrisponde al disco basale e al tronco del polipo, mentre la parte inferiore (subombrella) corrisponde all’apice dello stesso (comprensivo di apertura orale e tentacoli).
I celenterati presentano un’anatomia semplicissima, cosa che non deve sorprendere vista la primitività di questi animali. Sono costituiti da due soli tipi di tessuti: ectoderma ed endoderma (il primo è esterno, mentre il secondo è interno); fra questi è interposta uno strato amorfo e gelatinoso, costituito in gran parte da acqua e proteine, detto mesoglea. Quest’ultimo è maggiormente rappresentato nello stadio medusoide. Un’altra differenza importante ai fini riproduttivi è la presenza nel solo stadio polipoide di cellule “germinali”, in altre parole cellule che possono andare incontro a cicli di differenziamento e sdifferenziamento, trasformandosi in diversi tipi cellulari. Ciò permette al polipo di andare spesso incontro alla riproduzione asessuata e al fenomeno della totale rigenerazione del corpo da piccoli frammenti di esso.
Non esistono apparati veri e propri, la digestione è ancora intracellulare, il sistema nervoso è fra i più semplici esistenti al mondo. Ma i celenterati sono temibili predatori, anche di animali ben più grossi. Se non esistono ancora organi e veri e propri apparati, qualunque funzione metabolica è deputata ancora al livello cellulare; la ricerca del cibo (in questo caso predazione) non infrange questa regola e dobbiamo giungere al livello della singola cellula per osservare come sono adattati a tale comportamento trofico.(WEB)

 
 
 

FILTRATORI

Post n°289 pubblicato il 10 Aprile 2015 da viscontina17

Le particolari caratteristiche dell’acqua permettono l’esistenza
di una strategia alimentare esclusiva nel mondo acquatico: la filtrazione. Questo
tipo di strategia trofica comprende la filtrazione di grandi quantità d’acqua
per catturare il particellato in essa sospeso.
Sulla base dei meccanismi d’acquisizione del cibo, vengono distinte due
tipologie di filtrazione: attiva e passiva. I filtratori che creano corrente
intorno a loro sono definiti filtratori attivi. La corrente è ottenuta
usando il movimento ciliare per pompare acqua verso la superficie filtrante.
Tra i filtratori attivi troviamo spugne e ascidie, le quali pompano attivamente
l’acqua per mantenere sospese le particelle.

Il flusso di corrente permette sia di ricavare cibo e ossigeno sia di eliminare
le scorie metaboliche. I filtratori attivi ciliari usano le ciglia per muovere
l’acqua e per trasferire, con l’ausilio di secrezioni di muco, le
particelle catturate verso la bocca. I briozoi, ad esempio, sono un importante
gruppo di ciliari che catturano le particelle mediante il lofoforo, organo costituito
da tentacoli cigliati a forme di campana o cono.

Le particolari caratteristiche dell’acqua permettono l’esistenza
di una strategia alimentare esclusiva nel mondo acquatico: la filtrazione. Questo
tipo di strategia trofica comprende la filtrazione di grandi quantità d’acqua
per catturare il particellato in essa sospeso.
Sulla base dei meccanismi d’acquisizione del cibo, vengono distinte due
tipologie di filtrazione: attiva e passiva. I filtratori che creano corrente
intorno a loro sono definiti filtratori attivi. La corrente è ottenuta
usando il movimento ciliare per pompare acqua verso la superficie filtrante.
Tra i filtratori attivi troviamo spugne e ascidie, le quali pompano attivamente
l’acqua per mantenere sospese le particelle.

Il flusso di corrente permette sia di ricavare cibo e ossigeno sia di eliminare
le scorie metaboliche. I filtratori attivi ciliari usano le ciglia per muovere
l’acqua e per trasferire, con l’ausilio di secrezioni di muco, le
particelle catturate verso la bocca. I briozoi, ad esempio, sono un importante
gruppo di ciliari che catturano le particelle mediante il lofoforo, organo costituito
da tentacoli cigliati a forme di campana o cono

Filtratori passivi sono invece gli individui che utilizzano l’idrodinamismo
in cui si trovano, e quindi dipendono completamente da esso per la loro nutrizione.
Gli Cnidari sono i principali rappresentanti del gruppo dei filtratori passivi,
costretti quindi a colonizzare zone ad elevato flusso di corrente. Questi organismi,
soprattutto le gorgonie e gli Idrozoi, si adattano ai flussi idrodinamici, orientandosi
in modo da sfruttare appieno la direzione ed intensità della corrente d’acqua,
per accedere più efficacemente alle particelle sospese. (WEB)

.

 


 

 

 
 
 

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