Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

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Messaggi di Giugno 2015

GLI SQUALI NAVIGANO CON MAPPE MENTALI

Post n°302 pubblicato il 28 Giugno 2015 da viscontina17

Possono nuotare per più di 5 chilometri puntando un obiettivo
Gli squali sono in grado di nuotare in mare anche per grandi distanze grazie a delle mappe mentali che permettono loro di coprire anche lunghi percorsi senza perdersi. È quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'University of Florida (Usa) e pubblicato su Nature che hanno dimostrato, in particolare, che il discorso vale per gli squali tigre e gli squali volpe.
Gli squali tigre sono in grado di nuotare per più di 5 chilometri puntando un obiettivo, e di raggiungere zone di risorse specifiche fino a 40 chilometri: "Diversi studi hanno dimostrato che i predatori marini come squali, pinguini, tartarughe marine e tonni si spostano con particolari tipi di passeggiate "aleatorie".
Ci sono momenti, però, in cui questi animali non si muovono in maniera casuale - spiega - spiega Yannis Papastamatiou, biologo marino del Florida Museum of Natural History dell'University of Florida -. Questo studio dimostra che gli squali sono in grado di orientarsi e in particolare, nel caso degli squali tigre, la lunghezza delle loro passeggiate è molto probabilmente maggiore della distanza coperta dai loro sistemi sensoriali". (WEB)

 
 
 

CHE STRESS PER I GENITORI NASCOSTI SOTTO LE ONDE

Post n°301 pubblicato il 23 Giugno 2015 da viscontina17

I nuovi studi: «Dagli squali al pesce luna, tante insidie nascoste». E padri e madri tentano di scaricare le responsabilità sul partner.
Fare i genitori è il mestiere più duro. E' così per noi umani sulla terraferma ed è così per gli organismi che popolano il mare, sebbene in modo completamente diverso. Certo, lo scopo dei genitori è unico, cioè la sopravvivenza della prole, ma le strategie possono cambiare, a seconda della specie considerata.

Nel mondo dei pesci, in particolare, il ruolo dei genitori si declina in una straordinaria moltitudine di forme. «C'è un'altissima varietà nel comportamento riproduttivo e di cura della prole negli organismi marini, che varia a seconda delle specie e del contesto - spiega Maria Berica Rasotto, biologa dell'Università di Padova, che a Gorizia è stata protagonista della conferenza "Genitori nel blu", organizzata nell'ambito della mostra "L'albero della vita" -. La mancata conoscenza diretta della varietà degli ambienti e della vita degli organismi marini ci ha portato spesso a sfruttarli, basandoci su poche informazioni, approssimative e spesso errate». è diffuso, per esempio, il luogo comune secondo il quale gli organismi marini sono molto fecondi, rilasciano milioni di uova in mare e, una volta schiuse, possono colonizzare ambienti distanti migliaia di chilometri dal punto del rilascio.

«Non è così - dice Rasotto - o almeno non è così per tutti gli organismi. Gli squali, per esempio, fanno pochi figli: una delle specie più feconde, il Palombo, partorisce al massimo 20-25 piccoli». Certo, ci sono animali marini che ne fanno anche milioni. «Si pensa che il pesce luna deponga circa 300 milioni di uova - precisa la biologa - ma questo non significa che tutti gli organismi ne producano quantità così elevate». Anche il comportamento riproduttivo degli organismi marini è un universo caleidoscopico. «Pensiamo che fare i figli - aggiunge la studiosa - sia un atto di cooperazione. Non necessariamente è così e negli animali marini è evidente che accudire la prole è biologicamente costoso, tanto che ciascuno dei due sessi tende a scaricare la fatica sull'altro».(WEB)

 
 
 

I RETTILI

Post n°300 pubblicato il 18 Giugno 2015 da viscontina17

I rettili sono rappresentati in mare da alcune specie di tartarughe e di serpenti, ma mentre quest’ ultimi avevano gia un corpo adatto al nuoto le tartarughe hanno dovuto adattarsi nel corso dei millenni alla vita in mare. Le tartarughe marine nuotano, nonostante la loro tozza e robusta corporatura, con grande abilità grazie alle modifiche degli arti in pinne appiattite che usano come ali, tuttavia questi animali non hanno sviluppato una grande abilità natatoria poiché sono rimasti legati alla terra per la deposizione delle uova; infatti le femmine risalgono su determinate spiagge per deporre le uova in buche nella sabbia.
E’ da ricordare, inoltre, che in passato esistevano alcune specie di rettili, ormai estinte, come gli ittiosauri che avevano strutture molto simili a quelle dei moderni odontoceti.(WEB)

 
 
 

PESCE SOPRAVVISSUTO AL DISASTRO DEL GOLFO DEL MESSICO

Post n°299 pubblicato il 13 Giugno 2015 da viscontina17

Come ogni anno è uscita la classifica delle 10 nuove specie animali e vegetali ritenute più interessanti, curata da un gruppo di scienziati dell'International Institute for Species Exploration, dell'Università dell'Arizona, coadiuvati da esperti di tutto il mondo. La lista riferita al 2010, comprende vertebrati, invertebrati, funghi e perfino batteri, che sono stati scoperti negli Stati Uniti, Brasile, Perù, Africa, Oceano Atlantico, Oceano Indiano, Golfo del Messico, Madagascar e Filippine.

Tra i vertebrati entrano nella "Top ten" il pesce Halieutichthys intermedius (nella foto) scoperto fra gli animali sopravvissuti al disastro petrolifero del Golfo del Messico avvenuto lo scorso anno. Ha un corpo schiacciato che somiglia a una racchetta ed è stato selezionato perché pare saltare sulle pinne anziché nuotare. Spostandoci in Africa, sempre tra i vertebrati è stata segnalata una nuova specie di antilope, Philantomba walteri che tra l'altro è stata individuata in un mercato, mentre l'animale più grande della lista è stato trovato nelle foreste della Sierra Madre (Filippine). Si tratta di una lucertola chiamata Varanus bitatawa, che misura circa due metri in lunghezza e vive sugli alberi dove si ciba di frutti. Il suo corpo squamoso e le sue zampe sono di colore blu variegato con macchie giallo-verdi, la sua coda invece è contrassegnata da strisce nere e verdi.

Tra gli invertebrati entrano nella classifica elaborata dagli scienziati americani, un ragno che vive in Madagascar, il Caerostris darwini, che tesse ragnatele da record: il diametro può raggiunge anche 25 metri e tra l'altro sono fabbricate con la seta naturale più resistente mai scoperta finora. In Perù è stata poi scoperta la Tyrannobdella rex., una sanguisuga che ha otto enormi denti allineati su una singola mandibola, mentre tra gli insetti sono entrati in classifica il Saltoblattella montistabularis, uno scarafaggio scoperto in Africa, per le sua straordinaria abilità di saltare (eguaglia quella delle cavallette), e il grillo Glomeremus orchidophilus, che vive nelle isole Mascarene nell'Oceano Indiano, unico impollinatore di una rara orchidea, che si chiama Angraecum cadetii. Dal Regno animale a quello dei funghi. Entrano in classifica il fungo dal gambo luminoso Mycena luxaetern, scoperto nella foresta pluviale brasiliana, la cui fluorescenza è dovuta a un gel presente sul gambo che di notte lo fa risplendere di una luce giallo-verde e il fungo Psathyrella aquatica, che è stato scoperto nel fiume Rogue in Oregon, che fruttifica sott'acqua. Infine della lista elaborata dall'Università dell'Arizona fa parte anche un batterio, Halomonas titanicae, scoperto fra i resti del Titanic, che si nutre di ossido di ferro e secondo gli esperti potrebbe essere utile per ripulire dalla ruggine vecchi relitti navali.(WEB)

 

 
 
 

I CORALLI DELLA GRANDE BARRIERA CORALLINA MANGIANO PLASTICA

Post n°298 pubblicato il 09 Giugno 2015 da viscontina17

La ricerca “Microplastic ingestion by scleractinian corals” pubblicata su Marine Biology conferma quello che fino ad ora era solo un sospetto: un team di ricercatori australiani ha scoperto che i coralli della Grande Barriera Corallina mangiano micro-plastica inquinante.

Mia Hoogenboom, ricercatrice capo dell’ARC Centre of Excellence for Coral Reef Studies della James Cook University, spiega che «I coralli si cibano in maniera non selettiva ed i nostri risultati dimostrano che possono consumare microplastiche quando nell’acqua di mare sono presenti delle plastiche. Se nella Grande Barriera Corallina aumenterà l’inquinamento da microplastica, i coralli potrebbero essere colpiti negativamente, dato che le loro piccole cavità stomacali si riempirebbero di plastica non digeribile».

Le microplastiche sono un inquinante sempre più diffuso negli oceani, causato dalla pessima gestione a terra della raccolta, riciclo e riuso di un materiale importante e che invece viene sprecato e disperso nell’ambient, diventando così da risorsa un inquinante degli ecosistemi marini e in particolare nelle barriere coralline costiere. A questa minaccia nota dovuta all’incuria ed allo spreco umano, se ne è aggiunta un’altra: le “microsfere” utilizzate nei cosmetici che stanno sollevando preoccupazioni sia negli Usa – dove Stati come l’Illinois e New York hanno già adottato misure per vietare o limitare l’uso – e in Europa, dove un recente studio sulle coste spagnole ha rivelato una pericolosa concentrazione di “microsfere” dovuta alle creme solari, e in Italia, dove Ermete Realacci ha presentato un’interrogazione parlamentare per limitare al massimo l’utilizzo di questi materiali. (WEB)

Ma nonostante la proliferazione di microplastiche, il loro impatto sugli ecosistemi marini è poco conosciuto, e la Hoogenboom. Sottolinea che «L’inquinamento marino da plastica Marine è un problema globale e le microplastiche possono avere effetti negativi sulla salute degli organismi marini. Volevamo determinare se i coralli delle barriere coralline costiere consumano microplastiche e se esiste la possibilità che l’inquinamento di plastica influenzi le barriere coralline».

 
 
 

IL CALAMARO VAMPIRO

Post n°297 pubblicato il 04 Giugno 2015 da viscontina17

Si pensava che i cefalopodi coleoidi, avessero un solo ciclo riproduttivo e che, dopo depositate le uova morissero, ma ora il nuovo studio “Vampire squid reproductive strategy is unique among coleoid cephalopods”, pubblicato recentemente su Current Biology da Henk-Jan T. Hoving dell’ Helmholtz-Zentrums für Ozeanforschung Kiel, Vladimir V. Laptikhovsky del Cefas e Bruce H. Robison del Monterey Bay Aquarium Research Institute, ha scoperto che il calamaro vampiro (Vampyroteuthis infernalis) non solo non muore dopo il suo ciclo riproduttivo, ma ne ha diversi. «I calamari vampiro femmine depongono le uova, per poi tornare ad uno stato di riposo riproduttivo – scrivono i tre scienziati – che è seguito dallo sviluppo di un nuovo lotto di uova. Questo ciclo riproduttivo può essere ripetuto più di venti volte. Questa combinazione di caratteristiche riproduttive è diversa da quella di qualsiasi altro cefalopode coleoide esistente».

I calamari vampiro vivono in profondità – tra 500 a 3.000 metri . in alto mare ed hanno un ritmo vitale molto lento. Più che nuotare fluttuano e riescono a cavarsela con poco ossigeno e con una dieta a basso contenuto calorico fatta di zooplancton e detriti. Ora, i ricercatori hanno scoperto che hanno una strategia riproduttiva diversa da tutti gli altri cefalopodi coleoidi: depongono le uova più volte nel corso della loro misteriosa vita che è una modalità più comune tra i pesci.

Secondo Hoving, «Il loro lento modo di vivere sembra insufficiente a sostenere un grande evento riproduttivo, a differenza di altri cefalopodi coleoidi. Quindi, forse il calamaro vampiro ritorna ad una fase di riposo gonadica dopo la deposizione delle uova e presumibilmente inizia ad accumulare energia per un nuovo ciclo riproduttivo».(WEB)

 
 
 

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